Profumo di mare: in Campania è caccia all’ombrellone
Sembrerebbe Ischia la zona marittima dove si riscontrano i maggiori aumenti post Coronavirus. In tutti gli altri luoghi sembrerebbero esserci i soliti prezzi della scorsa estate, ad esclusione di alcuni scorci di mare, dove a causa della mareggiata dello scorso dicembre, le spiagge andranno ad ospitare meno persone. L’estate campana, da Torre Annunziata fino al Cilento, sembra avere, quindi, lo stesso prezzo degli altri anni. Il litorale torrese, avendo ridotto drasticamente il numero degli ospiti ha segnalato in più lidi il sold out totale fino a settembre. Prendere il sole in prima fila al Nettuno lounge beach sembrerebbe costare in torno ai 1500 euro. Per quanto riguarda Castellammare, presso il lido Lo Scoglio il lettino toccherà cifre di 7 euro, per un turno a scelta dalle 8 alle 13 o dalle 14 alle 18,45. Per la penisola sorrentina, al Bikini un lettino singolo costerà 20 euro. Di ben altra natura, è il destino toccato a Scrajo Mare, dove la violenta erosione d’inverno, ha ridotto un terzo della superficie balneare.
Il primo ad aprire
Tra i primi a riaprire le porte ai bagnanti, sono stati i lidi sorrentini, in particolare il Leonelli’s Beach, il quale, secondo le disposizioni anti Covid-19 ha ridotto i posti da 700 a 350.
È Francesco Leonelli, titolare dello stabilimento, a fare chiarezza sui costi: «Non è previsto alcun aumento, nella speranza che presto i turisti possano arrivare in fretta, e si possa disporre di lettini ed ombrelloni in maniera differente».
Voglia di casa
È Carriero, responsabile della sezione turismo e dell’Unione Industriali di Napoli, a spiegare il fenomeno che si sta manifestando. Se dapprima i campani avevano voglie proiettate all’estero, in concomitanza col Covid-19, il popolo napoletano sta avvertendo una necessità impellente di esplorare le meraviglie locali. Anche gli stranieri, sembrano voler ripiegare la loro voglia d’estate sui luoghi campani.
«In tutte le strutture alberghiere si sta verificando una nettissima prevalenza di prenotazioni degli italiani, ma c’è anche un forte desiderio dei Paesi stranieri a tornare in Campania. Il Sud Italia nella percezione di tutto il mondo è molto meno colpito del Nord e quindi le richieste arrivano. Abbiamo molti contatti e telefonate dalla Germania e dai paesi scandinavi che, a parte la Svezia, sono tra i meno colpiti dal Covid, ma anche da inglesi e francesi», ha spiegato Carriero.
Il fatturato
Sono poco più di 110 milioni di euro l’anno per oltre 30 mila concessionari, quelli che incassa lo stato dagli stabilimenti balneari, in media 3700 euro per un giro d’affari stimato in oltre 2 miliardi di euro. Era solo il 2019 quando i concessionari per un metro quadro hanno speso 1,77 euro per le aree scoperte, mentre 3,33 euro per le aree cui poggiano impianti di facile rimozione.
Un canone, quindi di 15/20 mila euro, cifra che secondo Antonio Capacchione, presidente del SIB (sindacato dei balneari) può essere esigua per certe realtà, ma un onore insostenibile per altri.
Tale canone, è diverso per i “balneari pertinenziali”, ovvero coloro che dopo la Finanziaria 2007. Essi non emettono pagamenti a metro quadro, ma in base ai valori fissi di mercato stabiliti dall’Osservatorio sul mercato immobiliare dell’Agenzia delle entrate. Una regolamentazione, quindi, che non è uguale per tutti.
In testa la Campania, buoni i risultati per tutta l’Italia
Boom per Cilento, Ischia e mare Adriatico, ma positivi anche i risultati per le altre mete italiane. In testa alle preferenze dei viaggiatori ci sono:
- la Puglia (con preferenze sul Salento e Gargano);
- la Calabria (sia sul versante Ionico che su quello Tirrenico);
- la Sicilia (Sicilia occidentale e Isole Eolie).
Anche se l’estate sembrava lontana è arrivata, a dispetto del Covid-19. Se da una parte l’allerta è ancora alta, dall’altra si ha voglia di mare. Per un’estate italiana che non rinuncia al divertimento, senza dimenticare tra protezione solare ed infradito l’ormai iconica mascherina anti Covid.