Napoli e le zone “figlie di un dio minore”
di Silvana De Dominicis
Napoli è definita una delle città più belle del Mondo con i suoi panorami naturali, la bellezza delle sue vedute e paesaggi mozzafiato.
Tante le zone incantevoli: la sontuosa Posillipo che si affaccia sull’infinito azzurro mare ed il maestoso Vesuvio, il Vomero che si fregia di essere fra le zone “in”, così come la Riviera di Chiaia con il suo lungomare “invidiato” da tutto il mondo.
Ci sono poi delle zone che nonostante siano il fulcro di Napoli, come quella appartenente al Vasto-Vicaria, vengono purtroppo abbandonate a se stesse, trascurate e non tutelate in maniera giusta ed adeguata, senza rendersi conto che queste aree, abitate altresì da molte persone perbene, dovrebbero essere considerate come il “biglietto da visita” per i tanti turisti in visita nella nostra bellissima città partenopea, in virtù anche del fatto che ospitano la Stazione Centrale di Piazza Garibaldi e che sono ad un passo dal Porto ed in linea d’aria vicinissima anche all’Aeroporto di Capodichino.
La domanda che ne scaturisce verte sul perché esistano disparità eccessive tra le varie superfici di Napoli, dove alcune zone non godono di privilegi che dovrebbero essere un diritto a prescindere da ogni considerazione.
Perché alcuni territori sono puliti, tutelati, curati, sorvegliati… ed altri invece sono considerati “Figli di un dio minore”?
Il Centro Direzionale, ad esempio, sito sempre in zona Vasto, era stato progettato per dar vita ad una zona bella, elegante, una zona dove si fondavano speranze ed investimenti. Tanti uffici, negozi, bar, tavole calde, aree per ospitare zone verdi, palazzi e grattacieli con abitazioni belle e confortevoli.
Un tempo c’erano anche fontane con zampilli e piscine d’acqua che oggi sono diventate null’altro che grandi contenitori di spazzatura.
Anni addietro anche le piante erano verdi, curate e rigogliose, mentre oggi appaiono secche e scheletriche, messe a dura prova nel riuscire a sopravvivere con le sole proprie forze o solo grazie all’acqua piovana che non sempre è complice.
Nel Centro c’è anche una bella e grande Chiesa dai tratti moderni, ci sono scuole, il tribunale con il suo via vai di tanti professionisti, molti dei quali hanno aperto studi legali per la vicinanza al Palazzo di Giustizia.
Purtroppo, però, maggiori sono le attrazioni e le strutture abbandonate a se stesse e soggette ad incurie e predatori poco attenti al rispetto ed alla cultura… per non parlare delle infinite attività che la pandemia ha portato alla chiusura.
Il Vasto comprende zone ad alta densità di commercio, mercatini e tante botteghe ed empori che permettono a molte famiglie di vivere onestamente. Persone per bene le quali chiedono solo maggiore cura e presenza da parte di chi avrebbe il dovere di farlo. Ciò che si vorrebbe è semplice: rispetto per una zona storica che non ha colpe se è stata messa un po’ più in disparte rispetto ad altre.
Un occhio di riguardo in più verso una delle tante caratteristiche di Napoli, un centro popoloso e popolato che andrebbe seguito, pensando che il buono ed il cattivo sono sempre andati di pari passo e per questo l’uno andrebbe tutelato e l’altro educato… ma senza un’adeguata guida e supervisione questo non sarà mai possibile.
La speranza che le cose possano cambiare è sempre viva; speriamo che l’incubo del virus possa aver allertato la necessità di maggiori controlli, anche in quelle zone dove le “passeggiatrici” lavorano a qualsiasi ora del giorno e della notte, che non ci sia addensamento di accoglienze in unici agglomerati e che ci possa essere una rivalutazione per quella Napoli che merita ed ha il diritto di essere amata tutta.