Rinviata in autunno l’assemblea mondiale dell’International LGBTQ+, il Covid-19 colpisce ancora
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Bisognerà aspettare l’autunno per la 37° assemblea mondiale LGBTQ+ Travel Association che sarebbe stata ospitata da Milano dal 6 al 9 Maggio, dopo sei anni che non si teneva in Europa. Brutta notizia, quindi, per l’economia italiana, poiché solo in Italia, il comparto LGBTQ+ fattura 2.7 miliardi di euro e 65 miliardi di dollari in tutto il mondo.
L’evento avrebbe incluso tour operator, catene alberghiere, giornalisti, influencer, e persone del settore. Alessio Virgili, ambasciatore italiano IGLTA e presidente della convention, ha affermato che il 74% di viaggiatori LGBT stranieri solo nel 2019 ha avuto tre periodi di vacanza lunga (circa 11 giorni). Tali spostamenti contribuiscono in modo fiorente all’economia del paese.
Un comparto, quindi, quello del turismo arcobaleno che anche per Enit (Agenzia nazionale del turismo) è importante aiutare: «Si tratta di un importante veicolo per lo sviluppo economico. Secondo l’Unwto, l’organizzazione mondiale del turismo, sono 35 milioni i turisti LGBT, si calcola che la spesa mondiale riconducibile a questo segmento sia di oltre 211 miliardi di dollari l’anno».
Grandi, quindi le cifre che Milano avrebbe ospitato, numeri che secondo le previsioni, avrebbero superato quelle della scorsa convention tenutasi a New York. Convention, quella americana, che aveva già battuto ogni record, con circa 700 operatori da 49 paesi diversi. 100, invece, gli operatori che avrebbero aiutato la convention italiana, con un fatturato previsto di circa 2 milioni di euro in soli 4 giorni.
Giugno Pride
Pesanti cancellazioni anche quelle che riguardano i diversi gay pride sparsi per le città italiane. A confessarlo apertamente era stata Kristine Garina, presidente della European pride Organizers Association, dichiarando che diverse cancellazioni delle parate sarebbero state inevitabili, causa coronavirus. L’onda arcobaleno, però non si ferma, spostando i suoi appuntamenti sulla rete, con eventi, ospitate e momenti di riflessione. È il caso di Global pride che si terrà il 27 giugno 2020 o lo stesso Milano Pride e tanti altri.
Teorie su economia ed inclusione LGBTQ+
Secondo alcuni studi, tenuti da Accenture Products (multinazionale in open for business), una città che ambisce ad avere un ruolo centrale nello scenario del mercato globale, deve applicare politiche inclusive per la comunità LGBT+. Sembrerebbe quindi, che le società più aperte verso “le diversità” siano luoghi dove l’economia funzioni meglio. L’indice Gallup, che esanima tra i diversi fattori, anche se una nazione è un buon posto dove vivere se si è parte della comunità gay, evidenza come le nazioni più inclusive producano il più alto prodotto interno lordo pro capite.
Campionesse di inclusione LGBT+ sono Amsterdam, Berlino, Chicago, Dublino, Londra, New York (in assoluto la migliore, secondo l’associazione), San Francisco, Stoccolma, Toronto e Washington. Nella parte alta della classifica si trovano anche Los Angeles, Madrid, Parigi, Barcellona, Melbourne e Vancouver. L’Italia è in classe B, il sesto gradino dell’indice, con Milano e Roma, insieme a Medellin, Città del Messico, Bangalore, Città del Capo, Rio de Janeiro e Seul. Per niente inclusive sembrerebbero essere El Cairo, Karachi, Lahore e Lagos.
Anche le aziende, così come afferma Igor Suran, direttore esecutivo di Parks-Liberi e Uguali, stanno cambiando: non solo il singolo prende parte alle parate, ma anche le realtà lavorative. Erano solo 7 nel 2011 le imprese che avevano aderito. Adesso sono 50. Banca d’Italia, Pfiezer, Ikea, Bnl, Sky, Politecnico di Milano e molti altri, vedendo nell’inclusione un modo di aumentare e rendere la produttività migliore.
Un po’ di storia
Erano gli anni ’60, quando negli Stati Uniti era frequente che i poliziotti organizzassero delle vere e proprie retate nei locali gay della città, picchiando ed arrestando i membri della comunità. Dopo anni di soprusi, nel 1969 del 28 Giugno, un gruppo di poliziotti prese di mira il club gay Stonewall Inn a New York. Per la prima volta la comunità gay non restò a guardare, dando vita ad una vera e propria rivolta contro le forze dell’ordine. Nei giorni a seguire quel triste accaduto, la comunità gay scese in strada, decisa a non vivere più nell’oblio. Lo slogan di quegli anni divenne un monito per il futuro: “Say it clear, say it loud. Gay is good, gay is proud.” (Dillo in modo chiaro, e urlalo. Essere gay è giusto, essere gay è motivo d’orgoglio).
Un anno dopo, in memoria della rivolta di Stonewall, fu organizzato il primo Gay pride a New York inizialmente col nome di Christopher Street Liberation Day March. La marcia, variopinta ed allegra, voleva solo ricordare che il mondo era cambiato, e mai più le regole sociali avrebbero oppresso la liberà. Lo stesso anno, furono molte le città a prendere d’esempio New York: seguirono infatti Chicago, San Francisco e Los Angeles. È la terza, chiamata anche la città degli angeli, dove per la prima volta la strada fu transennata, delimitando un vero e proprio percorso. Ad oggi i gay pride si tengono nelle più grandi città italiane, prendendo come mese d’inizio, proprio quello di giugno.
Se per alcuni il Pride assume solo le sembianze di una carnevalata, ad oggi sembrerebbe essere uno dei pochi modi per gridare al mondo che diverso non è sbagliato. Da non dimenticare, inoltre, gli effetti benefici sull’economia italiana. Benefici che ad oggi, sotto la stretta del coronavirus, sembrano essere solo un miraggio.
In 72 paesi al mondo, essere omosessuale è ancora un reato che può costare la vita, e per questo non esiste alcuna mascherina.