Smart working, modalità in forte crescita in Italia

Il Coronavirus ha innescato panico e crisi in tanti settori, ma gli effetti collaterali non sono tutti negativi. Il lockdown forzato ha indotto gli italiani nella riscoperta della modalità smart working.
Oggi il 35% dei cittadini sarebbero disposti a lavorare dalla propria abitazione, anche dopo l’emergenza sanitaria. Il 57% sarebbe disponibile ad una formula di lavoro agile anche parziale. Questo quanto emerge dall’indagine sullo smart working promossa da Euromobility.
Sono già più di mille i cittadini che hanno risposto, precisamente il 64% delle donne e il 36% degli uomini. Il 43% dei lavoratori vivono e lavorano nel nord del Paese, il 40% nelle regioni del centro e il 17% al sud o nelle isole. Il 45% dichiara di essere sorprendentemente soddisfatto dell’esperienza del lavoro svolto a casa. Il 47% asserisce di essere abbastanza favorevole e solo l’8% non approva escludendo del tutto la possibilità dello smart working.
Il commento del presidente di Euromobility
Sempre secondo l’indagine, si considera che il 63% dei rispondenti ha dichiarato di recarsi al lavoro, tramite automobile. A tal proposito il presidente di Euromobility Lorenzo Bertuccio ha commentato:
<<Se non perderemo l’occasione, questo periodo potrà restituirci città, meno congestionate dove può migliorare la nostra qualità di vita, oltre al nostro tempo. Questa esperienza forzata non può e non deve terminare nemmeno dopo che l’emergenza sanitaria sarà rientrata>>.
Tra pro e contro
Sono due milioni, gli italiani che in questo periodo hanno trasformato la propria abitazione in un ufficio per causa Covid-19. L’80% delle persone giudica in modo più che positivo la modalità di telelavoro. Questi i dati che emergono da un sondaggio condotto da IZI, società specializzata nella valutazione economica e finanziaria, in collaborazione con Comin and Partners, società di consulenza strategica di comunicazione e relazioni istituzionali.
Il sondaggio è stato realizzato sui residenti in Italia in età lavorativa tra i 18/65 anni che abbiano avuto l’esperienza del lavoro agile. Sorprendente è il numero significativo degli italiani, esattamente il 37%, disposti addirittura a ridurre il proprio stipendio per continuare a lavorare da casa. Ma non tutti possono permettersi questa modalità in quanto un italiano su tre ha problemi con l’accesso alla rete ed inoltre sia pc che apparecchi tecnologici non sono disponibili proprio a tutti.
I vantaggi
I vantaggi del lavoro intelligente, secondo gli intervistati sono numerosi, oltre un terzo degli italiani fa notare che il risparmio di tempo, che si impiega normalmente per recarsi al luogo di lavoro é considerevole. Ad esempio si indica una maggiore flessibilità di orari del 30% cosa che normalmente é impossibile, se si pensa anche al risparmio economico sui trasporti ed il pranzo che implica il 15% dei casi. Altro dato interessante che emerge dagli intervistati è che il 13% dichiara che ha possibilità di trascorrere più tempo con la famiglia. E la modalità di lavoro agile può cambiare persino l’alimentazione, mangiando in modo corretto e sano.
Una lama a doppio taglio
Se da un lato è molto più facile organizzarsi il lavoro da casa, d’altro canto però, questo può generare difficoltà nel dedicare tempo alle attività personali.
A tal proposito il 23% delle persone afferma di “non staccare mai“, mentre il 5% fa fatica ad organizzare il proprio tempo, e il 7% dichiara che gestire il lavoro nel proprio domicilio è abbastanza complesso.
Altra problematica è che non sempre si dispone di una connessione internet adeguata ed il lavoro svolto nella stessa abitazione in modo simultaneo con altre persone che sono nella medesima situazione crea non pochi ostacoli.
Non mancano anche le distrazioni, in quanto il 13.4% afferma che tra coinquilini, famiglia, televisioni e vari strumenti tecnologici, porta molto spesso a chi deve lavorare un fattore di seria difficoltà nel concentrarsi.