Intesa SanPaolo e gli impatti della tecnologia finanziaria su consumatori e imprese
Le moderne tecnologie, come è risaputo, hanno rivoluzionato molteplici aspetti della società, a partire dalle nostre comunicazioni, e stanno interessando in modo esponenziale anche aziende e governi. In questo scenario, il settore della finanza è ugualmente chiamato ad adeguarsi alla sempre più veloce introduzione di nuovi strumenti tecnologici. Non accenna ad arrestarsi, infatti, la crescita dell’universo “fintech”, ossia l’insieme di prodotti e servizi finanziari forniti proprio grazie all’utilizzo delle più moderne tecnologie, rivoluzionando inevitabilmente il settore. Basti pensare ai prestiti peer-to-peer, ai big data, al trading, al crowdfunding e alla robotica che hanno lanciato la sfida ai tradizionali modelli di business.
Qual’è l’impatto della tecnologia finanziaria? Anche la Commissione Finanze della Camera dei Deputati indaga.
In merito a tale tematica, la Commissione Finanze della Camera dei Deputati ha avviato un’indagine conoscitiva relativa proprio all’impatto della tecnologia finanziaria sul settore finanziario, creditizio e assicurativo, al fine di elaborare un documento base per la prima legge sul fintech. Nella giornata di ieri, pertanto, si è svolta l’audizione parlamentare del presidente di Intesa SanPaolo Gian Maria Gros-Pietro per presentare la posizione del primo gruppo bancario italiano per capitalizzazione: “Si parla di open banking per indicare che i servizi finanziari saranno sempre più il risultato di una catena del valore modificata, in cui le banche potranno giocare diversi ruoli, ma dovranno prestare attenzione a conservare il più possibile una relazione diretta con la clientela. Il percorso verso l’open banking non è privo di pericoli. L’apertura delle banche incrementa rischi di varia natura, a cominciare da quelli di cybersecurity, sia per il maggiore numero di player coinvolti sia per l’incremento dei punti di potenziale compromissione”. Da qui la necessità di segnalare al decisore pubblico che l’introduzione dei nuovi strumenti tecnologici, all’interno del settore finanziario, deve avvenire in un quadro di regole certe che tenga conto soprattutto dei rischi per la collettività e per le banche stesse.
Tecnologia finanziaria: al centro della discussione c’è la sicurezza dei correntisti
In primo luogo, deve essere salvaguardata la sicurezza dei correntisti, senza dimenticare l’importanza di mantenere alto il contatto diretto con la propria clientela. In secondo luogo, come espresso dal responsabile Banca dei Territori di Intesa SanPaolo, Stefano Barrese: “Il rischio è di consegnare il business finanziario alle grandi tech. Bisogna ripensare, dunque, il concetto di abuso di posizione dominante”.
Regole chiare e ben definite devono essere elaborate, dunque, per quei soggetti che, pur non essendo veri e propri operatori bancari, offrono servizi di prestiti alla collettività e alle imprese, e ciò al fine di scongiurare una dannosa asimmetria con questi operatori, poiché – come affermato ancora da Barrese – “gli investimenti per l’innovazione tecnologica che possono mettere in campo questi player che non hanno gli obblighi regolamentari delle banche, trovano un limite solo nella capacità di generare profitti”. Il top management di Intesa SanPaolo ha evidenziato, inoltre, il potenziale impatto che può generare, sulla stabilità finanziaria, l’ingresso nel mercato di questi nuovi attori. Non si può non tenere conto, inoltre, che la crescita esponenziale del fintech rischia di far sparire dal mercato una buona parte di quelle banche che, prive delle necessarie risorse, non riescono a stare al passo con tali innovazioni.
Il tema Fintech!
Il tema del fintech, dunque, comportando la fusione della nuova finanza con la nuova tecnologia, genera un rapporto diverso e innovativo – a lunga distanza, online ed immediato – con i consumatori. Gli addetti ai lavori sono chiamati a riflettere sul suo impatto definitivo. Il legislatore, nello specifico, deve domandarsi se sarà necessario implementare nuovi approcci normativi o sarà sufficiente applicare lo stesso tipo di regolamentazione utilizzata in passato per i servizi finanziari. Nel primo caso, il regolatore dovrà indubbiamente elaborare un quadro normativo ampiamente condiviso che tuteli i consumatori e il corretto funzionamento, in una logica concorrenziale, del mercato.