Torna il drive-in, il cinema all’aperto che favorisce l’aggregazione senza assembramenti
Dopo oltre 100 anni dalla crisi sanitaria “spagnola”, un nuovo stop all’industria cinematografica. Il ritorno del Drive-in per salvare il settore e non creare assembramenti.
Era il 1918 quando la “spagnola” causò nel mondo circa 50 milioni di vittime, sferrando un duro colpo all’industria cinematografica. Il Los Angeles Times stimò perdite per un milione di dollari, durante le prime settimane di chiusura dei cinema.
Diversa è la questione epidemica, oggi, ma il Coronavirus ha sferrato colpi altrettanto duri. Nei primi mesi del 2020 c’è stato, infatti, un calo al botteghino pari al 25% su base annua con una perdita di circa 600 milioni di dollari.
I danni economici italiani
Situazione analoga anche in Italia, dove ogni anno si girano in stima 124 film. Al momento si parla di circa 70 film bloccati dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Il settore cinema che ha un volume di produzione superiore ad un 1 miliardo di euro l’anno, vanta oltre 100mila occupati, e secondo il presidente APA (associazione produttori audiovisivi), Giancarlo Leone, ogni mese di fermo infligge al settore circa 100 milioni di danni.
Gravi le perdite per ciò che riguarda il mondo spettacolo
<<Abbiamo convenuto con il Ministro che serve un raccordo più stretto tra ministero e regioni sui provvedimenti che via via saranno presi dal Governo in materia di cultura e che investono diversi settori. In particolare le regioni chiedono di essere coinvolte nella gestione del Fondo emergenze di 130 milioni di euro, affinché le diverse componenti dello spettacolo e del cinema possano beneficiarne>>. Ha spiegato il coordinatore della commissione Cultura della Conferenza delle Regioni, l’assessore Tiziana Gibelli.
Anche Netflix accorre in sostegno del settore cinema, annunciando la creazione di un Fondo di Di Sostegno per la Tv e il cinema per l’emergenza Covid-19. A beneficiare di tale fondo saranno diverse figure, tra cui truccatori, montatori, elettricisti.
È il comitato scientifico, quello deputato alla valutazione dei rischi, che dopo aver riaperto le librerie, ha precisato che gli ultimi a tornare in attività saranno cinema e teatri. Da qui, l’idea di Francesco Rutelli, presidente di Anica (Associazione nazionale industrie cinematografiche audiovisive e multimediali) del cinema all’aperto. Le proiezioni all’aperto consentirebbero di superare diverse restrizioni della fase 2, garantendo il distanziamento sociale, in modo da prevenire la diffusione del contagio. Anche per quanto riguarda i biglietti, il mondo “internet” corre al riparo, infatti, i biglietti potrebbero essere venduti ed acquistati online, senza la necessità di contatto fisico.
È corsa, quindi, all’individuazione delle aeree utili per il ritorno al drive-in. Tra le ipotesi romane, sembrerebbero molto plausibili, posti come ponte Milvio e il laghetto dell’Eur.
Il progetto pilota, in piena emergenza, sembrerebbe essere quello bresciano, individuando come luogo utile, la casa museo di Gabriele D’annunzio. “L’anno scorso, con l’assessore Galli abbiamo incominciato a progettare la pavimentazione dell’Anfiteatro anche come cinema all’aperto – sottolinea Guerri – la sciagura del Coronavirus ha accelerato il progetto, adattandolo al parcheggio del Vittoriale capace di ospitare un drive-in da 50-60 posti auto per oltre un centinaio di spettatori“.
Progetto Bovisa
Era il 2019, quando in tempi non sospetti, l’idea di un cinema all’aperto aveva già rapito e aggregato i cittadini di Milano. Il progetto dal nome Bovisa Drive-in, infatti, la scorsa estate aveva unito centinaia di nostalgici degli anni ’50. 10 mila, i metri quadri dove guardare i film direttamente seduti in macchina o su sdraio. Il tutto con l’aiuto di un sistema LedWall per mostrare immagini in alta risoluzione in qualsiasi condizione di luce.
Il progetto aveva vinto il bando FabriQ e ricevuto il contributo del comune di Milano. La programmazione prevedeva un salto nel passato: infatti i film proiettati nel week end erano i più iconici (Grease, Flashdance, Ritorno al futuro). Le sdraio erano accessibili al costo di 10 euro, per quanto riguarda il posto macchina, fino a cinque passeggeri, la cifra arrivava ai 20 euro.
L’emergenza sanitaria ricorre all’aiuto del passato: la platea potrà garantire dai 50 ai 200 posti auto, correttamente distanziate tra loro. Sarà possibile fare uno spuntino acquistando cibo e bevande ordinando online, senza scendere dal proprio mezzo. Per ogni fila di auto, saranno previste aree dedicate ai servizi igienici con appositi dispender di prodotti sanificanti.
La nascita del cinema all’aperto
È opportuno fare un salto nel passato, per cogliere appieno la bellezza del cinema all’aperto. Era il 1932, quando Richard Milton Hollingshead pensò ad una soluzione per sua madre, la quale aveva problemi di sovrappeso. La donna, a causa della sua stazza, infatti, non riusciva a sedersi sulle poltrone del cinema. Suo figlio, sistemò la donna nell’auto di famiglia, appese un lenzuolo tra due alberi e proiettò un film per famiglia e vicini.
La soluzione piacque a così tante persone, che nel 1933 la famiglia Hollingshead registrò il brevetto e il 6 giugno dello stesso anno si tenne il primo spettacolo ufficiale. Negli anni ’50 dove il cinema aveva costi proibitivi, la soluzione degli Hollingshead, permise alle classi meno abbienti di vivere un’esperienza culturale senza pari.
Il biglietto infatti costava solo 25 centesimi. A garantire un guadagno soddisfacente era senz’altro l’acquisto di pop corn e CocaCola. Il trinomio bevanda gassata, pop corn e film, si deve di fatto al cinema all’aperto. Il primo Drive-in italiano fu quello sul litorale romano nel 1957 lungo 60.000 metri quadrati e capace di ospitare 750 automobili.
Il Coronavirus e il cinema all’aperto
Ma dopo l’esplosione del cinema all’aperto, seguì un rapido declino con l’avvento di nuove tecnologie e comodità.
Se da un lato, quindi, il coronavirus ha inferto un duro colpo al settore cinematografico, le soluzioni del passato sembrano venire in nostro soccorso, promettendo una lieve ripresa economica e una boccata d’aria per gli spettatori.
Perché proprio come affermava il regista Mario Monicelli:
<<Il cinema non morirà mai, ormai è nato e non può morire: morirà la sala cinematografica, forse, ma di questo non mi frega niente>> che sia una sala con audio surround o un parcheggio sotto le stelle, il cinema non la dà vinta al Covid-19.