Rifiuti, tassa più cara al sud
Secondo un’indagine svolta dalla rivelazione annuale dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, emerge che nel 2019 la Tari (tassa sui rifiuti) ammonta in media a 300 euro, con differenze territoriali molto marcate; la Regione più economica è il Trentino Alto Adige con 190 euro, mentre la più costosa è la Campania con 421 euro. L’indagine prende come riferimento una famiglia tipo, composta da 3 persone ed una casa di proprietà di 100 metri quadri. Analizzando le tariffe dei 112 capoluoghi di provincia esaminati, sono state evidenziate variazioni in aumento in circa 51 capoluoghi; tariffe stabili in 27 capoluoghi e in diminuzione in 34.
L’incremento più elevato è a Matera (+19,1%), a Trapani la diminuzione più consistente (- 16,8%). Geograficamente i rifiuti al nord costano meno (in media 258 euro), segue il centro (299 euro), infine il sud, più costoso (351euro). A Roma la Tari più cara del Lazio, infatti la tassa ammonta in media a 325 euro a famiglia (contro una media nazionale di 300 euro). La capitale resta la più cara a livello regionale con una spesa di 378 euro (decremento del 4,1% rispetto al 2018). Dai 378 euro di Roma si passa ai 269 di Viterbo, dove si registra un incremento del 10,1% rispetto al 2018. Negli altri capoluoghi laziali la Tari ammonta a 335 euro (+2,7%) a Latina; 325 euro (stabile rispetto all’anno scorso) a Rieti e a 319 euro (- 13,7%) a Frosinone.
Per la raccolta differenziata i dati fanno riferimento al 2017 e si va dal 15,2% di Frosinone ai 52,5% di Viterbo, Roma invece al 43,2%. Più di due famiglie su tre (il 68, 2%) ritengono di pagare troppo per la raccolta rifiuti: la percentuale sale all’83,4% in Sicilia, segue l’Umbria con l’80%, la Puglia con il 79,1%, la Campania con il 78,4%. Le dieci città più costose con una spesa annua che supera i 400 euro, sono tutte collocate al sud mentre nella “top ten” delle più economiche solo tre sono meridionali, ovvero Potenza, Vibo Valentia e Isernia. La maggioranza dei rifiuti urbani in Italia è prodotta al nord (47%) seguito dal sud con il (31%) e infine al centro (22%). La media nazionale di raccolta differenziata ha raggiunto il 55,5% (+3 punti rispetto al 2016) mentre il 23% finisce in discarica. Anche in questo caso il nord si posiziona al primo posto (66,2%) seguito dal centro (51,8%) e dal sud (41,9%). Percentuali più elevate di raccolta differenziata in Veneto (73,6%), Trentino Alto Adige ( 72%), Lombardia (69,6%), Friuli Venezia Giulia (65,5%); le più basse in Sicilia (21,7%), Molise (30,7%), Calabria (39,7%).