Paolo Sorrentino racconta la sua Napoli in “È stata la mano di Dio”
È stato trasmesso dal 24 Novembre 2021 al cinema come ripresa post pandemica il film più intimo ed autobiografico del celebre regista partenopeo, Paolo Sorrentino. Nato e cresciuto a Napoli fino alla maturità, Sorrentino dona un ritratto della città durante gli anni ’80, svelando tradizioni dell’epoca ed esprimendo tutta l’ammirazione che i napoletani provavano nei confronti del calciatore argentino Diego Armando Maradona.
Questo film è stato definito dalla critica come una lettera d’amore nei confronti di Maradona, della famiglia e della città di Napoli. Ha vinto il Leone d’argento come Gran premio della giuria della Mostra Internazionale di Venezia e risulta essere candidato a rappresentare la cinematografia italiana agli Oscar 2022.
È stato la mano di Dio è un percorso perfetto della vita del regista e delle diverse inquadrature della città di Napoli (Quartiere Vomero, Banco di Napoli presso via Toledo, Galleria Umberto I, Lungomare di Napoli) disponibile in streaming su Netflix, a partire dal 15 dicembre 2021.
Ad oggi si contano oltre 2 milioni di visualizzazioni su Netflix ed ha creato una rimonta per gli incassi della cinematografia italiana con un totale di circa 3 milioni di euro per coloro che hanno scelto di emozionarsi, guardando questo film tramite il maxi schermo.
Trama del film e focus sulla figura iconica di Maradona
Il giovanissimo attore Filippo Scotti ha prestato il volto dell’alter-ego di Sorrentino, interpretando empaticamente il protagonista Fabietto, un adolescente taciturno che ama Napoli ed il calcio e che vive in una famiglia medio borghese circondato dall’amore dei genitori, del fratello maggiore, dello zio Alfredo e della zia Patrizia. Minorenne coltiva già la passione per il calcio ed il suo idolo, come per tutti i napoletani degli anni ’80, è Diego Armando Maradona.
Per il protagonista è una figura iconica nel mondo del calcio ed ha una caratteristica fondamentale evidenziata dal fratello maggiore in una significativa scena: “Fabié lo vedi Maradona? Lui ha un dono. Si chiama Perseveranza”. Da lì parte la determinazione del regista Sorrentino, che dopo la morte dei suoi genitori, decide di trasferirsi a Roma per inseguire il sogno di diventare regista. Secondo una citazione del filosofo Friedrich Wilhelm Nietzsche “bisogna diventare ciò che si è”. Il regista Paolo Sorrentino con la sua determinazione ed attenzione per il mondo cinematografico, certamente, ci è riuscito.
Il calciatore Maradona ha segnato una svolta per la città di Napoli nel dopoguerra è stato il simbolo di un riscatto sociale importante è stato simbolo di la vittoria contro le discriminazioni che Napoli ha subito negli anni del dopoguerra.
Maradona è stato motivo di unione per tutti i cittadini di Napoli che con un televisore doppio poggiato su un carrellino seguivano le partite fuori i balconi ed esultavano insieme. Maradona è stato un motivo di condivisione cosa che non esiste negli anni 2000 dove ognuno vede le partite nel silenzio delle proprie case.
La figura del regista Capuano
Chi guardando il film non ha desiderato di conoscere il regista Capuano ed i suoi incoraggiamenti? In un periodo post pandemico dove le incertezze risultano essere il pane quotidiano di molti giovani la figura del regista Capuano rappresenta una speranza per il futuro con il suo discorso iconico:
“Guarda, guarda… Ma è mai possibile che ‘sta città non te fa veni in mente nient’ a raccuntà? Insomma Schisa la tien’ coccos a ricer’? A tiene na cos’ a raccuntà? Forza, curaggio. A tiene o no n’a cos’a raccunta? Tien’e’ o coraggio roo ddicere”.
Sguardo al futuro, determinazione e coraggio sono messe in evidenza dal regista Capuano che diventa un leader per la carriera di Fabietto.
È stata la mano di Dio candidato all’Oscar 2022
Il film È stata la mano di Dio simboleggia la vita oltre la morte dei genitori, il coraggio di un giovane di affrontare la vita e di credere nella bellezza dei propri sogni. Anche se non dovesse vincere il premio Oscar 2022 al quale è candidato la pellicola “È stata la mano di Dio” sicuramente lascerà il segno nel mondo della cinematografia italiana, grazie alla bravura di Toni Servillo (padre) Filippo Scotti (Fabietto), Teresa Saponangelo (Maria Schisa) Marlon Joubert (fratello Marchino), Luisa Ranieri (zia Patrizia), Ciro Capuano(regista Capuano), e Renato Carpentieri (zio Alfredo).
Fonte dialogo: https://www.areanapoli.it/varie/dialogo-capuano-schisa-e-stata-la-mano-di-dio_444255.html