Il leader ha responsabilità e visione prospettica
Si sta per eleggere il sindaco, in molte città, una prospettiva di lettura, per poterne valutare la credibilità, è di ascoltare la loro visione e le strategie rispetto al tema della responsabilità del potere.
La responsabilità del potere si collega a due principi base:
- I risultati di un sistema dipendono dal patrimonio che quel sistema possiede;
- Un soggetto sociale di potere si legittima solo per il valore che genera nelle diverse componenti del patrimonio.
Concretamente si considera quanto il soggetto contribuisce all’aumento delle diverse tipologie di patrimonio, ossia agendo sul principio 2 realizza il principio 1.
I diversi tipi di patrimonio (intrecciati e interdipendenti) che possiamo considerare sono:
- Intangibile: rappresentato dagli stati d’animo dal desiderio, dalla motivazione, dal clima umano;
- Strutturale: rappresentato dal valore dell’identità;
- Relazionale: rappresentato dalla fiducia di clienti, fornitori e altri interessati:
- Intellettuale: rappresentato dalle competenze e dalle conoscenze collettive diffuse nel sistema sociale di riferimento;
- Organizzativo: rappresentato dall’integrazione sui processi, (dove il patrimonio intellettuale si realizza);
- Culturale: rappresentato dai valori e dai principi che determinano la visione della vita e la costruzione della realtà.
Quindi chi è a capo di un sistema (macro o micro) diventa leader se dà valore, agisce verso le diverse parti del patrimonio non diminuendolo, anzi aumentandolo: insegnando, essendo d’esempio, coinvolgendo, ecc.
Possiamo inserire un terzo principio che vale in tutte le relazioni sociali: “Per avere valore devi darne”.
Ripeto: se chi è a capo di un sistema, dà valore, ne riceve, con la convalida del suo potere ossia la legittimazione sostanziale del ruolo che occupa.
Molti ruoli di potere hanno solo una convalida esterna formale data dal sistema (headship) e devono meritarsi la convalida interna e la legittimazione sostanziale data dal soggetto – ambiente che trae vantaggio dall’uso del suo potere (leadership.)
In questi termini si può connotare il senso del comportamento individuale e collettivo e il valore nei diversi ruoli della vita (sociali, professionali, affettivi, ecc): noi ci legittimiamo e gli altri ci legittimano solo per il valore che generiamo.
Uno degli ambiti principali del comportamento del leader è di ottenere comportamenti integrativi, che siano trasversali a tutti i diversi tipi di patrimonio, agendo sulle regole, sia per definirle sia per farle rispettare.
Se il leader ha una prospettiva focalizzata sullo scopo (buono e bello) da ottenere vive in termini di responsabilità etica il suo comportamento.
In questo senso il concetto d’etica include le regole ma le supera, perché le regole vanno scritte definendo quelle che sono utili allo sviluppo, ma il loro rispetto non può essere, solo, di tipo burocratico, perché il comportamento autenticamente etico è anche intelligente.
L’applicazione ottusa della regola, quando esclude il pensiero, l’interpretazione contestualizzata, è una forma d’iniquità.
Il codice civile vieta la truffa, ma non vieta di dire ogni tanto menzogne, oppure di non rispettare impegni, promesse o di alterare o omettere informazioni o fatti; non vieta di manipolare emozioni o creare difficoltà con atteggiamenti prepotenti e arroganti, oppure di utilizzare pressione sugli altri attraverso, appunto, le regole.
Spesso ciò che è legalmente lecito diventa, non a causa di cosa si fa ma del come e perché, eticamente riprovevole.
Che cosa occorre fare per produrre valore e cosa occorre fare, o non fare, per distruggerlo richiedono una capacità interpretativa e una sensibilità sociale che sia capace di dare valore alle regole.
C’è un noto detto: “ le regole con i nemici si applicano con gli amici s’interpretano”e com’è continuamente noto nel nostro scenario politico e di collusioni intersistemiche di vario tipo.
Non tutto è regolamentabile ma si possono avere principi che possono produrre senso sia in presenza di regole o in loro assenza.
Quindi, etico è ogni comportamento rilevante ai fini del miglioramento del vivere insieme.
Se questo principio lo collochiamo a una situazione (organizzativo, sociale, culturale, ecc) etico è ogni comportamento utile per i fini di quel sistema (se i fini sono etici).
Concludendo: chi ha potere lo legittima nella misura in cui aiuta il soggetto a diventare protagonista responsabile del suo mondo ( non suddito ma cittadino,non dipendente ma collaboratore) dando significato allo stare insieme,sviluppando adesione a uno scopo comune e crescita delle componenti del patrimonio come sua condizione per realizzarlo dinamicamente.