Il processo tributario telematico
Lo scorso primo luglio è entrato in vigore il cd. PTT, ovvero il Processo Tributario Telematico. Lo scopo di tale processo è triplice: semplificazione della materia , sensibile riduzione dei costi e razionalizzazione delle risorse lavorative interne. La semplificazione riguarda tutta la fase del contenzioso. Dal deposito del ricorso introduttivo del giudizio fino alla pubblicazione della sentenza, il fascicolo è infatti consultabile agevolmente dal proprio computer, utilizzando il servizio accessibile tramite specifico link presente nell’area personale del PTT. In tal modo, le parti processuali che abbiano effettuato il deposito in modalità telematica (vi è una deroga al PTT per i contribuenti che decideranno, in presenza dei presupposti di legge, di stare in giudizio facendo a meno dell’assistenza tecnica nelle liti il cui valore non sia superiore a € 3.000,00 che, quindi, potranno continuare ad avvalersi del vecchio sistema cartaceo) possono consultare gli atti processuali del fascicolo informatico ed estrarne liberamente copia.
Oltre all’aspetto squisitamente operativo, l’altro obiettivo del decreto è senz’altro contenere la riduzione dei costi di giustizia. Infatti, l’eliminazione degli archivi cartacei delle C.T., connessi con la relativa gestione e delle trasferte dei funzionari obbligati a presiedere alle udienze presso le C.T.P. e C.T.R. (il decreto introduce anche l’udienza a distanza, non immediatamente operativa) comporterà un risparmio stimato per almeno 5 milioni di euro.
Parallelamente, con l’introduzione dell’obbligo di adozione del PTT, l’Amministrazione Finanziaria mira al recupero di produttività relativamente al personale di segreteria attualmente destinato alla gestione degli archivi, che potrà, invece, essere impiegato a supporto dell’attività giurisdizionale. I dati diffusi dal MEF, mettono in evidenza come fino ad ora lo strumento telematico sia stato utilizzato prevalentemente dagli organi della PA.
Tanto i contribuenti che i professionisti sono stati finora molto prudenti nei confronti del PTT, anche se i dati diffusi, riguardanti il periodo che va dal mese di agosto 2017 al mese di gennaio 2018, hanno evidenziato un modesto ma costante aumento nell’utilizzo delle modalità telematiche anche per queste categorie di utenti, particolarmente attivi in alcune regioni virtuose fra le quali emergono il Lazio (18% di ricorsi telematici) e la Toscana (15% di ricorsi telematici nello stesso arco di tempo). Tenuto anche conto del lungo periodo di rodaggio, essendo il Processo Tributario Telematico attivo sul tutto il territorio nazionale sin dal 15 luglio 2017, durante il quale è stato possibile, non solo integrare, ma anche potenziare il nuovo strumento, con il PTT anche la Giustizia Tributaria compie un altro passo in avanti verso la digitalizzazione dove, fino a non molto tempo fa, questa trasformazione e modernizzazione della PA era inimmaginabile. Nello specifico, mi riferisco e penso al forte impatto innovativo che avrà, poi, la previsione delineata dal decreto, dove viene disposta la possibilità per le parti di partecipare all’udienza pubblica mediante un collegamento audiovisivo tra l’aula di udienza e il luogo del domicilio indicato dal contribuente, dal difensore tecnico, dall’ufficio impositore o dagli agenti della riscossione, in modo da garantire la contestuale, effettiva e reciproca visibilità delle persone presenti in entrambi i luoghi e la possibilità di ascoltare quanto viene detto.