DMA, rivoluzione nelle regole digitali europee
Verso un’equa concorrenza digitale: il processo di identificazione dei gatekeeper e le conseguenze per il futuro dell’economia digitale europea secondo il Digital Markets Act
Il Digital Markets Act (DMA) costituisce un intervento normativo senza precedenti da parte dell’Unione Europea, volto a garantire equità e trasparenza nell’economia digitale e a limitare il potere e le pratiche sleali degli operatori digitali dominanti, noti come “gatekeeper“.
Cronistoria e Iter Politico
Il percorso verso l’adozione del DMA è stato lungo e complesso, riflettendo l’importanza e la portata della legislazione. Dopo un’intensa fase preparatoria e consultazioni pubbliche, la proposta del DMA è stata presentata dalla Commissione Europea a dicembre del 2020. Seguendo un dettagliato iter legislativo, che ha incluso il vaglio del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’UE, il DMA è stato formalmente adottato nel 2022. Entrato in vigore a novembre dello stesso anno, il DMA ha previsto un periodo di transizione per permettere alle aziende e agli Stati membri di adeguarsi alle nuove norme, con l’obbligo di applicazione piena entro sei mesi dall’entrata in vigore.
Efficacia e Vigenza negli Stati Membri
La sfida principale del Digital Markets Act risiede nell’assicurare efficacia e uniformità alla sua applicazione, richiedendo una necessaria sinergia tra tutti gli Stati membri. Ciò implica non soltanto l’armonizzazione delle leggi nazionali, ma anche l’istituzione di sistemi di sorveglianza e controllo robusti per verificare l’adesione al DMA. In tale contesto, la Commissione Europea svolge un ruolo precipuo nel garantirne il rispetto, avvalendosi della facoltà di imporre sanzioni significative contro le entità che infrangono le regolamentazioni. È importante evidenziare che la valutazione dell’efficacia del DMA si baserà su un esame continuativo e su eventuali aggiustamenti normativi, con l’obiettivo di mantenerlo aggiornato rispetto alle evoluzioni del mercato digitale.
Definizione di “Gatekeeper”
Il DMA identifica quali “gatekeeper” le piattaforme digitali a impatto significativo sul mercato interno, che fungono da gateway critico per gli utenti commerciali per raggiungere i consumatori e che godono di una posizione consolidata e durevole. Questa definizione è basata su criteri specifici, come il numero di utenti, il fatturato e la stabilità della presenza nel mercato. I principali gatekeeper, ad oggi, sono: Alphabet, Amazon, Apple, ByteDance, Meta, Microsoft e TikTok.
Obblighi Principali per i Gatekeeper
I gatekeeper devono assicurare l’interoperabilità dei propri servizi con quelli offerti da terze parti, una mossa fondamentale per stimolare l’innovazione e consentire agli sviluppatori indipendenti di proporre soluzioni alternative che arricchiscano l’ecosistema digitale. Inoltre, i gatekeeper sono tenuti a garantire che gli utenti possano facilmente rimuovere software o app preinstallate, concedendo loro la libertà di personalizzare la propria esperienza digitale e di scegliere liberamente tra diversi servizi, senza essere vincolati a quelli imposti dalle piattaforme. Questa disposizione mira a rompere qualsiasi forma di legame forzato tra gli utenti e i servizi di default, promuovendo una vera libertà di scelta.
È esplicitamente proibito ai gatekeeper manipolare la propria piattaforma in modo da avvantaggiare i propri servizi a scapito di quelli forniti da terze parti. Ciò significa che non possono utilizzare algoritmi o altre tecniche per discriminare ingiustamente contro servizi concorrenti, assicurando che tutte le applicazioni abbiano uguali opportunità di successo. Le piattaforme non possono, inoltre, impedire l’accesso a servizi concorrenti né sfruttare in modo improprio i dati raccolti per consolidare la propria posizione di mercato in aree diverse da quelle in cui i dati sono stati originariamente ottenuti. Questo principio è volto a impedire pratiche che potrebbero ostacolare la concorrenza e l’innovazione.
Infine, il DMA stabilisce che i gatekeeper non debbano ostacolare la capacità delle imprese di interagire direttamente con i consumatori attraverso le loro piattaforme o tramite piattaforme terze. Questo assicura che le aziende possano raggiungere il proprio pubblico senza essere limitate da pratiche escludenti imposte dai gatekeeper.
Sanzioni
In caso di violazione delle norme del DMA, la Commissione Europea può imporre sanzioni che possono arrivare fino al 10% del fatturato globale dell’azienda, cifra che può salire fino al 20% in caso di recidiva.
Prospettive del Digital Markets Act
Le prospettive future del DMA sono vastamente positive, ma non prive di sfide. La sua implementazione richiederà un’attenta vigilanza e una cooperazione internazionale per assicurare che le norme siano applicate in modo equo e che i gatekeeper globali si conformino alle regole dell’UE. E’ auspicabile che il DMA possa servire da modello per altri Paesi e regioni che cercano di disciplinare l’economia digitale, promuovendo un approccio globale più armonizzato verso la regolamentazione digitale. Con un campo di gioco livellato, le PMI potrebbero sperimentare una crescita significativa, grazie all’accesso a mercati e risorse precedentemente dominati dai gatekeeper.