Putin: quinto mandato tra proteste e fiducia
Confermato il quinto mandato dell’eterno leader russo tra la fiducia e chi ne nega la legittimità
Vladimir Putin viene confermato al potere con quasi il 90% dei voti, definendo così l’inizio del suo quinto mandato a seguito di 24 anni già trascorsi al potere. Il termine del suo incarico è adesso fissato per il 2030.
Nell’attesa dei dati del voto elettronico, le preferenze per lo zar si aggirano tra l’87% e l’89%, eliminando la concorrenza degli avversari. Con un’affluenza alle urne stimata oltre il 73%, come riportato su ansa.it, il secondo posto va a Nikolai Kharitonov, con il 4,7%, mentre al terzo e quarto posto ci sono Vlasislav Davankov con il 3,6% e Leonid Slutsky con il 2,5%.
Anche le regioni ucraine Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson, controllate da Mosca dal 2022, registrano larga partecipazione, tra l’80% e il 90%. Le preferenze per Putin si registrano fino al 95% nel Donetsk, al 94% nel Lugansk, al 93% in Zaporizhzhia e all’88% in Kherson.
Elezioni illegittime, accusa Zelensky da Kiev, che definisce Putin un uomo “malato di potere”, ed eletto senza “alcuna legittimità”.
Ma l’eterno leader del Cremlino alla sua riconferma al potere saluta la Russia definendola “una grande famiglia”, sottolineando una totale fiducia da parte dei cittadini e ringraziando i soldati che combattono in Ucraina per “proteggere il nostro popolo”. Ha poi emesso un severo monito verso coloro che sfidano la Russia, affermando con fermezza: “Non importa quanto abbiano cercato di spaventarci, di sopprimere la nostra volontà, la nostra coscienza, nessuno ci è mai riuscito nella storia. Hanno fallito ora e falliranno in futuro”. Inoltre, ha avvertito la NATO sui pericoli di un conflitto, perchè ciò potrebbe portare “ad un passo dalla terza guerra mondiale”.
Sul caso Navalny sorprendentemente lo ha definito un “evento triste” e ha spiegato che era stato proposto uno scambio con prigionieri detenuti in occidente, ma a condizione che Navalny non tornasse in Russia.
Nonostante le belle parole, a tratti minacciose, sui social è polemica a causa di più video in circolazione che ritraggono soldati in atti minacciosi verso i civili. Nello specifico, i filmati ritraggono un soldato a volto coperto e armato di kalashnikov intento ad entrare all’interno delle cabine elettorali e altri soldati che bloccano con forza a terra uno dei civili. Altre riprese mostrano il dissenso verso queste elezioni, con cittadini che versano inchiostro sulle schede elettorali annullandone i voti, danno fuoco alle urne e lanciano molotov nei seggi. Probabilmente contro le proteste non ha aiutato l’appello di Yulia Navalnaya, vedova di Navalny, che in un video su YouTube incita a boicottare le elezioni.