Tassare la plastica, possibile intervento nella nuova manovra
Per ora resta un progetto, ma la misura, secondo molti, sarà già inserita nella prossima manovra: si tratta della tassa su imballaggi, bottiglie e contenitori di plastica. La stesura finale dovrebbe essere pronta per il 15 ottobre, data in cui la manovra sarà inviata a Bruxelles.
Secondo le prime indiscrezioni la tassa consisterebbe in un prelievo di 20 centesimi di euro per ogni chilogrammo di plastica da far pagare ai produttori e agli importatori. Il confronto tra i membri dell’esecutivo è ancora aperto tra chi vede nel provvedimento un effettivo disincentivo all’utilizzo del materiale e chi ci vede, invece, un danno commerciale che potrebbe influire negativamente, andando lentamente a slittare fino ai consumatori. Non è improbabile infatti che la tassa si trasformerebbe in un aumento dei prezzi finali dei beni.
Il provvedimento si collocherebbe all’interno del piano del nuovo esecutivo di scongiurare l’aumento dell’IVA previsto per il 2020. Così il progetto di tassare la plastica, attualmente sotto i riflettori per gli effetti negativi del suo utilizzo, rappresenta uno strumento che, oltre a realizzare il fine benefico di un disincentivo al suo uso, otterrebbe un pubblico benestare che il governo non riuscirebbe a ottenere con la tassazione di altri elementi o servizi.
Una strategia che strizza l’occhio alle politiche ambientaliste in corso di attivazione in tutto il mondo. Negli scorsi giorni si è parlato anche di una possibile tassazione di merendine e prodotti zuccherati, nonché dei voli aerei (una tassa di 1€ per i voli nazionali, 1.50€ per i voli internazionali). Non si sa ancora quali di questi provvedimenti saranno effettivamente inseriti nella manovra e quali invece saranno eliminati in virtù dello slogan “no tax” di cui questo governo si è fatto promotore. Più chiarezza sarà fatta nelle prossime settimane.