Inchiesta CNN, negli USA aumenta il divario tra ricchi e poveri

Da sempre gli USA sono considerati il regno dei super ricchi e, in effetti, si tratta della patria di alcuni dei miliardari più celebri del mondo. Ancora oggi, con riferimento ai super ricchi, talvolta si leggono cifre da capogiro: basti pensare che alla fine del 2017 tre uomini americani avevano più ricchezza del 50% del Paese intero. Una recente indagine della CNN, celebre canale d’informazione americano, si è concentrata sul modo di considerare il concetto di crescita economica e di diseguaglianza.
Durante la sua campagna presidenziale Donald Trump, attuale presidente degli Stati Uniti d’America ha parlato apertamente della diseguaglianza economica. In relazione ad essa non ha offerto reali soluzioni, ma in molti dei suoi discorsi elettorali ha più volte citato i “dimenticati”, ossia i poveri, sostenendo che la dimenticanza nei loro confronti non sarebbe durata a lungo. Parole che avevano fatto ben sperare in relazione all’eliminazione della diseguaglianza economica.
Parlare di diseguaglianza economica, in realtà, è assai vago: tale concetto non ha un unico parametro di riferimento. Si può far riferimento allo stipendio, alla portata delle tasse, al benessere economico differenziato per età, per genere. Insomma, non si tratta di un concetto univoco. L’indagine della CNN si è soffermata sui salari percepiti, chiedendo la consulenza di Heidi Shierholz, economista che ha lavorato nell’amministrazione Obama presso il dipartimento del lavoro. Secondo i suoi studi, la diseguaglianza economica si sta acuendo dall’insediamento di Trump. L’economista si è infatti soffermata sulle diverse categorie reddituali, suddividendo i lavoratori in coloro che normalmente percepiscono uno stipendio basso, quelli che ne percepiscono uno medio e quelli che ne percepiscono uno alto. Dalla fine del 2016, secondo la Shierholz, sono solo questi ultimi ad arricchirsi sempre più.
In realtà, dati alla mano, la categoria più bassa dei lavoratori ha ottenuto un aumento dello stipendio medio. Secondo i sostenitori di Trump questa sarebbe la prova che le nuove manovre per la riduzione della diseguaglianza economica stanno funzionando. Ma non tutti sono d’accordo. Infatti tale aumento è stato determinato per lo più da un incremento del salario minimo. Incremento non federale (il salario minimo federale negli USA è ancora bloccato), bensì locale. Di conseguenza tale aumento non dipenderebbe dai provvedimenti di Trump che invece non sarebbero affatto volti alla diminuzione delle diseguaglianze economiche. In caso contrario si sarebbe osservato un ulteriore aumento nel salario minimo rispetto a quello attuale.
Inoltre, sempre secondo la CNN, i tagli delle tasse fatti dall’amministrazione Trump porterebbero guadagni non percepiti allo stesso modo da tutti, ma con intensità maggiore dalla classe ricca. Secondo la CNN poi l’aumento del mercato azionario non è indice della diminuzione delle diseguaglianze economiche, essendo un parametro giusto per la misurazione della ricchezza solo di una determinata fetta di popolazione. Di conseguenza, se di crescita si può parlare nell’era Trump, si tratta di una crescita che viaggia a velocità diversa per ricchi e poveri aumentando il divario tra queste due classi. La diseguaglianza economica negli USA è ancora una viva realtà.