Trump frena le vendite di gas in Europa a Gazprom
Tempi duri sta attraversando la più grande compagnia russa di gas naturale. Il gas russo infatti comincia a perdere appeal nel vecchio continente. Dietro questa improvvisa frenata ci sarebbe l’impennata di GNL (gas naturale liquefatto), che a iosa sta sbarcando sulle coste europee. Molto di questo gas proviene dagli Stati Uniti e per giunta il presidente Trump rincara la dose con accorati proclami consigliando agli europei di acquistare solamente gas americano a discapito di quello russo.
È in atto una vera e propria guerra di nervi tra Russia e America per il controllo sulle vendite di gas. Gazprom però sembra non patire la botta americana sotto il profilo finanziario avendo profitti in crescita del 18% (319,1 miliardi di rubli, circa 4,3 miliardi di euro). Il boccone amaro, il gigante russo l’ha ingoiato sotto la voce esportazione verso l’Europa e la Turchia: la previsione secondo Russia Today (canale satellitare a livello mondiale) è di 192 miliardi di metri cubi venduti, con un calo del 4,9% rispetto al 2018. Proprio l’anno scorso Gazprom aveva stabilito un nuovo record di forniture verso l’Europa con un incremento del 5,8% in più di combustibile rispetto al 2017. Dunque la perdita di volumi compromette seriamente la bilancia economica del potentato russo tra entrate ed uscite. Sul prezzo medio le attese della stessa Gazprom sono negative: circa il -13% equivalente a 215 dollari per 1000 mc. Un vero fardello anche per il governo moscovita considerato il fatto che la società rappresenta con le sue attività oltre il 5% del PIL russo. Un lato positivo c’è e si tratta della solida base di clienti che possiede, tra cui anche un’azienda multinazionale italiana di idrocarburi, Eni.
I contratti pluriennali però permettono una certa flessibilità consentendo agli acquirenti di ridurre le forniture per rivolgersi a produttori che offrono un prezzo più vantaggioso dei russi. Lo tsunami di GNL americano rappresenta il nuovo cappio alla sovranità energetica europea come dimostrato anche dalla visita a Bruxelles nel maggio scorso del segretario americano Perry, in occasione dell’High Level Business to Business Energy Forum. In tale occasione Perry ha precisato l’attenzione sulle forniture di gas liquido americano pronte a invadere l’Europa. Resta in Europa la concorrenza del gas liquefatto, prodotto in quantità crescenti e spinto dalla debolezza del mercato asiatico, in cui i carichi spot si sono ridotti ai minimi termini.