Il piano di ristrutturazione della Deutsche Bank: 18.000 licenziamenti
La Deutsche Bank si ristruttura: l’annuncio è arrivato il 7 luglio dopo una decisione presa dal consiglio di sorveglianza. Nel piano sono previste riduzioni degli asset, creazione di una bad bank, uscita da Global equity, ma anche tagli a 18mila posti di lavoro. Il fine è aumentare gli investimenti nelle sue attività “core” e investire su settori come la banca corporate, la consulenza, le fusioni e acquisizioni e i servizi a famiglie e PMI e digitale.
Secondo quanto riportato da Bloomberg i licenziamenti coinvolgerebbero soprattutto l’area asiatica dove la Deutsche Bank ha già licenziato circa metà dello staff della divisione trading azionario e inoltre, sarebbe pronta a un’ulteriore riduzione del 25% del personale entro fine mese. Anche in Australia, nelle sedi di Sydney, molte scrivanie sono state liberate. Tuttavia, l’Europa non è esente dalla manovra del colosso tedesco. A Londra infatti diversi dipendenti sono stati già licenziati e ulteriori licenziamenti sono previsti per le prossime settimane. A rischio posti di lavoro anche nella città di Birmingham. Niente rischi invece per i dipendenti italiani, dove le attività svolte rientrano già in quegli ambiti su cui la Deutsche vuole concentrarsi.
Il nuovo piano, con relativi licenziamenti, sarebbe stato deciso dopo anni di crisi e dopo il fallimento della fusione con Commerzbank che avrebbe potuto invertire la rotta senza i drastici tagli attualmente in corso. Inoltre, il colosso abbandona il precedente progetto di espansione negli Stati Uniti per focalizzarsi maggiormente sui mercati europei. Immediata conseguenza dei licenziamenti, un crollo del titolo della Deutsche che nella giornata successiva all’annuncio perde il 5%.
Polemiche anche riguardo alla modalità dei licenziamenti: secondo la maggior parte dei quotidiani esteri, il licenziamento sarebbe avvenuto senza alcun tipo di preavviso dando agli impiegati poche ore per raccogliere le proprie cose e sgombrare le proprie scrivanie.