Lo stile: sempre più raro
Lo stile è una risposta a tutto.
un nuovo modo di affrontare un giorno noioso o pericoloso
fare una cosa noiosa con stile è meglio che fare una cosa pericolosa senza stile.
fare una cosa pericolosa con stile è ciò che io chiamo arte.
La corrida può essere arte
Boxare può essere arte.
Amare può essere arte.
Aprire una scatola di sardine può essere arte.
Non molti hanno stile.
Non molti possono mantenere lo stile.
Ho visto cani con più stile degli uomini,
Sebbene non molti cani abbiano stile.
I gatti ne hanno in abbondanza.
Quando Hemingway si è fatto saltare le cervella con un fucile, quello era stile.
Alcune persone ti insegnano lo stile.
Giovanna d’Arco aveva stile.
Giovanni il Battista.
Gesù
Socrate.
Cesare.
García Lorca.
In prigione ho conosciuto uomini con stile.
Ho conosciuto più uomini con stile in prigione che fuori di prigione.
Sei aironi tranquilli in uno specchio d’acqua, o tu, mentre esci dal bagno nuda senza
vedermi.
Bellissimo questo pezzo di Bukowki, dice cos’è lo stile senza naturalmente riuscire a chiarirlo definitivamente.
Ha a che fare con la comunicazione, con la capacità accuratamente spontanea di “mettere in comune” rivoli di senso latente, di far avvenire “un certo non so che” di piacere.
E’ indefinibile, spesso è fatto di sfumature, di dettagli, contiene un’eleganza nascosta ma che si rivela con intensità.
Si può manifestare sempre, se c’è, perché appartiene alla persona e quindi ha una sua naturalezza e misura pertinente con le diverse situazioni.
C’è uno stile nell’accogliere gli ospiti, nel trattenere conversazioni intelligenti, nel servire a tavola con professionalità, nel dimostrare amicizia, ma anche nel manifestare dissenso e contrasto.
E’ una manifestazione che contiene misura, eleganza, educazione, attenzione sociale e anche estetica.Far attendere senza motivo significa “rubare” il tempo altrui e manifestare il potere di farlo. Mi sono accorto che, prevalentemente, nelle organizzazioni chi ha basso potere è costretto a essere puntualissimo mentre chi ne ha di più, a diversi livelli ad esempio i dirigenti, può usarlo, anche, come arma di comunicazione push “tu devi attendermi ma non ti permettere di arrivare in ritardo”.
Questo succede anche spesso in uffici pubblici o anche presso alcuni ruoli professionali, come medici, avvocati e così via.
Il comportamento prevalente, pensateci se non è così, è quello che il buon valutatore, per il valutato è chi lo valuta bene. Chiunque esso sia: nello studio, nel lavoro, in politica, ecc. se valuta male, è perché ha sporchi motivi, oppure è incompetente e superficiale oppure altro, ma sempre tendente a svalutare o il contenuto o, soprattutto, il comunicante.
Vedi caso rappresentativo di De Magistris, meglio non aggiungere parole perché ha avuto gli “onori” delle prime pagine dei giornali ed è stato detto tutto ma è chiarissimo: gli stessi argomenti che gli servivano per valutare altri nel momento in cui sono applicati a lui non valgono più.
Ma non è una cosa originale: accade quasi sempre.
E’ l’arroganza del potere che vuole trasformare in valore oggettivo la propria motivazione soggettiva e nel farlo distorce la realtà e ovviamente genera conflitto.
Si evidenzia anche dal come s’interagisce in termini professionali, quanto si è rispettosi dei tempi e lavoro altrui, quanto si è informativi, quanto si è, in sostanza, educati.
E’ difficile definirlo, anche se non è difficile sentirlo, ma è facilissimo capire la sua mancanza.
Chi non ha stile non riesce ad aver cura e fa male tutto e fa star male, è sciatto, approssimativo, rende brutto e ammoscia quello che frequenta.
Questo succede anche nelle famiglie quando ci si separa, quando ci sono fatti economici o di proprietà.
Il denaro rappresenta un formidabile momento della verità delle relazioni e smaschera come stanno davvero in profondità le cose spesso nascoste dalla cortina fumogena dei riti, delle feste deputate a volersi bene, con manifestazioni d’affetto a orologeria.