Uova di cioccolato e colombe pasquali, un settore in crisi
Il Coronavirus oltre a condizionare la vita degli italiani, sembra mettere in ginocchio anche le aziende produttrici di dolci. In particolare, il settore dedicato alle ricorrenze pasquali. Un giro d’affari quello delle uova di cioccolato e delle colombe pasquali che in genere sfiora i 435 milioni di euro e tiene in piedi diverse aziende.
La perdita stimata è del 30-40% del fatturato con ricadute certamente negative sul livello occupazionale.
Secondo i dati di Unione Italiana Food (associazione di categoria alimentare), in Italia la produzione di uova di cioccolato riguarda 31.207 tonnellate di prodotto per un fatturato di 275 milioni di euro. Mentre per quanto riguarda le colombe, si stimano circa 23 mila tonnellate per un valore di 160 milioni di euro.
Le problematiche di vendita
Una delle questioni più controverse è senz’altro lo spazio espositivo. Oltre al fatto che i bar e le pasticcerie attualmente sono chiuse, infatti, uno dei problemi maggiori per il decollo delle vendite, è la mancata esposizione dei prodotti. I supermercati, infatti, per rispettare la norma di distanziamento e permettere più spazio al transito, tendono a compiere ordini minori e di conseguenza ad esporre sempre meno prodotti pasquali.
Il commento
<<Se tradizionalmente uova e colombe venivano acquistate come dono da portare ad amici e parenti nei giorni dei pranzi e degli inviti di Pasqua, quest’anno il nostro auspicio è che le persone li acquistino per sé e per il proprio nucleo familiare. Tutti abbiamo bisogno di una coccola, di un momento dolce e spensierato. Soprattutto in questa inedita Pasqua da passare tra le quattro mura domestiche>>. Ha spiegato Mario Piccialuti, Direttore Generale di Unione Italiana Food.
Una questione quella dei prodotti pasquali che sembra mettere in ginocchio in particolare le aziende che producono prodotti lievitati da ricorrenza, il cui fatturato annuale dipende per metà o più da queste vendite stagionali.
Il covid19 cambia anche la beneficenza
È il caso dell’Ail. Dopo 26 anni, l’Associazione Italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma non svolgerà la vendita di uova di cioccolato nelle piazze italiane. Il virus ha frenato la lotta ma non ha fermato il grande cuore delle persone, per cui le donazioni sono ancora fruibili sul sito ufficiale.
Nella diffidenza generale, gli italiani sembrano non rinunciare nemmeno adesso alle loro abitudini. Con grande calo negli acquisti, prediligono beni necessari al superfluo. Con la speranza di “vedere davvero che tutto cominci ad andare bene” trascorrendo una quarantena in compagnia del cioccolato.