IL PANORAMA E’ CAPITALE ECONOMICO
Non è vero. Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto “non c’e’ altro da vedere” sapeva che non era vero. La fine di un viaggio è solo l’inizio di un altro. Bisogna vedere quello che non si è visto, vedere di nuovo quello che si è gia visto, vedere in primavera quello che si era visto in estate, vedere di giorno quello che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare sui passi gia dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. Il viaggiatore ritorna subito.
(Saramago)
Napoli. Quanto è meravigliosa questa città se la guardi da qualche posto dall’alto, se ti avvicini allontanandoti.
Mi trovo al Corso Vittorio Emanuele in questo momento, la strada è pulita e senza auto parcheggiate nella parte panoramica.
Un bambino getta una lattina vuota di coca cola nel bidone della spazzatura.
Gli dico “bravo!”. Non sono sicuro ma quel bambino l’ho visto altre volte buttare cartacce per terra.
Mi sorride orgoglioso di aver fatto qualcosa di giusto e rivoluzionario.
Questa mi sembra una splendida metafora di un cambiamento, spero, in atto.
Penso davvero che la bellezza così come la bruttezza contagino e influenzino i comportamenti.
Poco più avanti un uomo sta spazzando di fronte a casa e mi dice che finalmente riesce a pulire, cosa che prima era
impossibile perché tutto finiva sotto le auto e lì rimaneva.
Guardo attorno, mi volto e mi affaccio ancora dal muretto per ammirare il panorama imbattibile del golfo.
Ci sono alcuni luoghi ora a Napoli, non ovunque, dove sembra che piano la bellezza si stia insinuando e che Ciro (o Antonio o Pasquale) resista alla tentazione di scrivere sulla parete del muro, appena dipinto, che “ama Carmela, la vita sua”.
E che Carmela risponda sino a dove è possibile imbrattare.
Spero intensamente che questa vibrazione di novità rappresenti una svolta nel vivere questa città, ora così viva e piena di eventi e di visitatori.
Non è un benessere solamente estetico godere la bellezza di questo panorama ma è anche strategico perché produce effetti collaterali che hanno a che fare col territorio, la sua usabilità e vivibilità e quindi con lo sviluppo.
Vedere il “nuovo” panorama vuol dire usare una diversa grammatica per scoprire la bellezza.
La bellezza è semplice, ma la sua scoperta intensa richiede un’organizzazione complessa e articolata della percezione, della riflessione e la comunicazione di varie prospettive del quadro d’insieme che compone il panorama un capitale straordinario pieno di senso, di storia e di poesia.
Questo dovremmo dare, e molto altro che qui è unico, con conoscenza, grazia e leggerezza diventando traduttori e interpreti di narrazioni avvincenti.
Offrire, non vendere, perché è chiesto a Napoli dai viaggiatori, anche se non sanno bene che lo stanno chiedendo.
Dare risposte a domande che non possono essere formulate, ma che quando arriva la risposta si sente che era di quella che avevamo bisogno: far scoprire la bellezza come un dono imprevisto ma memorabile.
Ecco cosa serve per passare dal soddisfare attese a conquiste definitive.
Nei nostri tempi, dove la volgarità e la bruttezza fisica e morale sembra stiano cospirando per farci vivere peggio, bisogna cogliere gli interstizi e le variazioni per provare a cambiare e mantenere quello che si migliora.
Si deve davvero capire che bello e buono possono essere anche vantaggiosi e che possono esserci “miracoli” semplici per ridare un poco di speranza di cambiamento, come diceva Wislawa Szymborska: “Un miracolo, basta guardarsi intorno: il mondo onnipresente. Un miracolo supplementare, come ogni cosa: l’inimmaginabile è immaginabile”.
Molte di queste sono invisibili ma arrivano solo se si può ascoltare e vedere il silenzio.