Smart Working, la nuova frontiera del lavoro che contrasta il Covid-19
L’emergenza sanitaria cambia il mondo del lavoro che, sotto la spinta del nuovo virus Covid-19, è costretto ad aggiornarsi: per la Pubblica amministrazione, infatti, lo Smart Working smette di essere sperimentale per divenire ordinario, e talvolta persino obbligatorio.
In base all’emergenza sono state adottate le prime misure con il decreto 9/2020, secondo cui bisogna dare la possibilità ai lavoratori di organizzarsi in modo più agile, conciliando tempi di vita personale e tempi di lavoro. Questa la spiegazione del ministro della Pubblica amministrazione Fabiana Dadone.
Cos’è lo Smart Working?
Lo Smart Working consiste nell’eseguire il proprio lavoro subordinato senza vincoli orari o spaziali, con un’organizzazione stabilita mediante un accordo tra dipendente e datore di lavoro. Fino ad oggi l’Italia sembrava essere attaccata ancora al modello di lavoro industriale, rifiutando i cambiamenti della nuova generazione. Di fatto, il lavoro cosiddetto “agile” è una novità solo in Italia. Infatti, nel 2018, solo 114 aziende hanno chiesto ed ottenuto gli sgravi contributivi pari al 5% della retribuzione prevista per i programmi di lavoro agile. Secondo i dati dell’Osservatorio sullo smart working del Politecnico di Milano, fino al 2017 i lavoratori da casa erano circa 300mila.
Come si svolge il lavoro agile
Il dipendente potrà utilizzare i propri dispositivi tecnologici (tablet, pc) a fronte dell’insufficienza o indisponibilità da parte dell’Amministrazione. Sarà attivato ovviamente un sistema di reportistica interna, per assicurare performance lavorative altrettanto valide, sicure e tempestive come quelle in azienda.
Per quanto riguarda la retribuzione, non ci saranno differenze con i lavoratori che svolgono la stessa mansione in azienda, secondo stabilito dal contratto nazionale di riferimento (art20). Ovviamente, sarà previsto anche da parte del datore di lavoro il pagamento del contributo INAIL.
Il commento
“Proviamo a trasformare una situazione negativa in una situazione positiva per la PA”, sottolinea il ministro per la PA, Fabiana Dadone, presentando la circolare appena emanata per incentivare il lavoro agile nella pubblica amministrazione.
Se da una parte, infatti, il coronavirus ha fermato ogni manifestazione pubblica, sembra non avere lo stesso effetto sul mondo del lavoro. Di fatto il lavoro “agile” si avvicina ad oggi più ad una soluzione moderna a tempo indeterminato, che ad una variabile d’emergenza.