LA FELICITA’ NUOVO PARADIGMA ECONOMICO
“Chi abbraccia una donna è Adamo. La donna è Eva.
Tutto accade per la prima volta.
Ho visto una cosa bianca in cielo. Mi dicono che è la luna, ma
cosa potrei mai fare con una parola e una mitologia?
Gli alberi quasi mi impauriscono. Sono così belli.
Sereni gli animali si avvicinano affinché io pronunci il loro nome.
I libri della biblioteca non hanno lettere. Queste appaiono quando li apro.
Sfogliando l’atlante progetto la forma di Sumatra.
Chi accende un fiammifero al buio sta inventando il fuoco.
Nello specchio c’è un altro che mi spia.
Chi guarda il mare vede l’Inghilterra.
Chi pronuncia un verso di Liliencron partecipa alla battaglia.
Ho sognato Cartagine e le legioni che desolarono Cartagine.
Ho sognato la spada e la bilancia.
Sia lodato l’amore che non ha né possessore né posseduto, ma in cui entrambi si donano.
Sia lodato l’incubo che ci rivela che possiamo ricreare l’inferno.
Chi fa il bagno in un fiume è immerso nel Gange.
Chi guarda una clessidra vede la dissoluzione di un impero.
Chi gioca con un pugnale prevede la morte di Cesare.
Chi dorme è tutti gli uomini.
Ho visto nel deserto la giovane Sfinge appena scolpita.
Non c’è nulla di antico sotto il sole.
Tutto accade per la prima volta, ma in un modo eterno.
Chi legge le mie parole le sta inventando”.
[Borges, La felicità]
È difficile definire la felicità: “L’ho riconosciuta dal rumore che faceva allontanandosi” (Prevert).
Arriva il nuovo anno e, come sempre desideri, progetti e attese s’intrecciano, nella speranza che sia più generoso di quello che sta finendo e che si riesca a essere più felici.
È complicato: ognuno sta bene a modo suo (o male) e il tema della felicità coincide ed è la storia dell’umanità (eudaimonia).
Il 20 marzo si celebra la giornata internazionale della felicità, promossa dall’Onu.
L’economist, settimanale inglese, ha definito il 2018 come l’anno in cui la felicità diventerà un indicatore importante tanto quanto quelli economici più tradizionali.
Sono molti i parametri considerati per stilare la classifica dei paesi nei quali i cittadini sono più felici: le diseguaglianze, la trasparenza della pubblica amministrazione, le politiche sociali, le relazioni umane, influiscono più del reddito pro capite.
Al primo posto si piazza la Norvegia, 48esimo posto per l’Italia.
La felicità è sempre nel futuro, mentre il malessere è incombente. La felicità va progettata, il malessere no.
Se è vero che probabilmente stare bene è impossibile bisogna tentare di stare, e far stare, meglio e quindi è responsabilità di ognuno cercare i modi per ottenerlo, considerando che è proprio nelle relazioni umane che si trovano i principali motivi di malessere o benessere.
Questo vale a livello individuale e per i sistemi sociali, dove le persone vivono, lavorano e s’incontrano.
Vale, soprattutto, per coloro che hanno il potere di influenzare i processi di funzionamento per creare situazioni che facilitino le condizioni per stare meglio o peggio.
Un potere che non considera il raggiungimento del bene come orientamento della sua azione è inutile, iniquo e arrogante.
Si deve realizzare un’utopia in cui prevalga il pensiero etico- estetico del potere, che esegua la fine della burocrazia e dell’ingiustizia della giustizia, capace di inventare il valore dei valori e coltivi le relazioni, diminuendo la sfiducia crescente e la paura di vivere.
A livello individuale è facile capire se si sta bene o male: il sorriso delle persone che amo è, per me, motivo di felicità così com’è di dolore la sua assenza.
Nel luglio 2011, la risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite invita i paesi membri a misurare la felicità del loro popolo e di utilizzare i dati per aiutare a guidare la politica pubblica. Definizione del nuovo paradigma economico: la felicità nazionale lorda invece del prodotto interno lordo come principale indicatore di sviluppo. I dati sono raccolti in oltre 150 paesi. Ogni variabile misurata rivela un punteggio medio ponderato in base alla popolazione su una scala da 0 a 10 che è tracciata nel tempo e confrontata con altri paesi. Queste variabili includono ora: PIL reale pro capite, sostegno sociale, aspettativa di vita sana, libertà di fare scelte di vita, generosità e percezione della corruzione. Ogni paese viene anche confrontato con una nazione ipotetica chiamata Distopia. La distopia rappresenta le medie nazionali più basse per ogni variabile chiave ed è, insieme all’errore residuo, utilizzata come parametro di riferimento per la regressione. La relazione 2017 presenta il punteggio di felicità mediato negli anni 2014-2016. Per quel periodo, la Norvegia è il paese complessivamente più felice del mondo. Dietro ci sono Danimarca, Islanda e Svizzera in uno stretto pacchetto. Tutti i primi dieci paesi hanno punteggi alti nelle sei categorie. I paesi di seguito classificati nella top ten sono: Finlandia, Paesi Bassi, Canada, Nuova Zelanda, Australia e Svezia.