L’ospite a Capri cerca esperienze, non effetti speciali

Ritorno a Capri, per la prima volta, allo stesso posto di sempre.
Alcuni luoghi hanno una bellezza nascosta tra le pieghe del tempo, tornare è amare ancora quello che si è amato e ri-viverlo.
La distintività esclusiva di Capri consiste soprattutto, nella dimensione intangibile e delicata che è l’anima del luogo che amplifica la bellezza del resto regalato da Dio.
Se manca l’amplificazione dell’anima tutto è soltanto molto bello ( anche se ci sono sforzi per renderlo brutto).
Questa è la memoria vitale che riflette il desiderio di rielaborare continuamente la propria esperienza, di ricombinare tracce e orme, riprendere il viaggio interiore e non considerare quello che è passato solo come un ricordo ma anche come un percorso da fare, da ri-scoprire.
Questo è progettabile in una logica di ospitalità straordinaria e riguarda l’identità profonda: tutto quello che ha nascita e sviluppo nella storia, nelle figure mito, negli avvenimenti, nelle esperienze ripetute, nelle eccellenze dei suoi prodotti e comportamenti.
In sostanza si sente “qualcosa” che trae vitalità dalle radici che emergono ora nel presente e definiscono anche il futuro auspicabile.
La straordinarietà dell’unicità di capri può essere di costruire narrazioni per e con l’ospite che combinino sapientemente, e spontaneamente, emozioni e situazioni proposte come tracce che conducano in luoghi veri e luoghi per la mente.
Quest’unicità va progettata e conquistata ogni giorno difendendola dall’imbarbarimento “conveniente”nel breve.
Capri deve proteggersi perché segnali di banalizzazione strumentale, sono presenti e pericolosi: non mi era mai successo di vedere i camerieri di uno dei bar della piazzetta fermare i clienti invitandoli a sedersi (un mio amico mi ha informato che questo comportamento si chiama petulanza).
La sensazione è che Capri stia diventando, in molti casi, cara e non perché i prezzi siano aumentati (anche questo per la verità) ma perché spesso è diminuito il valore.
Tutto è caro se non vale e il valore è connesso alle attese.
L’ospite a capri si aspetta che accada qualcosa che può accadere solo qui.
Naturalmente c’è di tutto ma questo è un altro aspetto che Capri deve approfondire nel definire la sua distintività e quindi la proposta di valore per l’ospite.
Spendere una cifra alta ma acquistare valore unico può non essere caro.
La sfida Capri deve farla sul valore non sul prezzo.
Questo è il punto delicato.
Capri, spesso, non vende valore ma oggetti e luoghi cari e fa perdere immagine, anche se magari arricchisce qualcuno.
Qualcosa vale non solo perché è di quel luogo, ma perché a quel luogo, alle persone che l’hanno creata, è inscindibilmente collegata e bisogna saperlo raccontare, far sentire e vedere.
Quello che occorre fare per estendere e moltiplicare la straordinarietà consiste nella narrazione, nelle ri-traduzioni che accompagnano l’ospite nel suo viaggio nell’isola, fatte da interpreti sensibili e competenti che non vogliono vendere cose ma conquistarlo per sempre.
Capri si può sviluppare ancora ed essere un luogo della terra simbolo di narrazioni indimenticabili e di progetti infiniti se i capresi capiranno intensamente i luoghi, devono essere buoni da pensare e ri-pensare più che essere venduti.
Il gusto della scoperta, della straordinarietà, sarà più ricordato e raccontato perché si traccerà nella memoria, non solo come esperienza di consumo, ma come emozione e narrazione.
Certo se lo scopo è mantenere gli incassi allora quello che ho detto sono solo sciocchezze perché è fuori dubbio che, per ancora molto tempo, la gente riempirà l’isola e spenderà.
Il punto chiave è: qual è la sfida che Capri lancia?
Fare soldi o diventare un luogo dell’eccellenza dell’ospitalità nel mondo? Naturalmente le due cose possono coesistere solo che per la seconda bisogna essere molto, molto più bravi ed essere insieme.
Questo è difficile ovunque e devo dire che forse a Capri un poco di più.
Ma ci sono giovani che stanno cominciando a pensare in altri modi.