Lotteria degli scontrini, guerra aperta all’evasione fiscale
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Parte dal 1 Luglio 2020 la lotteria degli scontrini, il decreto legge che dichiara guerra all’evasione fiscale. “Pagare le tasse è un dovere civico“. È così che ci viene insegnato da sempre, eppure non basta il dovere e non basta il comune interesse a far sì che tale obbligo statale venga rispettato. La situazione diventa ancora più grave se il debito pubblico diventa enorme, e c’è un aumento delle tasse. Debito che ad oggi in Italia ammonta a € 2.355.262.411.296 e che non si appresta a diminuire o estinguersi. Nasce da quest’esigenza, la lotteria degli scontrini, sistema che in altri paesi ha già dato i suoi frutti. Il suo avvio era fissato inizialmente nel mese di gennaio 2020, ma è stato successivamente prorogato dal Decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio.
Come funziona la Lotteria
La prima cosa da sapere è senz’altro che la partecipazione è facoltativa. Solo chi comunicherà al commerciante il proprio codice per concorrere alle estrazioni potrà infatti aggiudicarsi uno dei premi in denaro messi in palio. Il Codice lotteria si otterrà attraverso l’iscrizione sull’apposito portale della Lotteria, che sarà comunicato in seguito. Gli scontrini dovranno essere di almeno 1 euro e per ogni euro speso si otterranno 10 ticket elettronici. I ticket aumenteranno del 20% nel caso il pagamento sia fatto con carta di credito o bancomat.
Il valore dei premi
Le estrazioni saranno essenzialmente due, una trimestrale e una di fine anno. Con la prima si potranno vincere fino a quattro premi in denaro: 10 mila euro al terzo classificato, 30 al secondo e 50 mila euro al primo classificato. Per quanto riguarda l’estrazione di fine anno, ci sarà in palio un solo premio da un milione di euro. Anche gli esercenti ovviamente riceveranno un premio in denaro nel caso di vincita del cliente. Potranno partecipare alla lotteria tutte le persone fisiche maggiorenni residenti in Italia che abbiano ovviamente effettuato un acquisto.
Il gioco a premi anti evasione è collegato all’obbligo di trasmissione telematica dei corrispettivi per tutti gli operatori IVA. L’idea segue la scia del decreto già in atto, che consisteva nell’emissione di scontrino elettronico dal 1 Luglio 2019 per i soggetti con volume d’affare superiore a 400.000 euro, diventato obbligatorio per tutti dal 1 gennaio 2020.
Inizialmente il provvedimento prevedeva una sanzione dai 100 ai 500 euro per i commercianti che non comunicheranno i dati del cliente all’Agenzia delle Entrate. Successivamente tale sanzione è stata sostituita da un fatto certamente meno grave, il consumatore infatti potrà segnalare l’esercente che ostacolerà la sua partecipazione alla Lotteria. L’Agenzia delle Entrate ovviamente farà successivamente i dovuti controlli.
Dal Portogallo a Malta, tanti paesi hanno già introdotto tale manovra per contenere l’evasione fiscale. L’Italia sembra quindi impegnata nel tentativo di ritrovare quei 7.2 miliardi indicati nella nota di aggiornamento al Def. Il primo stato a lanciare questa iniziativa è stato Malta nel 1997. Qualche anno dopo, lo hanno fatto anche la Slovacchia, il Portogallo, la Romania.
Il commento…
“È una misura potenzialmente molto utile, che chiude il cerchio con le riforme cominciate con la fatturazione elettronica. Ma ha dei suoi limiti, – ha spiegato a Business Insider Italia Alessandro Santoro, professore di Scienza delle Finanze all’Università degli Studi di Milano Bicocca – La lotteria è un incentivo in più a chiedere l’emissione degli scontrini elettronici, ma una volta che l’amministrazione finanziaria ha raccolto i dati deve poi usarli, incrociando per ogni singolo emittente i dati delle sue liquidazioni Iva, dichiarazioni dei redditi, acquisti, ecc. Se la massa di informazioni raccolte rimane inerte, difficilmente questa misura potrà avere un impatto”.
La lotteria resta senz’altro una manovra impervia, che se avrà a disposizione una somma limitata, riscuoterà di sicuro poco successo. Almeno questo è il pensiero di Mario Civetta, presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Roma. Non resta quindi che tentare la sorte, sperando di non toccare più le cifre attuali che toccano il Belpaese, solo nel 2017, infatti, le casse pubbliche hanno perso 33.5 miliardi di gettito IVA, la cifra più alta tra gli stati dell’Unione Europea.