LOTTA CONTRO
La vera crisi è la crisi dell’incompetenza.
L’inconveniente delle persone e delle Nazioni
è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie d’uscita.
Senza la crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita
è una routine, una lenta agonia.
Senza crisi non c’è merito.
È nella crisi che emerge il meglio di ognuno,
perché senza crisi tutti i venti sono solo lieve brezze.
Parlare di crisi significa incrementarla e tacere nella crisi è esaltare il conformismo, invece, lavoriamo duro.
Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa,
che è la tragedia di non voler lottare per superarla.
(Einstein)
Ha ragione, ovviamente, Einstein, ma il punto fondamentale per superare la crisi è prima di tutto capire la causa principale che la genera.
Pensate all’attuale problema delle banche e come si sia spostato il focus su aspetti secondari ipnotizzati dalla rigidità del proprio punto di vista.
L’odio ipnotizza e sposta l’attenzione da quello che è centrale: il vero problema, la vera causa.
La causa è che il sistema che ci governa è pieno d’immoralità, incompetenza e impotenza: o rubano o fanno disastri o non possono fare altro.
Ci sono giocatori che fanno lo stesso gioco ma con regole diverse.
Regole che includono il bluff e il privilegio per coloro che le definiscono.
Guardate il tema dei vitalizi, osservate le facce, ascoltate le argomentazioni.
Questo che siamo costretti a giocare è un gioco iniquo che non può essere giocato veramente perché chi perde è sempre lo stesso giocatore, ossia noi che non possiamo influenzare nulla.
La causa della crisi è che si fanno giochi sporchi dove si vuol convincere che sono gli unici possibili.
Ma vi rendete conto che chiedono e vietano simultaneamente le stesse cose?
Ci sono parole scintillanti espresse spesso con una modalità paternalistica, benevolmente severa che incita a reagire alla crisi e non abbandonare la speranza, incoraggiando a una viabilità possibile.
Ma il sistema oltre che ottuso e immorale è anche sadico.
Mette una palla al piede di chi vuole correre e riempie la strada di semafori rossi, qualche giallo e pochissimi verdi e la pistola dello starter non è puntata verso il cielo.
Mi viene in mente Alice che incontra lo stregatto:
“L’unica cosa che il Gatto fece quando vide Alice, fu un sogghigno.
Ad Alice, in un primo tempo, sembrò che lui fosse ben disposto. Solo più tardi notò le unghie molto lunghe e i denti numerosi. Allora pensò che fosse prudente trattarlo con rispetto.
“Gattino persiano” cominciò timidamente, perché non sapeva, ancora come il Gatto avrebbe accolto quel nome. Il Gatto rispose aprendo la bocca e facendo un sogghigno ancora più grande. “Bene, è compiaciuto”, pensò Alice.
E continuò: “Vorresti dirmi che strada devo prendere per favore?”.
“Dipende, in genere, da dove vuoi andare” rispose saggiamente il Gatto. “Purché arrivi in qualche posto” aggiunse Alice per spiegarsi meglio.
“Per questo puoi stare tranquilla, ” disse il Gatto, “basta che non ti stanchi di camminare”.
Ecco: camminando con sforzo arriviamo certamente da qualche parte solo che non è quella che vorremmo e poi è sempre più in basso.
Forse non in assoluto, ma certamente sì rispetto alle nostre potenzialità.
Un sistema di potere è legittimato per il valore che realizza non per le giustificazioni che elabora per spiegare perché non ci riesce.
Ripeto: la legittimazione della sua esistenza è data dal valore che genera, e quello che guadagna è su quello che ottiene.
Coloro che ci governano stanno in palazzoni e guadagnano tantissimo.
Prendono risorse da dove sono prodotte e chiedono di produrne di più ma nello stesso tempo mettono trappole, semafori, impedimenti di ogni tipo per impedire il fare (quello che vale).
Chi vuole fare cerca uno spazio altrove, oppure chiede allo stesso intrappolatore come fare per evitare la trappola (si chiama in generale burocrazia) riconoscendogli un vantaggio (si chiama collusione).
Nella politica e nella pubblica amministrazione ci sono tanti, tanti davvero che fanno i loro giochi inutili e dannosi ma siccome mantengono in vita il sistema che li paga sono legittimati a presidiare l’inefficienza.
Sembra davvero che non si voglia lottare per superare la crisi ma si voglia solo ed esclusivamente lottare contro veri o falsi nemici per mantenere il proprio “vitalizio”.