Iniziative di solidarietà di Don Ciro Nazzaro
Parlando delle varie iniziative e restando in tema solidarietà sono andata nella chiesa San Michele Arcangelo nel comune di Afragola. Nello specifico nel Rione Salicelle, quartiere con oltre 9 mila abitanti dove da tanti anni si svolgono numerosi progetti a difesa dei meno fortunati. Qui dove per varie vicissitudini la vita non è facile la comunità della parrocchia accoglie chiunque abbia voglia di riscatto a trovare obiettivi e aspettative di vita migliori.
A generare tutto ciò è il buon cuore e la generosità di Don Ciro Nazzaro che da anni combatte per il futuro dei giovani del quartiere affinché possano trovare una realizzazione personale e prospettive di vita migliore. Don Ciro Nazzaro mi ha accolto con grande piacere rendendosi sin da subito disponibile nel fare una interessante chiacchierata.
Due chiacchiere con Don Ciro
- Quanti anni di sacerdozio ha Don Ciro alle spalle è come è iniziato qui il suo cammino nella chiesa San Michele Arcangelo?
- Pochissimi giorni, sono freschissimo perché sono appena 30 anni che sono qui. Dal 90 ho incominciato il mio operato in questa parrocchia, nel momento in cui il quartiere incominciava ad insediarsi, quindi diciamo che ho visto crescere il quartiere man mano che si andava avanti, ho visto crescere anche i bisogni e le esigenze. Quindi abbiamo cercato di essere operativi sul territorio e dare una mano a chi veramente ne aveva bisogno.
- Ecco, quanto è difficile e gratificante allo stesso tempo stare al fianco di ragazzi fragili e con varie problematiche di vita complicate, tenendo conto anche delle varie difficoltà che presenta questo quartiere?
- È difficile perché i modelli educativi che loro hanno nelle loro case non sono al top se così si può dire. Sono modelli educativi che purtroppo hanno vissuto sempre nell’indigenza o hanno vissuto senza punti di riferimento, senza sogni, senza prospettive arrangiandosi come è solito fare il napoletano. Però é anche gratificante perché proprio nel bisogno se si semina bene le risposte sono veramente entusiasmanti, perché c’è la massima disponibilità soprattutto quando le risposte sono alternative alla strada, alla violenza, alla criminalità. Dove insomma c’è la possibilità di una vita nuova, una vita dignitosa, una vita che offre la possibilità di inserirsi anche e soprattutto nel mondo lavorativo che è quella che è l’esigenza più grande in questo momento.
- Lei è un vero punto di riferimento per questo quartiere, tra l’altro so che nel 2017 lei ha fatto si che il quartiere avesse un maggiore aiuto e mi riferisco al centro polispecialistico Betania. Ci racconta un po’ di questa nuova realtà?
- Si, il centro polifunzionale Betania, diciamo che abbiamo iniziato da capo, perché questo era un bene costruito con la 219 la legge della ricostruzione del terremoto, soltanto che era stato vandalizzato, abbandonato. E quindi ho chiesto al comune di darmelo in gestione perché potessi realizzare qualche progetto a favore della comunità presente avendo visto che la maggior parte delle esigenze erano legate alla sanità, proprio praticamente la mancanza di igiene, mancanza di informazioni e formazione su quello che è la cultura della persona e dell’attenzione alla propria salute. Abbiamo pensato di realizzare questo centro polifunzionale proprio che ha un taglio particolarmente sanitario avendo la presenza di medici volontari e medici di strada, un associazione di medici e non soltanto, anche tantissimi amici girano intorno ai medici che danno la possibilità di fare visite gratuite regalandoci un ora o due ore del loro tempo ogni 15-20 giorni sul territorio. Fanno appunto questa consulenza gratuita cercando di indirizzare le persone con l’attenzione per il proprio corpo. Ma comunque è anche un polo di formazione per i giovani operatori della parrocchia, per le persone che vengono qui che chiedono la possibilità di dargli uno spazio, una ludoteca per bambini, o un’aula magna dove si proiettano film per fare poi cineforum, biblioteca, insomma un polo polifunzionale.
- Un progetto bellissimo mi complimento con lei, anche perché grazie al suo buon cuore e soprattutto alla sua generosità, recentemente in collaborazione con la fondazione Cannavaro-Ferrara avete dato vita ad un campo di calcetto proprio qui all’esterno della chiesa. Ma come è nato questo progetto?
- Si grazie alla fondazione Cannavaro-Ferrara abbiamo pensato di realizzare questo campetto in erba sintetica, visto che i ragazzi li vedevo giocare in strada perché i campi realizzati dalla Regione dando fondi al comune sono privatizzati è soltanto un escamotage per far del bene a dei bambini che non hanno la possibilità e che possono venire in parrocchia in qualsiasi momento a giocare. Qui è un punto di aggregazione alla parrocchia perché non ci sono altri servizi nel quartiere così come in questo momento è pensato senza servizi e senza punti di riferimento. Se non ci fosse la scuola che in questo momento chiaramente come in tutte le scuole vivono dei momenti di difficoltà, però se non ci fosse la scuola sarebbe veramente un territorio deserto, e quindi la parrocchia diventa un polo di attrazione e un punto di riferimento per il gioco, per la cultura ecc.
- Beh lei è davvero un punto di riferimento per questo ragazzi, quanto è importante questo?
- Ma non credo che sia in parte la mia persona, ma è importante sapere che ci sta una comunità che li accoglie e che da loro lo spazio per potersi esprimere. Io intendo la parrocchia una grande piazza dove uno può esprimere le proprie competenze insomma realizzare se stessi.
La solidarietà nel periodo natalizio
Per le festività natalizie Don Ciro ha parlato delle iniziative che sta portando avanti per portare un sorriso ed andare incontro alle famiglie in difficoltà.
- Bene parlando di festività natalizie ormai alle porte, dove appunto stiamo attraversando un periodo storico molto difficile. Pensando alle tante famiglie che non possono affrontare economicamente un Natale sereno. È vero che state adottando varie iniziative per venire incontro a queste famiglie? Ad esempio alla raccolta dei 1000 panettoni?
- Si è la parrocchia stessa che ha indetto questa raccolta dei 1000 panettoni per le famiglie in difficoltà. Ma comunque è un segno di partecipazione della comunità che normalmente facciamo. Ad esempio per qualunque cosa noi chiediamo riceviamo sempre prontamente una grande risposta. C’è la raccolta dei panettoni così come c’è in questo momento la raccolta del “Giocattolo Sospeso” dove la Coop di Afragola ci ha dato questa possibilità all’interno della galleria, e da lì prendere questi doni che la gente generosamente ci sta dando e che poi nel giorno di Natale doneremo.
- Come avviene l’acquisto?
- Si acquistano e si lasciano agli operatori della parrocchia che sono sul posto, una volta raccolti tutti i giocattoli li distribuiamo ai bambini che più ne hanno bisogno.
- Siamo saluti, ma prima di terminare per caso ha qualche nuovo progetto per il 2021 di cui può anticiparmi qualcosa?
- Beh tantissimi, tantissimi progetti che bollono in pentola e che abbiamo in cantiere. Prossimamente l’apertura di una parafarmacia all’interno del centro polifunzionale in modo che possiamo offrire anche in questo modo questo tipo di servizio, e poi speriamo che la cooperativa fatta dai giovani della parrocchia possano iniziare a lavorare. Ci sono tanti progetti come le ho detto poc’anzi che bollono in pentola ma è ancora presto per parlarne.
Ringrazio ancora per la gentile concessione di questa intervista Don Ciro Nazzaro per avermi accolta con grande disponibilità. Vedere gli operatori della parrocchia che si adoperano con grande entusiasmo verso chi ha più bisogno smuove dentro grande ammirazione verso chi lotta per cambiare la vita di una comunità spesso dimenticata e bistrattata e che quindi fa capire quanto bene fanno queste iniziative di solidarietà soprattutto se divulgate per portare un messaggio di cambiamento.