Vibre, le neurotecnologie a servizio delle aziende
Innovazione, sperimentazione, creatività per uscire dagli schemi e il coraggio di tenere testa alle regole tradizionali del mercato sono le caratteristiche di Vibre. Si tratta di una startup innovativa, accreditata dall’Università di Bologna, che ha rivoluzionato il settore del BCI. La loro mission è lo sviluppo di tecnologie per il settore del Brain Computer Interface, ovvero le interfacce neurali che connettono uomo e macchina.
Il team
Vibre è stata fondata dalla idea di un team giovanissimo composto da: Raffaele Salvemini, Stefano Stravato, Sara Piras, Luca Talevi e Marco Renzi.
La storia della startup
Il progetto nasce nel 2017 da un gruppo di laureati in Ingegneria biomedica al Campus di Cesena dell’Università di Bologna, dopo aver partecipato allo Startup Day. Nello stesso anno, ha vinto il premio Innovative for Society del Futureland. È arrivata in finale all’Emilia4.0, lo scouting tour di Confindustria Emilia e sviluppato in collaborazione con dPixel. Grazie all’incubatore Cesenalab nel 2018 è divenuta startup innovativa.
Due chiacchiere per scoprire Vibre
Ringrazio Raffaele Salvemini, CEO e founder di Vibre, per avermi permesso di scoprire la loro startup rispondendo a qualche curiosità.
- Vibre è una startup in campo biomedico che si basa sulle BCI, Interfacce Cervello-Macchina, ovvero sistemi che creano un collegamento diretto tra la mente dell’utente e la tecnologia che lo circonda. Come nasce la vostra idea?
- Vibre nasce come idea imprenditoriale nel 2017, da un gruppo di colleghi universitari. Ho avuto la fortuna di incrociare nel mio percorso Sara Piras, Stefano Stravato, Luca Talevi e Marco Renzi. Ciò che ci accomunava era il background universitario da ingegneri biomedici e informatici. Partita con uno scopo nel campo sanitario, ha poi concentrato i suoi sforzi (a causa di incompatibilità tecnologiche nel settore della sanità) verso settori differenti. È stato proprio questo “pivoting” a rendere unica la nostra mission.
- Grazie a Vibre applicate interfacce neurali e neurotecnologie ai più svariati settori, in che modo?
- Vibre applica principi di neuroscienze e 100 anni di ricerche neuroscientifiche per sviluppare innovativi algoritmi di interfacce neurali in grado di analizzare lo stato mentale degli utenti in tempo reale, attraverso l’utilizzo di dispositivi di ultima generazione. Si tratta di dispositivi assolutamente non invasivi, smart, wireless, ultraleggeri (pochi grammi) che si poggiano sulla fronte. Tecnologie, queste, in continua evoluzione, che tendono costantemente ad essere migliorate e miniaturizzate. Il nostro scopo è individuare metriche prodotte dalla mente umana durante lo svolgimento di specifiche attività e sfruttarle a scopi di prevenzione, miglioramento di performance, intrattenimento o decision making.
- Avete lanciato una nuova piattaforma neurotech di applicativi dedicati alle aziende. Questa piattaforma intende migliorare il business delle aziende attraverso le neurotecnologie. Quali sono questi servizi ed in che modo può essere indispensabile alle aziende?
- Le nostre soluzioni sono in continua espansione ed evoluzione. Lavoriamo con diversi partner al fine di produrre software specifici per il settore di applicazione. Crediamo che entro i prossimi cinque anni le neurotecnologie saranno uno standard impiegato dalle più grandi aziende per migliorare i propri processi. Conoscere il comportamento del cervello di un utente in un contesto preciso rivoluziona completamente il modo di concepire i propri servizi o prodotti. Abbiamo sentito spesso i nostri clienti dire: “Se non ci adeguiamo utilizzando al nostro interno le informazioni ottenute dal nostro cervello, rischiamo nei prossimi anni di rimanere indietro”. Frasi di questo tipo ci hanno spinto ininterrottamente a ricercare i settori più affini alle neurotecnologie. La nostra piattaforma consente lo streaming e l’analisi dei segnali cerebrali in tempo reale, fornendo specifiche e robuste metriche, per interi gruppi di utenti e ottenendo report -a posteriori- per valutare l’andamento degli utenti nel tempo e fare analisi approfondite. La suite si compone di diversi applicativi, diversi per ogni settore. I modelli con cui le metriche vengono costruite, infatti, sono realizzati attraverso precisi studi eseguiti nel contesto di applicazione.
- Quali sono i principali servizi offerti dalla piattaforma?
- I nostri applicativi oggi vanno verso settori specifici:
Sicurezza nei luoghi di lavoro ad alto rischio;
Analisi delle performance negli sport;
Analisi delle performance negli eSports;
Neuromarketing;
Altri ancora in fase di analisi e che nel 2021 saranno lanciati!
Cercando di riassumere i punti salienti di ognuno, in particolari lavori si ha a che fare con rischi elevati, la concentrazione deve essere sempre al massimo e cali di attenzione possono provocare morti o incidenti. Attraverso sistemi come i nostri, inseriti direttamente all’interno degli elmetti, è possibile individuare situazioni di pericolo e intervenire immediatamente. Dall’altra parte, nel mondo degli sport e degli eSports, abbiamo la possibilità di individuare importanti parametri che permettono ai giocatori e ai team di migliorare le performance. Molto importante, ad esempio, in questo caso la partnership avviata qualche settimana fa con MCES Italia, una delle più importanti realtà nel mondo degli eSports. Nel neuromarketing possiamo fornire alle aziende un prezioso strumento che consente loro di comprendere la percezione degli utenti di fronte a un prodotto o, ad esempio, ad uno spot pubblicitario. Come reagisce -realmente- la mente dell’utente? Questa è una domanda a cui poter rispondere grazie all’impiego di soluzioni neurotech.
Gli algoritmi sviluppati negli ultimi tre anni, ci consentono di avere informazioni, tra le quali:
Affaticamento mentale;
Piacevolezza nei confronti di un’attività/esperienza;
Necessità di riposare (livello di privazione del sonno);
Stato di flow (stato di massima resa per la mente dell’utente);
Carico di lavoro;
Livello di attenzione e concentrazione.
- I nostri applicativi oggi vanno verso settori specifici:
- Uno dei vostri progetti è stato la BrainArt che ha messo in contatto le Brain-Computer Interface trasformando i pensieri dell’utente in opere d’arte. Ce ne illustri il processo.
- BrainArt risulta essere il primo servizio al mondo in grado di trasformare le sensazioni e le emozioni provate durante un’esperienza in un’opera astratta, in cui linee e colori sono riconducibili scientificamente a quanto provato durante quei momenti. L’esperienza BrainArt è partita basandosi sull’ascolto di un brano musicale a scelta nel 2018 e si è evoluta declinandosi in esperienze multisensoriali diverse: dalla visualizzazione di un video alla degustazione di cibi, vini e bevande, diventando così un prezioso strumento comunicativo da parte delle aziende. BrainArt, seppur dall’apparenza ludica, nasconde dietro centinaia di studi neuroscientifici e un grandissimo lavoro di sviluppo. La forza di BrainArt sta nella comunicazione: è riuscito a portare la conoscenza delle interfacce neurali verso un pubblico di centinaia di migliaia di persone e ha consentito a molte aziende di ottenere enormi vantaggi. BrainArt è anche apparso negli ultimi mesi due volte in RAI (Codice su RAI 1 e Speciale TG1).
- Progetti futuri? Come vi vedete tra 10 anni?
- Lavoriamo senza sosta per far sì che Vibre sia l’azienda in grado di portare una tecnologia così complessa all’interno di centinaia di realtà. Stiamo lavorando sul territorio nazionale, ma presto varcheremo i confini per diffondere le nostre soluzioni anche all’estero. I prossimi step prevedono aumenti di capitale nel breve termine per un’accelerazione e lo sviluppo, sul medio termine, di un dispositivo proprietario in grado di consentirci maggiori flessibilità nell’applicazione. L’obiettivo di Vibre, sin dagli albori, è stato quello di dare una scossa di innovazione attraverso una tecnologia ancora barricata nelle mura degli istituti di ricerca. Con lo stesso spirito continueremo nei prossimi anni puntando ad una copertura totale delle nostre tecnologie, includendo settori come la cyber security e l’automotive, su cui già da tempo abbiamo avviato processi sperimentali.