Incendi in Australia: in aumento danni e vittime
L’Australia è alle prese con un disastro ambientale senza precedenti, non si placano gli incendi, che da settembre continuano a fare danni ingenti. Devastati 6.3 milioni di ettari di territorio, un area grande circa un quinto dell’Italia, fatto finora 25 vittime accertate con altrettante che risultano disperse, sono andate distrutte circa 2.000 case per danni totali pari a 700 milioni di dollari australiani, mentre si stima che in questi mesi abbiano perso la vita quasi 1 miliardo di animali secondo il WWF. Enormi sono i danni economici, stimati circa 165 milioni di dollari di richieste di risarcimento danni alle assicurazioni, nella sola Sidney si calcola che la somma dei giorni non lavorati da settembre ad oggi abbia bruciato circa 1.8 miliardi di dollari al giorno. Molto gravi sono le conseguenze ambientali, visto che oltre alle distruzioni di intere foreste, le ceneri provocate dai roghi hanno reso il cielo delle zone colpite arancione, con l’aria a Sidney che al momento risulta essere la più inquinata del pianeta.
“Nella foresta gli incendi sono molto più intensi, producono più fumo e bruciano molto più materiale, quindi c’è una maggiore produzione di gas serra e i territori ci mettono più tempo a riprendersi. Quando raggiungono le case, sono più difficili da fermare. – ha spiegato Steve Pyne, docente all’Arizona University ed esperto di storia del fuoco – Alcuni degli incendi nel Nord dello Stato hanno addirittura attaccato la foresta pluviale, ad esempio nel parco nazionale di Kanangra, che non era mai stato bruciato a memoria d’uomo“.
In questi giorni con la combinazione dei forti venti e delle temperature elevate, la colonnina di mercurio è costantemente oltre i 40° tanto che a dicembre si sarebbe registrato il giorno più caldo della storia dell’Australia (49°) che al momento insistono nella regione del New South Galles nella parte orientale del paese. Questo è il vero costo e la reale portata frutto dei cambiamenti climatici, tanto che viene da pensare che i gridi di allarme lanciati dalla giovane attivista Greta Thunberg, non siano stati così fondati. Un dramma che al momento sembra irrisolvibile, pensando al numero di danni ormai in probabile aumento.