Twitch dove giocare in diretta è una professione
Giocare ai videogames nell’immaginario collettivo è sempre stata una prerogativa di bambini e adolescenti. Eppure nell’era digitale in cui ci troviamo, videogiocare online si configura tra le professioni più redditizie al mondo. Stiamo parlando di Twitch, che ha ufficialmente abbandonato il suo piccolo antro per raggiungere un pubblico sempre più grande.
Di fatto, complice il lockdown cui si è stati sottoposti, la piattaforma di streaming ha raggiunto successi strabilianti. Le stime indicano che quattro milioni di italiani ogni mese usufruiscono della piattaforma. Soprattutto uomini (64%) e studenti (24%), interessati ovviamente ai videogames, alla musica, alla tecnologica e molto altro.
Abbandonando le stime italiane, Twitch nel mondo ha una media giornaliera di 26,5 milioni di visitatori, 2 milioni di visualizzazioni durante il giorno e oltre 6 milioni di streamer ogni mese. Sono stati 600 milioni di minuti visti solo nel 2019.
Cos’è Twitch?
Nello specifico Twitch è una piattaforma simile a YouTube, ma per lo più interessata ai videogiochi. La differenza con la prima, è che chi ha un canale non si limita a caricare video, ma predilige una trasmissione in diretta. A rendere l’esperienza di gioco più accogliente, è senz’altro la possibilità di usufruire della chat al lato della diretta, permettendo in questo modo un’aggregazione senza pari.
La storia di Twitch
Parlare di successo immediato, sarebbe una bugia. Tutto parte dall’idea di Justin Kan, un ragazzo nato a Seattle, da genitori immigrati dalla Cina. Justin frequenta Yale mescolando fisica e filosofia. Paul Graham, in quegli anni, lanciò un programma per idee di impresa. Justin e il suo amico Michael, decisero di partecipare al progetto con un’idea dal nome Kiko, ovvero una sorta di Google Calendar.
Il progetto Kiko non avrà molto successo, ma con l’entrata in scena di un nuovo amico, Emmett Shear, il software sembra migliorare, anche se con l’avvento di Google Calendar, Kiko fallisce definitivamente. Tuttavia, Kiko, viene venduta all’asta e acquistata da una società canadese per 250mila dollari. È qui che Justin ha un lampo di genio, una sorta di Truman Show consapevole: Justin, decide di farsi riprendere 24 ore al giorno, portando una microcamera sulla testa con l’aggiunta della telecamera laptop. Il professor Robert Morris, esperto di informatica al MIT, mette i primi 50mila euro nel progetto Justin.tv.
La piattaforma, attira l’interesse di molte persone, tuttavia, Justin, essendo un abitudinario, dopo poco, ha un calo di idee, rendendo le trasmissioni meno interessanti, così lui e il suo team, aprono le porte al pubblico, permettendo agli altri di fare la stessa cosa sulla sua piattaforma streaming: alla fine del 2007, Justin.tv ha 60 canali registrati, espandendosi in tutto il mondo. Tra i vari canali di Justin.tv, quelli dedicati all’esperienza videoludica sono pochi, ma Emmett, decide di sviluppare un’arteria parallela, permettendo al gioco di avere maggiore spazio. Dopo i primi mesi, erano già 40 milioni i giocatori che avevano deciso di videogiocare in diretta su Justin.tv. Fu allora, che la piattaforma subì un rebranding, trasformandosi definitivamente in Twitch.
Tale successo, ovviamente non lascia dubbi, e la prima a farsi avanti è Google, che secondo indiscrezioni mai confermate, offre un miliardo di dollari. Anche Yahoo! tenta l’acquisto, ma a vincere è Amazon, con la sua strabiliante offerta di 970 milioni. Twitch viene venduta per una cifra astronomica, contando circa 55 milioni di utenti mensili. Emmett ricopre ancora oggi il ruolo di CEO per Twitch, mentre per quanto riguarda Justin, ancora oggi, tutto ciò che tocca, diviene oro colato.
I guadagni della piattaforma
Principalmente le fonti di guadagno della piattaforma Twitch sono tre: Le sub, i bit e i link esterni.
Le sub, ovvero le iscrizioni al canale sono dei veri e propri abbonamenti. Con l’iscrizione al canale, lo spettatore avrà alcuni privilegi, oltre che configurarsi tra i sostenitori principali di un progetto o di un player, mentre per quanto riguarda il guadagno, esso sarà ripartito tra il giocatore e la piattaforma stessa.
I bit, sono una valuta virtuale recentemente introdotta su Twitch a sostituzione del denaro vero. La somma di 100 bit equivale a 1,54 euro. Di questi soldi, solo un euro, però, finirà nelle casse dello streamer, la restante parte andrà a coprire le tassazioni.
Come ultima fonte di guadagno, c’è la possibilità di usufruire di link esterni, i quali, permettono allo streamer di collegare il proprio account PayPal.
Ovviamente, ad affiancarsi a tali guadagni, c’è la possibilità, per gli streamer di successo, di fare affidamento sulle sponsorizzazioni o vendite di prodotti brandizzati.
Dati strabilianti della piattaforma
Una ricetta, quindi, quella di Twitch, che sembra funzionare in maniera strabiliante. Sembra, infatti, che alla base di tanto successo, non ci sia solo il videogioco, ma anche le doti comunicative dello streamer. In genere, gli streamer, hanno due riprese video che viaggiano in contemporanea: una del gioco stesso, e l’altra del giocatore. Ciò regala una dimensione umana a qualcosa che è solo in rete: la visione non sarà solo quella del gioco, ma anche quella dello streamer con le sue emozioni di euforia, rabbia, delusione, preoccupazione, e soprattutto con interazioni in tempo reale tra lo streamer e i suoi gruppi di sostenitori.
Un dato molto importante alla base dello streaming, è senz’altro il seguito. Tale status, infatti, permette allo streamer di avvicinarsi alla tanto agognata “partnership”. I player che si dedicheranno con maggiore impegno alle trasmissioni, infatti, avranno la cosiddetta partnership con una serie di vantaggi che ne conseguono: abbonamenti al loro canale, l’uso dei bit, ma soprattutto la possibilità di inserire annunci pubblicitari, con un conseguimento di guadagni extra. Anche a livello grafico, chi ha la partnership Twitch avrà la possibilità di usufruire di stemmi ed emoticon personalizzati, e il badge dell’utente verificato, come accade per Instagram, e molto altro.
Non solo videogames
Se Twitch è la piattaforma per eccellenza nel campo video ludico, essa non lascia fuori altri tipi di trasmissione. Complice il covid-19, infatti, sono molti gli artisti di vari settori che hanno spostato il loro talento sulla piattaforma online.
Uno degli esempi più iconici è Fedez. Il rapper milanese, attraverso la piattaforma, ha ideato una sorta di progetto dal nome “La tana del Boomer”, modo in cui i giovanissimi, chiamano gli adulti. Nel suo spazio di live streaming, Fedez intervista personaggi famosi, parla di argomenti di attualità o tira fuori i suoi giochi preferiti. Tale approccio, fidelizza in maniera stabile, un pubblico, che fino a quel momento non aveva avuto modo di guardare da vicino il suo beniamino.
Sono molti i cantanti che in seguito alla cancellazione di tour, hanno usufruito della piattaforma per mettersi in contatto con i propri fan, a suon di musica, ovviamente. Anche la moda non si è persa d’animo. Su Twitch sono state organizzate sfilate entusiasmanti, come è stato per Dior. Infine, non per ordine d’importanza, sono state numerose le persone, che seguendo la fascinazione scaturita dalla serie “la regina degli scacchi”, a trasmettere le loro partire di scacchi in diretta video, restituendo ad un gioco vecchio quanto il mondo una patina di modernità e freschezza senza pari.
In termini numerici, lo streamer più famoso, in arte Ninja, ha dichiarato di essere arrivato a fatturare 500 mila $ in un mese tramite le sue live mentre gioca a Fortnite, uno dei giochi più amati al mondo. Anche se il player, recentemente ha abbandonato la piattaforma, per passare ad un’altra, Mixer, sotto un generoso compenso di 50 milioni.
Tale successo, ha toccato il suo apice, quando Michelle Obama, per una comunicazione istituzionale, si è servita di Ninja. Secondo la moglie dell’ex presidente USA, solo una figura così popolare e vicina ai giovani, avrebbe potuto recapitare il messaggio “educazionale” in maniera non fuorviante e leggera. Tale occasione, ha permesso di spiegare persino agli scettici, che lo streamer è davvero il lavoro del futuro.