Scenari e prospettive per le imprese nel 2013
L’attuale crisi mondiale si è sviluppata come risultante di squilibri in tre diverse componenti, tra loro interconnesse, che ne hanno amplificato l’impatto sulle economie. Da una crisi finanziarianata negli Stati Uniti, si è passati ad una crisi dell’economia reale che ha colpito in particolare l’Europa.
Iniziata con il caso della Grecia, non affrontata con la necessaria incisività, tale fase è stata aggravata dal braccio di ferro tra BCE e governi europei ed è stata ulteriormente appesantita dalla proposta franco-tedesca di aiuti con il coinvolgimento diretto del settore privato, che ha provocato la fuga dall’Europa degli investitori stranieri. La crisi da spread (e da rischio debito) ha, poi, contagiato l’Italia che si è vista obbligata all’adozione di politiche di rigore di bilancio e di contrasto alla crisi di fiducia dei mercati.
Quali sono gli scenari e prospettive per le imprese nel 2013 in Italia e nel Mezzogiorno?
L’analisi dell’economia nazionale e del Mezzogiorno deve necessariamente inquadrarsi in tale scenario che prevede un’Italia in recessione ancora nel 2012 e nel 2013 (rispettivamente -2,4%; -0,5%). Il lavoro descrive un’economia al bivio tra uno scenario possibile di ripresa, riscontrabile nelle recenti scelte della BCE di sostegno decisivo all’Euro e l’annuncio di potenziali acquisti di titoli, e la disgregazione della moneta che potrebbe comportare il rischio diimplosione dell’unione monetaria, il ritorno ad un protezionismo nazionale o anche la crisi del mercato interno con effetti recessivi globali.
Per l’Italia, la strada obbligata ma anche la più conveniente è il rilancio dell’Europa e dell’Unione Monetaria. All’interno della dimensione europea, infatti, le realtà territoriali del Mezzogiorno, ed in particolare la Campania, che adesso hanno un passo più lento (Mezzogiorno -2,7% nel 2012; -0,9% nel 2013), potranno trovare le condizioni migliori per una crescita sostenibile ed allinearsi ai parametri di sviluppo economico se faranno leva sui loro punti di forza endogeni: i poli tecnologici innovativi e le aziende export-oriented.
Grafico
Andamento PIL (var % annua)
Fonte: elaborazioni Srmsu Fmi, Eurostat, Istat, Prometeia, Svimez, Intesa Sanpaolo
E le prospettive per le imprese in Campania?
Per la Campania lo scenario 2013 prevede una sostanziale stasi delle unità di lavoro e di valore aggiunto totale che si accompagnerà, purtroppo, ad un aumento del tasso di disoccupazione e una riduzione della popolazione con probabile ripresa dei flussi migratori “brain drain” da Sud verso Nord e verso l’estero ed un calo della domanda interna.
Per contrastare tale fenomeno la via possibile è legata all’internazionalizzazione e all’innovazione del sistema imprenditoriale e produttivo.
Le imprese “di fascia alta” della Campania stanno, infatti, inseguendo e perseguendo la via del commercio estero anche grazie all’impetuoso sviluppo dei paesi emergenti. Le esportazioni campane dopo una contrazione di circa il 16% del 2009 hanno ripreso a crescere nel biennio successivo (+18,3%) recuperando interamente la caduta e chiudendo il periodo complessivo (2007-2011) con un tasso medio positivo di +0,5%. La tendenza prevista è di un progressivo ulteriore incremento.
Sulla base delle tendenze attuali, in Campania è prevedibile nel medio periodo che i processi di internazionalizzazione delle imprese si rivolgano sempre più verso nuove aree e nuovi mercati:
- l’Area Med e l’Asia trainati in particolare dai settori dell’Agroindustria, dell’Aeronautico e dell’Automotive;
- l’America (Settentrionale e Meridionale) con in evidenza il Tessile di alta gamma, l’Agroindustria, i Mezzi di trasporto.
E’ necessario, pertanto, fare delle scelte di posizionamento su quei settori che già garantiscono maggiore proiezione estera e capacità innovativa. In tal senso, la Campania ha una base forte da cui partire.Dispone, infatti, di rilevanti presenze nel comparto medium/high-tech e nel Made in Italy di Alta Gamma.
In Campania, le prospettive per le imprese sono rosee grazie ai molti settori di eccellenza
Alcuni esempi di settori del comparto medium/high–tech in cui la Campania presenta eccellenze produttive sono il polo aeronautico con ampi potenziali di crescita.Gli ultimi dati evidenziano una variazione complessiva di export del 26,0%, contro il 18,6% nazionale. Il fatturato del settore Aerospazio è di 1.669 mln di €, pari al 23% dell’Italia e le unità locali sono 56 a cui vanno aggiunti altre realtà della filiera, consorzi e centri di ricerca arrivando a oltre 100 realtà (di cui 85 società di capitali).
A questo si aggiunge il polo del settore Automotive, che sebbene viva una situazione internazionale di grande trasformazione, è in Campania esempio di potenzialità innovativa nella ricerca (ricerca applicata sui materiali) così come nella produzione. In Campania il fatturato automotive è stimato in oltre 5,4 mld di €, pari al 10% dell’Italia. Gli addetti alle unità locali sono 13.750 (pari al 7% del settore manifatturiero regionale contro il 4% del dato nazionale) e si distribuiscono in 159 unità locali.
Da rimarcare anche il polo biofarmaceutico di eccellenza nella ricerca scientificache registra un calo fisiologico nel semestre (export: -22,7%; dopo le performance migliori del comparto registrate nel 2011).
Ma vi sono anche altri distretti con una performance positiva : il polo conserviero di Nocera; quello del Caffè e la pasta napoletana; il distretto del sistema moda Alta Gamma del napoletano e la concia.
Sono, difatti, cresciuti sui mercati esteri le conserve di Nocera (+10,9% nel I° semestre del 2012 per un valore di fatturato esportato di oltre 821 milioni); l’abbigliamento di Alta Gamma del Napoletano (+12,3%nel I semestre del 2012 per un valore di fatturato esportato di 320,1 milioni); il Caffè e la Pasta (+11,2% per un valore di fatturato esportato di 274,5 milioni di euro); le calzature napoletane (+7,5% per un valore di 215.7 milioni di euro); la concia di Solofra (+1% per un valore di 140 milioni di euro).
A fare da traino a tali produzioni oggi sono gli USA e il Regno Unito sempre più alla ricerca di produzioni di qualità. La ripresa può essere vicina, nonostante un 2013 in cui ci sarà ancora recessione, a condizione di saper puntare con più forza sui settori maggiormente orientati all’export, alcuni dei quali fortemente radicati nel Sud.