Mr.Go, il modo di pensare automatico che impasta e serve pizze h24
Bastano solo 3 minuti e la pizza è servita. Sembra solo un modo di dire, eppure la start up Mr.Go. di Massimo Bucolo non delude le aspettative. Al civico 2 di via Catania a Roma, infatti è possibile mangiare una pizza aspettando solo tre minuti, in un servizio aperto 24 ore su 24 7 giorni su 7.
Dall’aspetto non sembra nient’altro che un distributore automatico, eppure si tratta della prima pizzeria automatica della città.
Com’è che funziona?
Il processo è semplice. Dal momento in cui il cliente effettua il pagamento, la macchina avvia il primo step: la farina viene miscelata con l’acqua per ottenere un panetto del peso di 160 grammi. L’impasto viene pressato, trasformandosi in un disco di 27 cm. Sulla sua superficie sarà versata una quantità specifica e fissa di pomodoro, con gli eventuali condimenti del gusto scelto. Ogni ingrediente è conservato sottovuoto ad una temperatura controllata di 3 gradi, essi saranno infatti, aperti sul momento, quando sarà ora di preparare la pizza. Il prodotto sarà infornato nel forno elettrico, con una cottura a 380 gradi, per poi essere poggiata su un cartone e finalmente servita al cliente.
E il prezzo?
Ad oggi Mr Go fornisce 4 gusti di pizza: Margherita a 4,50 euro, Salame piccante a 5,00 euro, Pancetta a 5,00 euro e 4 formaggi a 6,00 euro. Non mancano le richieste dei più esigenti, sono in arrivo, infatti, gusti per vegani e varianti per chi è affetto da particolari allergie ed intolleranze.
Un prodotto tutto italiano
Se il tempo sembra essere uno dei punti di forza di questo nuovo modo di “consumare un pasto”, anche gli ingredienti non sembrano deludere le aspettative. La miscela dell’impasto, è, infatti, un semilavorato costituito da farina di grano tenero di tipo ‘’0’’ macinata in Italia con grani di origine UE di prima qualità, farina di riso italiana e lievito madre disidratato. Il lievito madre, conferisce vantaggi sull’aspetto aromatico, esso caratterizza la pizza con un profumo inconfondibile. A corredare i primi ingredienti, arriva un pizzo di zucchero, sale e olio di semi di girasole. La farina semilavorata è stata appositamente ideata per una lievitazione istantanea senza contenere però addensanti, stabilizzanti, emulsionanti e conservanti di origine chimica. Anche il pomodoro è di origine italiana, il prodotto è infatti ottenuto dalla lavorazione di pomodori provenienti da coltivazioni orticole sottoposte a disciplinare regionale per la produzione integrata (Legge Regionale Emilia Romagna N. 28/99).
Facciamo quattro chiacchiere con Massimo Bucolo, fondatore di Mr.Go.
- Com’è nata l’idea di un distributore di pizze automatiche?
L’idea di creare un’attività nel mondo del food c’era già da diversi anni: già da prima del lockdown ero alla ricerca di nuove idee per creare una cucina automatizzata. Ho fatto un corso e sono diventato un pizzaiolo proprio per capirne di più su questo mondo e per fare scelte il più possibile consapevoli. Mi stavo preparando per partire con l’apertura del primo Mister Go finchè non mi sono imbattuto in questo distributore e me ne sono innamorato. Da lì l’idea di portarlo per la prima volta a Roma sotto un brand che si apre al mondo della distribuzione automatica con lo slogan di “un nuovo modo di pensare automatico”.
- Qual è la storia dell’azienda “Mr Go” e perché ha questo nome?
Mr.Go è un’azienda giovanissima, la sua storia riguarda il mio desiderio di creare un’alternativa nel mondo del food che fosse valida. Il mio intento era quello di proporre un’idea innovativa in un mercato a mio avviso pronto ad accogliere nuove sperimentazioni. Per quanto riguarda il nome mi piaceva l’idea di dare l’immagine di una persona: di “un signore che va” per distribuire – per il momento – pizze, bibite e snack ma con un taglio retrò per dare più solidità al marchio.
- Quali sono le differenze sostanziali con la pizza che siamo abituati a mangiare?
Non ritengo opportuno mettere a confronto la pizza di un distributore con quella di un maestro pizzaiolo, in quanto si tratta di categorie totalmente diverse, impossibili da paragonare. D’altra parte, so che molte persone tendono a farlo, quindi rispondo che, come è ovvio, la differenza sostanziale è sicuramente l’impasto che nel nostro caso rende il prodotto simile, ma non uguale, a una piadina. Si tratta di una lievitazione istantanea normalmente utilizzata anche a livello domestico che dà come risultato un prodotto diverso ma certamente di notevole qualità.
- A due mesi dall’entrata in mercato si può dire che Mr Go sia stato un successo? Parliamone in numeri.
I numeri ad oggi sono ottimi: una media di 40 pizze al giorno, quindi, ad oggi, posso ritenermi soddisfatto e totalmente confidente per un futuro soddisfacente in termini di numeri.
- Quali sono i fornitori? Si prediligono scelte italiane?
I fornitori sono italiani, sono artigiani del proprio mestiere e vantano molti anni di esperienza nel proprio settore; sul nostro sito www.mrgo.it si possono trovare molte più informazioni su di loro e sul loro modo di lavorare. La scelta di fornitori italiani nel mercato italiano secondo me dovrebbe essere la regola: siamo un’eccellenza per quanto riguarda la qualità delle materie prime, direi che oltre al piacere abbiamo anche il dovere di utilizzarle.
- Per ora Mr Go è sul territorio romano, sono previste aperture in altre regioni italiane? Quando?
Mr.Go è una start up, e grazie all’enorme attenzione mediatica che ci è stata dedicata riceviamo ogni giorno moltissime richieste di affiliazione e/o collaborazione. In questo periodo stiamo lavorando al piano di sviluppo del brand per l’apertura di nuovi punti vendita proprio per soddisfare al meglio tutti questi gentilissimi interlocutori che non finiremo mai di ringraziare e che dovranno pazientare ancora un po’ per ricevere un piano definitivo.
- Parlando di pizza, sovviene alla mente Napoli, crede che un prodotto del genere possa far breccia anche nel cuore dei napoletani?
Sembrerà strano ma, nonostante le tante critiche ricevute, sono moltissimi gli abitanti della regione campana interessati al distributore, molti di questi sono addirittura pizzaioli o ristoratori che, grazie al distributore, vorrebbero continuare a fatturare anche nelle ore notturne quando il loro negozio è chiuso.
- A chi storce il naso e afferma che Mr Go intende fare la guerra alle pizzerie tradizionali, cosa si sente di dir loro?
Dalle risposte alle domande precedenti direi di no, anzi, in qualche caso potrebbe essere addirittura complementare al servizio di ristorazione sia perché è un prodotto differente, sia perché lo è anche il tipo di servizio e di target.
- Quali sono gli obiettivi futuri di Mr Go?
Prossimi obiettivi dichiarabili sono sicuramente nuovi punti vendita e un’offerta diversificata dei gusti di pizza. L’obiettivo più gratificante resta comunque quello di vedere la gente che sorride all’idea, che è curiosa e divertita allo stesso tempo… sapere che le persone stanno bene e sono allegre per qualcosa che hai fatto, regala una sensazione che vale tutte le criticità che si possono incontrare quando affronti un’avventura imprenditoriale.
Un’idea quella di Mr.Go che ha senz’altro diviso le file, tra chi è scettico e storce il naso e chi senza alcuna pretesa intende godersi il piacere di una pizza 24 ore su 24.