Nord-Est d’Italia: Una Visione Innovativa delle Esportazioni
L’Eccezionale Dinamismo delle Regioni Settentrionali d’Italia: Esportazioni, Resilienza e Crescita Economica
(Di Attilio Manzo) Nelle regioni del Nord-Est d’Italia, tra cui spiccano le provincie autonome di Bolzano e Trento, il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia, si sta delineando un panorama di esportazioni unico, contraddistinto da una chiara orientazione verso l’Europa Orientale. Questa tendenza, come riportato da fonti autorevoli come “Il Sole 24 Ore”, emerge in netto contrasto con la media nazionale.
Un’analisi dettagliata rivela che queste regioni sono in grado di esportare verso due categorie principali di paesi: coloro che hanno adottato l’euro in un secondo momento, tra cui spiccano le repubbliche baltiche, la Slovacchia e la Slovenia; e quelli dell’Unione Europea che hanno scelto di mantenere le proprie valute, tra cui rientrano la Polonia, la Repubblica Ceca, l’Ungheria, la Romania, la Bulgaria, la Croazia, la Danimarca e la Svezia.
L’abilità di queste regioni nel commercio estero sembra superare notevolmente la media nazionale, con una percentuale di esportazioni del 45,5% verso la prima categoria e del 24% verso la seconda. Questo modello di esportazione si manifesta in modo relativamente uniforme all’interno dell’area, sebbene il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia mostrino una maggiore efficacia, mentre le provincie autonome presentano risultati più modesti.
Un’interessante osservazione riguarda la tendenza delle provincie autonome a concentrare le vendite verso i paesi che hanno adottato l’euro in un secondo momento, influenzata in parte dalla vicinanza all’Austria, che è uno di questi paesi.
Da notare anche la capacità di queste regioni di esportare con successo in Nord-America, un risultato principalmente attribuibile al Friuli-Venezia Giulia. Tuttavia, le relazioni commerciali con paesi ad alto reddito pro-capite, come Irlanda, Islanda, Liechtenstein, Lussemburgo, Macao, Norvegia, Qatar, Singapore, Stati Uniti e Svizzera, presentano sfide più complesse, con l’area di Trieste che svolge un ruolo significativo.
Le cifre più recenti sulle esportazioni indicano che l’impatto della pandemia è stato superato. Nel primo semestre del 2021, le esportazioni sono cresciute del 6,3% rispetto al 2019, superando il tasso di crescita a livello nazionale, che si è attestato al 4,1%. Questo incremento è stato osservato in tutta l’area, ma è stato particolarmente significativo nelle provincie autonome di Bolzano e Trento, con un aumento del 10,4%, e nel Friuli-Venezia Giulia, con un notevole +9,4%. Anche il Veneto, che rappresenta la parte più consistente delle esportazioni totali, ha registrato una crescita del 5%.
Quanto alle destinazioni e alle tipologie di merci, si è assistito a progressi significativi soprattutto nelle vendite verso Svizzera, Polonia e Stati Uniti, che hanno compensato le diminuzioni registrate nelle vendite verso Spagna e Regno Unito.
Sul versante della produzione, le specializzazioni principali dell’area sono rimaste stabili, con una predominanza nei settori degli strumenti medici e odontoiatrici. Tuttavia, è emersa una contrazione in settori come la meccanica. Al contempo, nuove opportunità di produzione si sono aperte, abbracciando settori quali la produzione di mobili, bevande (in particolare il vino), articoli in materie plastiche e prodotti siderurgici, che hanno registrato crescite significative rispettivamente del 12,1% e del 18,3%.
In conclusione, le regioni del Nord-Est d’Italia stanno affrontando il panorama delle esportazioni con una visione innovativa, riuscendo a superare le sfide e ad adattarsi a nuove opportunità. La capacità di queste regioni di esportare verso l’Europa Orientale e altre destinazioni chiave dimostra la loro resilienza economica e il loro impegno nel promuovere il commercio internazionale.