Un leader agisce e convince
C’è chi
C’è chi meglio degli altri realizza la sua vita. E’ tutto in ordine dentro e attorno a lui. Per ogni cosa ha metodi e risposte. E’ lesto a indovinare il chi il come il dove e a quale scopo. Appone il timbro a verità assolute, getta i fatti superflui nel trita documenti, e le persone ignote dentro appositi schedari. Pensa quel tanto che serve, non un attimo in più, perché dietro quell’attimo sta in agguato il dubbio. E quando è licenziato dalla vita, lascia la postazione dalla porta prescritta. A volte un po’ lo invidio, per fortuna mi passa.
(Wislawa Szymborska)
Nel film “La notte di San Lorenzo” dei fratelli Taviani, il paese di San Martino è nel mezzo della guerra di Resistenza.
Un gruppo di uomini, donne e bambini, guidato dal fattore Galvano, temendo una possibile trappola, decide di fuggire e abbandona il paese per andare incontro agli americani.
Alla fine gli scampati riparano in un cascinale, dove trascorrono la notte.
Ma a un certo punto tutti cominciano a litigare per decidere dove andare e quale strada percorrere.
Intanto i tedeschi avanzano sempre più vicini.
Ad un certo momento interviene Galvano, che con fermezza dice quale strada bisogna fare, e dove avrebbe portato e cosa avrebbero dovuto fare.
La reazione fu subito quella di chiedere perché si doveva fare quello che lui “ordinava”.
Rispose che mentre loro si accapigliavano stupidamente “lui ci aveva pensato” e conoscendo meglio di loro il territorio, quella era la decisione più intelligente e meno rischiosa.
Questa breve introduzione per riflettere ancora sul leader.
In generale possiamo affermare che tanto più aumenta la complessità di uno scenario organizzativo o sociale, tanto più le decisioni contengono rischi e quindi occorre che chi decide sia consapevole della sua decisione e delle implicazioni che questa comporta.
Sono indispensabili due grandi “capacità”: la prima d’interpretazione, che produca quindi comprensione e affidabilità della decisione; la seconda, fiducia tra i soggetti che agiscono.
Continuo con un altro film: vi ricordate Apollo 13 di Ron Howard del 1995?
L’11 aprile del 1970 il razzo Saturno V lancia in orbita la navicella Apollo tredici con a bordo tre astronauti destinati a sbarcare sulla Luna.
L’improvvisa esplosione di un serbatoio cambia però i piani.
Da terra i tecnici della Nasa sono costretti in poche ore a inventare un piano d’emergenza per riportarli a casa sani e salvi.
Ponendoci su un piano metaforico, possiamo rileggere il film alla luce dell’analogia secondo cui il capo missione ricopre il ruolo di amministratore delegato o presidente del consiglio, chiamato a gestire l’imprevisto dell’esplosione, che lo costringe a rivedere il progetto iniziale per far fronte al nuovo obiettivo, quello cioè di riportare a terra gli astronauti nonostante i danni ingenti alla strumentazione.
Che cosa fanno?
- Inizialmente cercano di capire cosa è successo e di definire nel modo più preciso possibile il problema.
- Procedono andando a individuare le possibili cause.
- Mobilitano tutte le risorse (a livello di tecnologie e di competenze) per ideare un piano d’emergenza.
- Scelgono il piano d’emergenza valutato come migliore e ne organizzano l’implementazione.
Consiglio di vederlo e osservare la figura del capo come riesce a rendere collettiva la propria leadership.
Rappresenta un ottimo esempio capace di dare una visione e di mobilitare.
Si pone come garante del risultato, coordinando e organizzando il lavoro del proprio team.
Integra i diversi contributi, in questo modo favorisce una più efficace finalizzazione del lavoro.
La figura del capo missione permette di cogliere quanto il ruolo del responsabile sia fondamentale nei momenti di crisi, perché evita la dispersione delle energie e delle risorse, motiva e contiene le ansie.
Il credito di fiducia e le competenze attribuitegli dal gruppo fan sì che di fronte all’emergenza si affidino alla sua guida e che siano disposti a “giocarsi” fino in fondo per il raggiungimento del risultato.
Consiglio questi due film a vecchi o nuovi leader, possono dare spunti per capire sia come a volte si deve arretrare per andare avanti sia come la capacità innovativa sia determinante.