Parchi tematici in crisi: ancora un altro bersaglio di Covid-19
Riaprono in questi giorni qualche parco tematico, altri dovranno attendere il mese di giugno. È ancora il coronavirus a rendere l’esperienza umana del tutto differente.
Un settore, quello dei parchi di divertimento, inclusi quelli acquatici, che permette a 25 mila persone di avere un lavoro, di cui 10 mila fissi e 15 mila stagionali. Solo nel 2019, il settore aveva prodotto un fatturato di 450 milioni di euro. A rischio, quindi, diversi posti di lavoro, circa 25 mila lavoratori. Ogni anno, i parchi a tema generano 2 miliardi di euro, suddivisi in ristorazione, hotel, ingressi, manutenzioni e merchandising.
Sono circa 230 le strutture italiane, che ogni anno accolgono 20 milioni di italiani e 1.5 milioni di stranieri, generando di fatto quasi la stessa cifra di pernottamenti hotel.
Crisi liquidità
Era febbraio, quando numerosi parchi a tema hanno dovuto affrontare le spese della chiusura. Ciò ha generato una forte crisi di liquidità, a causa di somme extra spese durante l’inverno. I parchi, di fatto, per accogliere al meglio i visitatori, vanno incontro a spese di manutenzione, all’installazione di nuove attrazioni e nuove aree tematiche. Alti, anche i costi per la manutenzione e la cura degli animali, nel caso dei parchi che prevedono spettacoli a tema. Stessa sorte è toccata alle strutture acquatiche. Esse vivono generalmente su una stagionalità che va da fine maggio ad inizio settembre. Previsioni del tutto catastrofiche, poiché una stagione saltata protende verso la chiusura definitiva degli stessi.
«Abbiamo un grandissimo problema che è fuori dal radar dei nodi politici — ha affermato Giuseppe Ira, presidente dell’Associazione Parchi Permanenti Italiani (PPI) e del parco a tema Leolandia in provincia di Bergamo — sono state previste sovvenzioni per il turismo, per lo spettacolo ma noi siamo fuori».
Settore, quindi, quello dei parchi a tema che non sembra configurarsi in quello del turismo, restando nell’area “circo e spettacoli viaggianti”.
Super record nel 2019
Era solo un anno fa quando i parchi a tema avevano raggiunto un record significativo: +122% di prenotazioni con incassi sbalorditivi. 18 milioni le presenze per un fatturato di 367 milioni. Cifre da capogiro quindi quelle generate dai parchi acquatici, a tema, e dalle oasi faunistiche.
Secondo TripAdvisor, big tra le prenotazioni online, molti degli italiani sembrano scegliere i parchi di divertimento per le loro vacanze o brevi soggiorni. La parte più consistente di fatturato è generata dal Nord Est Italia con 140 milioni, segue il Nord Ovest con 66.5 milioni, la raggiunge senza batterla il Centro con 49 milioni. Ultime due il Sud con 23 milioni di fatturato e le isole che chiudono con 20.5 milioni di euro. Cifre che spiegano “l’Italia dell’adrenalina”. Lo stesso successo fa splendere i parchi acquatici che con l’animazione per i più piccoli, il divertimento H2O e zone relax per i più grandi, mette d’accordo proprio tutti.
Un nuovo scenario chiamato covid-19
Nuove forme di divertimento e nuovi modi di fare, quelle che domineranno l’estate italiana. Niente affollamenti, distanza tra nuclei familiari, e sanificazione degli spazi comuni. Elementi che adesso sembrano essere parte integrante sia della vita ordinaria che dei momenti ricreativi.
«C’è un allarme fortissimo e abbiamo bisogno di sapere quando potremo riaprire. Non abbiamo fondi sufficienti per poter attendere altri 2-3 mesi. Senza certezza sull’apertura subiremo la concorrenza dei Paesi del Nord che invece si stanno preparando e un drenaggio di interesse da parte del pubblico che a giugno potrebbe pensare di varcare la frontiera». Chiede ancora il presidente Ira.
Una situazione emblematica quella dei parchi a tema, che mette a rischio quindi, oltre che il divertimento italiano, anche tantissimi posti di lavoro.
I parchi più belli che conosciamo, potrebbero non arrivare mai alla prossima estate.