Le imprese pagano allo Stato il 59% dei loro profitti
Secondo il recente rapporto ‘Paying Taxes 2020’ realizzato dalla Banca Mondiale e da Pwc, il carico fiscale e contributivo sulle imprese italiane è aumentato nel 2018, salendo al 59,1% dal 53,1% della precedente classifica a fronte di una media globale 2018 pari al 40,5 ed europea del 38,9%; 238 ore necessarie per gli adempimenti fiscali e 14 pagamenti l’anno. È il dato drammatico che fotografa il rapporto estremamente critico tra fisco ed impresa nel nostro paese. Il rapporto, in base al mix tra peso del fisco e fatiche connesse, assegna alla Penisola il 128esimo posto sui 190 Paesi in esame, in peggioramento rispetto al già non entusiasmante 116esimo posto della precedente edizione. Al primo posto nel pianeta c’è il Bahrein, seguito da Hong Kong e dal Qatar. Quarta è l’Irlanda, la Danimarca ottava. La Svizzera è 20esima, il Lussemburgo 23esimo, gli Usa sono 25esimi e il Regno Unito 27esimo. Al 46 esimo posto la Germania e al 61 esimo la Francia. Il Bahrein deve il primato all’effetto congiunto della grande facilità nel pagare le tasse e di un’incidenza del fisco pari solo al 13,8%.
Secondo lo studio, bastano 22 ore e mezza l’anno per mettersi in regola con il fisco del Bahrein. Insomma poche tasse e facili da pagare. Davanti all’Italia nella graduatoria complessiva c’e’ anche il Mozambico (127esimo) e subito dopo ci sono Myanmar e Libia. Tale incremento è sostanzialmente riconducibile al venir meno degli sgravi contributivi introdotti come misura temporanea e poi non stabilizzata, «in conseguenza del mutamento della politica economica del paese», spiega il rapporto. La sensibile riduzione dell’aliquota Ires intervenuta nel 2017 e la previsione del “super ammortamento” per l’acquisizione di nuovi beni strumentali non hanno consentito di assorbire l’impatto negativo del venir meno della decontribuzione.
Le 238 ore impiegate per gli adempimenti fiscali, invariate rispetto al 2017, si confrontano con un dato medio globale pari a 234 e una media europea di 161 ore. È invece costante il numero dei pagamenti (14) a fronte dei 23 pagamenti mondiali e dei 10,9 europei. Intanto, nella Penisola le imprese impiegano 42 ore per la richiesta di rimborso Iva, incluso il tempo speso per rispondere alle richieste ricevute nel corso delle verifiche fiscali dell’Amministrazione Finanziaria, ben più delle 18,2 ore della media mondiale e delle 7 ore della media europea. Il tempo di attesa del rimborso è di 62,6 settimane e copre il periodo di sei mesi (26 settimane) che intercorre tra l’acquisto del bene e la presentazione della dichiarazione Iva annuale. A livello globale il tempo stimato è invece di 27,3 settimane e a livello europeo di 16,4 settimane. In Italia le imprese impiegano in media 5 ore per correggere un errore nella dichiarazione dei redditi, con un risultato migliore, in questo caso, rispetto alla media mondiale (14,6 ore) ed europea (7 ore).