Sulle ricevute fiscali spunta la “tassa Covid”
Le ricevute fiscali, con l’avanzare della Fase 2, cambiano stile. Su molte spunta la “tassa Covid“, un aumento commentato dagli esercenti come un surplus per le spese di sanificazione e la messa in sicurezza del locale. A ricevere le segnalazione è il Codacons che denuncia aumenti medi del 25% oltre la suddetta tassa.
Il commento del Codacons
«Non abbiamo mai affermato che la totalità dei centri estetici la applica ma sono giunte alla nostra associazione decine e decine di segnalazioni tutte inerenti la tassa covid applicata soprattutto da parrucchieri e centri estetici. Non importa che siano il 5% il 2% o il 20% degli esercenti: se anche fossero poche mele marce si tratta di un comportamento che il Codacons ha il dovere di denunciare. E i rappresentanti di categoria dovrebbero ringraziarci per avergli fatto scoprire una prassi assolutamente illegale».
Un surplus
Un surplus che va da 2 a 4 euro, con annessa voce sullo scontrino per le spese di sanificazione e messa in sicurezza. Per l’emergenza epidemiologica da Covid, molti estetisti hanno segnalato al Codacons kit obbligatori da indossare con un costo extra pari a 10 euro a carico del cliente, il tutto giustificato sulle ricevute fiscali.
Tassa per la sanificazione
Il Presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona, ha commentato di aver ricevuto molte denunce dai consumatori per il pagamento di suddetta tassa. Si tratta di una “tassa per la sanificazione” che viene applicata dai parrucchieri, estetisti e una percentuale di dentisti. «Una prassi scorretta che si sottrae forse anche da un punto di vista fiscale alla somma dovuta al consumatore».
Non solo la tassa Covid
Al Codacons, oltre la tassa Covid, arrivano segnalazioni per l’incremento dei listini prezzi dei parrucchieri. In base ai costi medi nelle grandi città, il prezzo per un taglio ha avuto un aumento del 25%, passando da una media di 20 euro a 25. In alcuni casi l’incremento ha raggiunto anche un +66%. Sembrano rientrati invece gli aumenti segnalati inizialmente del prezzo del caffè al bar, con casi di espresso a 2 euro a Milano e di 1 euro e 50 a Roma.