Superbonus: dicembre tocca picchi record
Enea riporta dati inerenti al 2023 dell’agevolazione, il taglio al 70% influisce sul mese di dicembre.
Come emerso dai dati Enea, il superbonus chiude il 2023 con detrazioni che ammontano alla cifra di circa 100 miliardi, comprendendo superbonus 90% e 110%. 102,7 miliardi di euro corrispondono a investimenti avviati, mentre 91 miliardi a lavori conclusi.
Interessante notare come per villette e unità indipendenti il 95% dei lavori sia stato completato, mentre per i condomini la percentuale è inferiore, ferma infatti all’85%. Ne consegue che i lavori incompleti dovranno utilizzare l’agevolazione ridotta al 70%.
Proprio la preoccupazione dello sconto fiscale ridotto ha caratterizzato l’ultimo periodo. A causa delle modifiche all’agevolazione che sono partite dal 2024 e che comprendono un taglio al 70% nei condomini e la cancellazione dello sconto fiscale nelle villette e le abitazioni unifamiliari, le ultime settimane del 2023 sono state caratterizzate da una “corsa al superbonus”. Sono infatti migliaia i condomini che nel periodo di dicembre hanno effettuato più spese possibili al fine di accaparrarsi l’agevolazione. Il risultato è stato che nell’ultimo mese dell’anno gli investimenti hanno toccato quasi 6 miliardi di euro, ma il fatto stravagante è che di questa cifra i cantieri condominiali hanno ricoperto 5,7 miliardi di euro. Cantieri e abitazioni unifamiliari hanno invece speso solo 200 milioni di euro.
L’agevolazione fiscale ha in ogni caso mostrato nel 2023 un andamento crescente: alla fine del mese di gennaio gli investimenti medi ammontavano a 594.891,80 € per i condomini, 113.845,67 € per gli edifici unifamiliari e a 96.877,90 € per le unità immobiliari funzionalmente indipendenti. Diversa la situazione a dicembre 2023, quando gli investimenti medi ammontano a 614.832,90 € per i condomini, 117.472,10 € per gli edifici unifamiliari e 98.506,53 € per le unità immobiliari funzionalmente indipendenti. L’alta domanda dello sconto fiscale, di cui è stata infatti richiesta al governo una proroga per il 2024 che non è stata accettata, mostra infatti l’utilità dell’iniziativa, che oltre ad essere una semplice agevolazione fiscale ha anche generato posti di lavoro.