IL SENSO DELLE RELAZIONI PER STARE BENE
Qual è il contenuto del sorrisoe d’una stretta di mano?
Nel dare il benvenutonon sei mai lontanacome a volte è lontanol’uomo dall’uomo
quando dà un giudizio ostilea prima vista?
Ogni umana sorte apri come un libro cercando emozione non nei suoi caratteri,non nell’edizione? Con certezza tutto, afferri della gente?
Risposta evasiva la tua,insincera,uno scherzo da niente-i danni li hai calcolati? Irrealizzate amicizie, mondi ghiacciati.Sai che l’amicizia va concreata come l’amore?
C’è chi non ha retto il passo in questa dura fatica. E negli errori degli amici non c’era colpa tua? C’è chi si è lamentato e consigliato. Quante le lacrime versate
prima che tu portassi aiuto? Corresponsabile della felicità di millenni-forse ti è sfuggito il singolo minuto la lacrima, la smorfia sul viso?Non scansi mail’altrui fatica?Il bicchiere era sul tavolo e nessuno lo ha notato, finché non è caduto per un gesto distratto.Ma è tutto così semplice nei rapporti fra la gente?(Wisława Szymborska)
Non è una grande scoperta ma è giusto ripeterlo: quello che fa star bene o male è determinato dalle relazioni tra le persone.
L’idea dei ricercatori di Boston è ambiziosa: capire cos’è che ci consente di vivere bene e a lungo (se non si è nati in Sardegna).
Così gli studiosi dell’Università di Harvard hanno registrato la vita ai 300 studenti ammessi al College tra il 1938 e il 1944: stato di salute — fisica e mentale — lavoro, famiglia, amori, avventure, amici e tanto d’altro (lo studio va avanti da ottanta anni e non si fermerà).
In che cosa consiste quello che hanno scoperto?
La cosa più scontata dall’inizio della vita: che sono l’amore, l’amicizia, il buon rapporto con gli altri a determinare il benessere e per alcuni momenti la felicità.
Sentirsi bene è una condizione soggettiva che si determina quando la persona investe sull’oggetto (organizzazione, lavoro, ruolo, ecc.) e lo modella, lo plasma per il proprio benessere.
Quando tutto questo ha senso.
Si sta male quando accade il contrario: ossia quando è l’oggetto che domina il soggetto, quando il ruolo che si ha costringe a un comportamento totalmente prescritto, quando le regole sono armature che soffocano, quando si ha paura di esprimersi perché si corre il rischio di essere impallinati, quando la sfiducia è una cappa pesante nell’anima e quando il malessere determina il Mal-Essere.
Quando tutto questo non ha senso.
Ma è quando si sta bene, o meglio, che si ottengono i risultati, e sono anche superiori, se si è insieme.
Essere insieme è un fatto psicologico oltre che organizzativo e quindi si ottiene di più quando si sta insieme, ma bene, quindi quando qualcosa, oltre ad avere senso per me l’ha anche per gli altri.
Questo ci fa star bene, le relazioni sono capaci di farci superare anche difficoltà di tipo organizzativo o strutturale o mancanza in generale di risorse.
Perciò interrogarsi sul benessere ha una formidabile valenza economica: chi sta meglio ottiene più valore e lo stare meglio è progettabile!
Il primo ingrediente del benessere è l’inclusione, la condivisione e la costruzione di senso come forma della comprensione interessata (dove l’interesse non è iniquo).
Il potere, il leader è il principale organizzatore di questa costruzione logico pratica e quindi la vera guida in qualsiasi tipo di organizzazione deve essere quella del senso condiviso.
Oggi, spesso, le imprese sono ipergestite e ipoguidate, perché, spesso, chi è al vertice è più attento a fissare politiche, procedure, processi, piuttosto che creare una visione piena di senso per chi deve vivere in quel luogo.
Qualsiasi comportamento attuato senza senso è per forza senza valore e nell’evitare questo il leader ricopre e attua la funzione politico-economica del benessere.
In un sistema sociale il benessere deve, per forza, essere cooperativo, vuol dire aver la possibilità di costruire gli ambienti (fisici e sociali) in cui si vive, significa poter influenzare il proprio contesto e produrre il proprio valore.
Questa considerazione possiamo ovviamente trasferirla anche nello scenario politico.
Chi vorrà davvero essere leader in termini non superficiali dovrà cercare di costruire un senso traendolo da uno scenario ora pieno d’iniquità e stupidità.
Non è sufficiente fare cose, occorre che abbiano senso e che questo sia riconosciuto dalla maggior parte delle persone che puntano a un benessere contro soggetti che traggono il loro star meglio proprio dal malessere della prevalenza.
Che bello sarebbe aumentare il senso comune di un sorriso o di una stretta di mano!