Chi trova un buon vicino trova un tesoro
Se saprai starmi vicino,
e potremo essere diversi,
se il sole illuminerà entrambi
senza che le nostre ombre si sovrappongano,
se riusciremo ad essere “noi” in mezzo al mondo
e insieme al mondo, piangere, ridere, vivere. (Fernando Pessoa)
Certo: in quanto essere umano anche la vicina di Ivo tende a soddisfare i suoi bisogni. Ma la vicina di Ivo vive diversamente da lui: ha abitudini e valori opposti. Ad esempio, lei quando esce da casa e rientra sbatte vigorosamente la porta e siccome rientra alle tre di notte, sveglia Ivo che invece verso le 24 va a dormire. Ivo lo fa notare e lei obbietta, infastidita, che è curioso che si lui si svegli proprio quando lei rientra. I tentativi di Ivo di spiegare che è il rumore violento della porta sbattuta che lo sveglia, e non che lui è sveglio (e perciò sente che lei sbatte la porta), sono inutili. Ci sono vicini occasionali come in un viaggio in treno e altri che il destino ci assegna per tempi più lunghi.
Guardate che non è una cosa da poco per la propria vita. Un mio amico vive in un luogo, dove la vicina ha quasi trenta cani che vivono con lei. Provate a immaginarlo. Certo, lo ripeto, nella misura in cui gli esseri umani sono sistemi autoregolatori, tutte le loro attività come organismi sociali devono soddisfare le loro attese di piacere e allontanarsi dagli stati di dispiacere. Tutto sarebbe perfetto se non ci fossero gli altri che hanno i loro dannati gusti diversi dai propri. Ivo vorrebbe dormire perché è questo che, in un certo momento, gli crea piacere, ma la sua ineffabile vicina determina uno stato di dispiacere utilizzando uno stile di vita che è quello che preferisce. Potrebbe non sbattere la porta ma non lo fa perché l’altro non esiste. La vicina cattiva di Ivo, e tanti altri cattivi vicini di molti, non si rendono conto che come esseri sociali, tutte le loro azioni poiché espressioni di preferenze o rifiuti influenzano e influiscono inevitabilmente sulle vite di altri e, in questo senso, assumono per forza un significato etico.
Quello che determina la bontà delle relazioni è il sistema d’interazioni ricorrenti delle persone come titolari di un loro progetto di benessere, che considera la titolarità anche degli altri dove la sintesi è data dal rispetto di norme, che anche se costringono sono però regolatrici della possibilità di vivere insieme, come i porcospini quando nel freddo dell’inverno si avvicinano per riscaldarsi e trovano il modo di non pungersi. Non si urla, non si fanno cattivi odori, non si sbattono le porte, non si sporca. Queste cose possono anche procurare piacere ad alcuni, ma in generale non è così, e quindi se si vuole fare, occorre o trovare chi ha gusti simili o farlo in solitudine. Se ci pensiamo ancora una volta l’elemento di base che può consentire un equilibrio e una stabilizzazione è il rispetto dell’altro e la rinunzia alla totale autonomia e individualità. Torniamo al povero Ivo e alla sua vicina. Ivo prova a spiegare questo alla vicina, ma lei l’accusa che il rumore della porta è da attribuibile a lui che ha messo dell’olio nella serratura, e che il fatto che i cardini si siano rotti, a causa dello sbattimento notturno è un insignificante effetto collaterale. Che dire? Ci sono situazioni, dove si sperimentano l’inutilità e l’impotenza della parola. Ritorna in mente Cipolla e le leggi sulla stupidità. Ivo si accorge che davvero questa è imbattibile e sconfitto si ritira nella sua stanza per decidere se deve ridere o piangere.
Allora davvero chi trova buoni vicini trova un tesoro.