Smartworking, come ha cambiato la vita lavorativa
Il lavoro agile, comunemente conosciuto come Smartworking, è un fenomeno approdato in Italia a causa dell’emergenza epidemiologica Covid-19. Circa il 68% dei lavoratori è riuscito a svolgere, durante il periodo del coronavirus, tutte le attività in questa modalità. Il 29% un parte delle attività non è riuscito a svolgerle. Il 3% ha, invece, dichiarato di non aver portato a termine la maggior parte delle attività. È quanto emerge da una ricerca dell’Osservatorio Smart working del Politecnico di Milano.
Dalla ricerca emerge anche che la maggior parte dei lavoratori intervistati ha dichiarato di aver gradito questa tipologia di lavoro e volerlo praticare a regime. Durante lo svolgimento dello Smartworking, i lavoratori hanno conquistato una crescita di autonomia e la dimostrazione del valore professionale attraverso i risultati.
Cosa cambia in autunno
Dal 15 ottobre, termine prefissato dello stato d’emergenza, cambieranno le attuali regole di Smartworking. Da quella data, salvo proroghe, si tornerà alle precedenti e più restrittive regole. Esse offriranno a datori di lavoro e lavoratori meno flessibilità organizzativa.
Il ministro per la Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone, durante il convegno al Senato “Smartworking: dall’emergenza all’opportunità” ha dichiarato:
«L’intenzione è introdurre nella pubblica amministrazione lo smart workin, non come durante la fase emergenziale che ha visto anche effetti negativi, ad esempio per il diritto alla disconnessione che è stato meno riconosciuto. Da inizio anno in poi quando ci sarà il Piano organizzativo del lavoro agile, quando si entrerà a pieno regime, avremo anche strumenti da discutere insieme ai sindacati che ho convocato in tavoli tecnici in questa settimana per la riorganizzazione del lavoro che deve cambiare in questa fase di introduzione massiccia di lavoro agile al 50% dei lavoratori. Credo sia una opportunità grande».
Altre proposte da parte del Governo
Il Governo italiano ha adottato alcune misure affinché si renda stabile e flessibile la normativa sullo smartworking anche al termine dello stato di emergenza. Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto mediante il quale si consente “congedi straordinari e lo smart working per tutti i genitori di figli minori di 14 anni in caso di quarantena obbligata dei figli”.
Qualora a contrarre il Covid-19 sia un lavoratore subordinato, anche asintomatico, l’isolamento domiciliare comporterà il divieto di lavorare da casa. L’isolamento domiciliare è riconosciuto a pari valore alla malattia. A norma di legge, durante la malattia, il lavoratore non può rendere prestazioni lavorative durante tale periodo.
In esame è spuntata la possibilità di “fare lavorare in smart working gli asintomatici, se ci sarà il consenso del lavoratore”. Tema presente ai tavoli di confronto tra imprese e sindacati.