Studio cinese conferma gli anticorpi, mentre aumentano i test sierologici
Uno studio cinese pubblicato il 29 aprile sembra dare una prima buona notizia per le prospettive della lotta al Covid-19. Dopo le prime informazioni per cui in Corea si sarebbero registrati casi di contagi su persone già guarite dalla malattia, le ricerche di tre studiosi cinesi confermerebbero che entro 19 giorni dai primi sintomi, il 100% degli infetti sviluppa anticorpi contro il coronavirus. Il test dell’immunoglobulina sarebbe risultato positivo sulla totalità del campione di 285 pazienti.
Questi dati, nonostante facciano ben sperare, non forniscono ancora una risposta definitiva. Servirà ancora tempo, infatti, per comprendere se gli anticorpi sono realmente protettivi e quanto duri in caso la memoria anticorpale. Lo studio, condotto da un laboratorio dell’Università di medicina di Chongqing, rappresenta inoltre una buona notizia per lo sviluppo di un vaccino, aumentando la probabilità che questo sia realmente efficace. Se il coronavirus si dovesse dimostrare simile ai suoi “cugini”, come la Mers degli scorsi anni, l’immunità dovrebbe durare trai 12 e i 24 mesi.
Le verifiche in atto
In attesa delle verifiche, l’immunità ha dato nuova enfasi al discorso sui test sierologici, gli unici a poter realmente delineare il quadro della situazione e del numero reale di contagiati. L’azienda farmaceutica americana Abbott ha dichiarato che i nuovi test – con affidabilità superiore al 99% – saranno disponibili in Italia per maggio, con la consegna di circa 4 milioni di test entro la fine del mese. I test dovrebbero iniziare il 4, su un campione di circa 150.000 persone, in contemporanea con l’inizio della Fase 2. Fonti della società affermano che un laboratorio sarebbe in grado di analizzare circa 200 test all’ora.
Test in Italia
Un campione di 10.000 test sierologici su persone provenienti da Liguria e Lombardia, effettuato a inizio aprile, aveva mostrato un indice di positività intorno al 10% – cifre che se riportate sulla popolazione della regione illuminerebbero su un numero di contagi estremamente più alto rispetto a quelli registrati, grazie ai numerosi asintomatici. La soglia dell’immunità di gregge è tuttavia ancora lontana, a maggior ragione per un virus super contagioso come il Covid-19, bisognerebbe infatti – secondo quanto dichiara il direttore dell’IRCCS Fabrizio Pregliasco, arrivare a una percentuale di immunizzati del 95%. Percentuale a cui ci si è avvicinati solo in alcuni casi, con durante le verifiche svolte a Nembro e Alzano – due comuni lombardi – che hanno dato risultati positivi nel 61% dei casi.