La Corona e l’assonanza del nome con il Coronavirus
L’assonanza del nome fa crollare le vendite della birra messicana Corona: perdite fino a 285 milioni di dollari.
Il Coronavirus miete un’altra vittima, è il caso stavolta della birra messicana Corona. A causa del nome che la accomuna all’epidemia globale, ha visto le sue vendite subire un crollo di 285 milioni di dollari nei primi due mesi del 2020. Il calo più decisivo ha investito la Cina. Sin dal periodo del capodanno cinese, in concomitanza con l’inizio dell’epidemia, è stata la protagonista di uno crollo significativo degli utili dell’azienda Anheuser-Busch InBev.
Secondo un’indagine condotta da 5w Public Relations (agenzia pubbliche relazioni), la birra messicana sarebbe in sofferenza anche sul mercato Usa. Su un campione di 737 bevitori statunitensi, il 38% non acquisterebbe una corona, mentre il 14% non la ordinerebbe in pubblico.
Le ricerche Google
Secondo la Cnn, nei mesi di Febbraio e Marzo ci sarebbe stato un aumento delle ricerche su google con tale dicitura: “Corona birra virus”. L’azienda in seguito a diversi meme (imitazione iconografica) goliardici sull’accostamento del virus alla birra messicana, ha diramato una nota in cui ha spiegato, che non c’è alcuna correlazione tra la polmonite Covid-19 e il prodotto di Ab InBev. Numerosi i paesi che hanno condotto le bizzarre ricerche, tra cui Portogallo, Argentina e Paesi Bassi, seguite da Danimarca, Romania e Taiwan. Pochissime invece le ricerche italiane.
La classifica
Il punteggio relativo al marchio Corona, secondo l’indagine di YouGov (società britannica di ricerche di mercato) è sceso da 75 punti a 51 nelle settimane di contagio massimo. Il calo si è avvertito soprattutto negli Stati Uniti dove la birra corona era la terza più consumata dopo la Guinness e la Heineken.
Il crollo ovviamente, si è avvertito anche in borsa, la Constellation Brands Inc (l’azienda che produce la messicana) ha perso infatti l’8% alla borsa di New York. Ab InBev è crollato in borsa del 18.49%.
Niente, quindi, che associ l’epidemia alla rinomata birra messicana. Eccetto il nome, in virtù del fatto che una è ha preso il suo nome dalla conformazione superficiale del virus, mentre l’altra richiama la decorazione della torre principale della chiesa della nostra Signora di Guadalupe a Puerto Vallarta, in Messico, terra d’origine della bevanda stessa.
L’infodemia
Come suggerisce un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, in concomitanza del coronavirus, sembra essere un’altra l’epidemia dilagante: l’infodemia. Essa altro non è che la circolazione di una quantità eccessiva di informazioni talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi.
È in questo caso che sarebbe meglio “restare all’asciutto” perché la Corona può essere ancora consumata senza alcun rischio, ma le fake news, non vanno di certo bevute.