Quanto occorrerà all’economia italiana per rialzarsi?
L’economia italiana, vista la grave emergenza in cui verte il paese, impiegherà almeno due anni per tornare ai livelli di PIL pre-Coronavirus. Ad affermarlo è il focus prodotto da Censis e Confcooperative.
Il focus, dal titolo “Lo shock epocale: imprese e lavoro alla prova della lockdown economy”, prende in considerazione una chiusura delle attività fino a maggio e un ritorno alla quotidiana entro due mesi.
Il focus nel dettaglio.
Lo studio parte con l’ipotesi di impatto sul fatturato al 2021. Lo scenario che si presenta sarà uno “shock Covid-19“, il quale avrà una mancata produzione di valore dalle imprese superiore ai 270 miliardi di euro. Secondo quanto riferisce il focus, poco più del 50% delle imprese e dei suoi lavoratori non si sono fermati.
Con i provvedimenti di sospensione circa 2.3 milioni di imprese nell’industria e nei servizi si sono fermati, pari al 48.2% del totale. Questa sospensione ha un peso in termini di fatturato pari a 1.321 miliardi di euro in un anno, circa il 42.4% del totale del fatturato dei servizi e dell’industria.
I lavoratori fermi risultano 7.3 milioni, su di un totale di 16.7 milioni. Le imprese al momento in attivo risultano 2.47 milioni e quasi 9.4 milioni di lavoratori.
Lato positivo secondo lo studio è che con le giuste misure di contenimento per il Coronavirus non è stata bloccata l’intera economia e grazie al “contributo fondamentale” delle cooperative che creano lavoro e ricchezza nel Bel Paese.
Il commento del presidente Confcooperative Gardini
<<In condizioni di urgenza straordinaria il sistema necessita di misure straordinarie, coraggiose e soprattutto veloci che consentano di non spegnere i motori, altrimenti rischiamo, quando sarà passata l’emergenza, di lasciare sul tappeto un milione di imprese.>>
Ha commentato il focus il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini, riassumendo il quadro prospettato per l’economia italiana.
<<Di qui la necessità di mettere in campo meccanismi che garantiscano liquidità immediata a tutte le imprese. Vanno tenuti accesi i motori del sistema imprenditoriale per consentire la ripartenza appena sarà possibile e cercare il rimbalzo necessario per il nostro Pil. In caso contrario rischiamo di uscire da questo lockdown lasciando sul tappeto almeno il 20% delle imprese, poco meno di un milione di Pmi, con conseguenze indescrivibili in termini di fatturato, occupazione e tenuta sociale del Paese. Vanno inoltre saldati tutti i debiti della PA>>.