Versace sbaglia una t-shirt e sfiora l’incidente diplomatico con la Cina
Che il mercato cinese sia uno dei più redditizi al mondo è risaputo ed è proprio in Cina che i maggiori brand italiani stanno investendo nell’ultimo decennio. A fare gola anche la particolare attrattiva del Made in Italy, come sinonimo di qualità esercita in oriente.
Ha dunque avuto estremamente paura la casa di moda Versace quando, poco più di un mese fa, gli utenti web cinesi sono insorti invitando addirittura a boicottare il marchio. Il motivo? Una t-shirt Versace venduta in Cina e decorata con i nomi di alcune città associate ai relativi Stati. Hong Kong e Macao però, non riportavano come paese d’appartenenza la Cina, ma risultavano associate al loro stesso nome, dunque autonome e indipendenti. In realtà per quanto riguarda Hong Kong, sin dal 1997 questa è dipendente dalla Cina pur avendo lo status di Regione amministrativa speciale. Stessa situazione anche per Macao: nel 1999 questa cessa di essere una colonia portoghese per diventare una regione francese con alto grado di autonomia. La gaffe però non è solo un errore di geografia ma una svista che aveva in sé, (involontariamente) una grande portata politica. Vari sono infatti i contrasti tra queste due regioni e la Cina in relazione al diverso grado di indipendenza che possiedono e alla futura (stabilita per legge) perdita del loro carattere di autonomia. Anzi, proprio negli scorsi mesi, la tensione tra Cina e Hong Kong è notevolmente salita a causa della presunta ingerenza politica cinese, situazione che ha portato migliaia e migliaia di cittadini a scendere in piazza in cortei di protesta.
Non ci è voluto molto perché l’errore balzasse alle cronache dei media cinesi, rimbalzando poi di post in post sui social. Eco arrivato anche alle orecchie dell’attrice Yang Mi che ha deciso di interrompere la collaborazione con il brand. Così Versace è corsa velocemente ai ripari, ritirando le t-shirt incriminate dal mercato. Le scuse sono arrivate da Donatella Versace, la quale ha affidato ai social le scuse personali e dell’azienda: “Mi dispiace profondamente per lo sfortunato recente errore che è stato fatto dalla nostra azienda e che è attualmente in discussione su vari social media. Non ho mai voluto mancare di rispetto alla sovranità Nazionale della Cina ed è per questo che ho voluto chiedere personalmente scusa per tale imprecisione e per ogni problema causato”.