L’intelligenza del potere
Leadership e autorità
La leadership è innanzitutto esercizio di autorità, attraverso il quale si riconosce la legittimità del comando, e si sente attrazione per il leader.
L’autorità è conquista, impresa comune, sublime politico.
L’autorità si conquista senza esercitare paura e forza……è “meno di un obbligo e più di un consiglio”. Leader è qualcuno con cui è gratificante condividere un progetto, che ha un suo senso e una direzione…
Leadership e visione del futuro
Una caratteristica del leader è la sua capacità di guardare al futuro per conoscerlo: il leader prevede e provvede.
È diminuita drasticamente la nostra capacità di pensare il futuro in termini collettivi.
Il futuro non si presenta più con segno positivo: viviamo le “malattie della speranza”, l’essicamento… non potendo proiettarci più in avanti. Viviamo nell’angoscia…
Oggi non c’è alcun elemento in cui si riscatta la componente negativa della vita, il nostro mondo implode (il dolore resta dolore…). Per questo si cerca di prendere al volo quello che capita perché potrebbe non presentarsi più.
per aumentare la prevedibilità sia a livello politico che di impresa occorre scendere dalla scala dei principi generali, delle regole e trovane l’incastro e l’aggancio con le realtà specifiche.
In altri termini significa conoscere non solo a livello globale nel mondo ma vedere come certe specificità si declinano nella realtà in cui si opera (bisogno di creare una realtà italiana, di identità, di reti di connessione… ).
occorre anche il processo opposto: passare da forme locali a uno sguardo oltre i confini.
La conoscenza è continua osmosi tra dimensione globale e specifica.
Leadership, etica individuale e collettiva
Continuando nel nostro esercizio, una dimensione chiave per il leader è l’etica personale e collettiva, perché l’individuo è gratificato quanto più espande la propria personalità, entrando in un progetto più ampio.
L’immagine dell’Italia è perlopiù di attaccamento al particolare, al familismo amorale… no innovazione… melodrammatico… eppure è un paese tragico… eventi che hanno dissanguato il paese, guerre… e abbiamo avuto un sistema di esclusione… (i cattolici, gli antifascisti, i comunisti…) c’è sempre una parte che è restata fuori.
Cosa fare per avere un contesto morale in cui agire? Siamo in una fase di antipolitica. Noi non vorremmo essere guidati da persone che hanno perso l’anima, che non hanno più senso etico. La politica è un’arte nobile…si tratta di mettere insieme progetti.
Le aziende in cui manca dimensione etica sia a livello interno che esterno… fanno dei danni… poi si pagano i conti.