La Bioeconomia come punto di forza per l’Italia
La Bioeconomia potrebbe diventare il punto centrale per una ripresa economica italiana post Covid-19. È un’economia in cui si impiegano le risorse biologiche che provengono da terra e mare per la produzione alimentare, industriale, mangimistica e energetica.
Dal rapporto dell’OCSE “The Bioeconomy to 2030: designing a policy agenda” emerge come la bioeconomia può scatenare “una nuova rivoluzione industriale”. Partendo dalla ricerca nel campo delle materie prime rinnovabili, la bioeconomia può permettere di innovare i settori della produzione di energia e delle materie prime, assicurando una sostenibilità economica, ambientale e sociale a lungo temine per il sistema economico mondiale.
Il rapporto, inoltre, rappresenta un’analisi di partenza per la valutazione dei potenziali sviluppi futuri delle biotecnologie. In particolare in tre settori fondamentali delle scienze omiche, ovvero agricoltura, salute e industria.
L’Osservatorio Interdisciplinare sulla Bioeconomia
Lo scorso settembre a Roma si è tenuta la conferenza “La Strategia europea di bioeconomia: scenari e impatti territoriali, opportunità e rischi” presso la Società Geografica Italiana e patrocinata da società scientifiche e università. In seguito alla conferenza, si è costituito l’Osservatorio Interdisciplinare sulla Bioeconomia. L’iniziativa dell’OIB nasce dalla volontà di docenti e ricercatori di università e centri di ricerca.
«Nella consapevolezza che la Strategia di bioeconomia (e i diversi programmi connessi) in Italia e in Europa non possa essere concepita solo come una rilevante sfida da cogliere “a tutti i costi”, come componenti del mondo scientifico e accademico, abbiamo ritenuto necessaria e opportuna la costituzione di un Osservatorio indipendente e interdisciplinare che, attraverso un approccio sistemico e integrato, assuma il compito di monitorare ciò che accade in Italia e in Europa nel campo delle diverse accezioni di Bioeconomia, al fine di contribuire alla comprensione dei processi in corso e dei possibili scenari, nonché di proporre indicazioni e iniziative volte al sostegno decisionale». Ha commentato il Comitato promotore dell’OIB.
Il Comitato promotore è formato da:
- Massimo Blonda, IRSA-CNR, già Direttore Scientifico ARPA Puglia, Fondazione di Partecipazione delle Buone Pratiche;
- Angelantonio Calabrese, IRSA-CNR;
- Michele Carducci, Università del Salento, Coordinatore CEDEUAM-RED CLACSO;
- Giuseppe Celi, Università di Foggia;
- Margherita Ciervo, Università di Foggia, Laboratory for the analysis of places, landscapes and European countryside, University of Liège (Belgium);
- Alida Clemente, Università di Foggia;
- Giovanni Damiani, Presidente Gruppo Unitario per la Difesa delle Foreste Italiane, già Direttore Generale ANPA e Direttore Tecnico ARTA;
- Patrizia Gentilini, International Society of Doctors for Environment;
- Fabio Parascandolo, Università di Cagliari;
- Daniela Poli, Università di Firenze, Comitato Scientifico Società dei territorialisti e delle territorialiste;
- Bartolomeo Schirone, Università della Tuscia, Società Italiana di Restauro Forestale;
- Gianni Tamino, Comitato Scientifico International Society of Doctors for Environment.
La strategia europea
L’Unione Europea si sta muovendo anche nello scenario della Bioeconomia. Il modello di crescita proposto dall’UE ha come obiettivo gestione, produzione e uso sostenibile delle risorse biologiche rinnovabili grazie all’aiuto delle biotecnologie, scienze e integrazione con altre tecnologie.
La Comunità Europea afferma che la Bioeconomia ha tutte le potenzialità necessarie per affrontare le sfide prioritarie per il futuro degli europei. Nello specifico si va dal fabbisogno energetico alla riduzione dell’impatto ambientale proveniente da agricoltura e industria, dalla sicurezza alimentare alla fornitura di cibo sano a costi accessibili, dall’incentivazione dello sviluppo costiero e rurale al raggiungimento dell’obiettivo di zero rifiuti in discarica e alla lotta ai cambiamenti climatici.
La Strategia Nazionale
La Strategia Nazionale sulla Bioeconomia pone l’Italia nel 2017 ad un obiettivo importante: il raggiungimento nel 2030 di 300 miliardi di euro di valore e oltre 2 milioni di occupati. Nel maggio 2019, durante la conferenza “La Bioeconomia Italiana: una Strategia riveduta”, è stata presentata la nuova strategia nazionale ed il relativo programma di attuazione.
“L’obiettivo che è stato posto è di raggiungere entro il 2030 un aumento del 15% nella performance corrente della bioeconomia italiana, stimata nell’ultimo Rapporto Intesa Sanpaolo-Assobiotec in 328 miliardi di euro”.
Si tratta di numeri importanti da raggiungere grazie alle biotecnologie che offrono lo strumento necessario sul quale puntare. La strategia da adottare sottolinea l’importanza dell’innovazione e della ricerca per aumentare la sostenibilità, la qualità dei prodotti e la produttività di tutti i settori che compongono la Bioeconomia.
Nell’ottobre 2018, in accordo con la Commissione Europea è stata aggiornata la Strategia Nazionale sulla Bioeconomia. Ad arricchire l’aggiornamento di quest’ultima anche le proprietà presenti nel nuovo programma quadro della ricerca europea Horizon Europe 2021-2027 e gli investimenti per lo sviluppo del settore industriale sostenibile in Europa basato sulla bio-based messo in campo dall’Impresa Comune per le Bioindustrie (BBI JU).