Il Covid-19 mette al collasso anche il cinema

Sono giorni duri per l’economia mondiale dove a subirne le conseguenze sono tantissimi settori, in particolar modo il cinema. La ristorazione, le fiere specializzate, il turismo, l’agricoltura, l’istruzione, l’arte di ogni genere, soprattutto l’industria cinematografica. Ormai sull’orlo di una crisi senza precedenti, tra anteprime e film posticipati ad arrivare ai set bloccati.
Nel 2019 l’incasso al botteghino internazionale è salito a 31.1 miliardi di dollari. Solo in Europa gli spettatori sono aumentati del 4.5% con oltre 1.34 miliardi di biglietti venduti, un dato che non si vedeva dai lontani anni 90.
Con questa crisi sanitaria così drammatica è difficile sapere quanto il 2020 peserà sulle perdite ai botteghini di tutto il mondo, ma di certo non sarà un dato positivo.
Un 2019 fortunato anche per l’Italia
Nel 2019 l’Italia ha superato la soglia dei 100 milioni di spettatori, con un incasso oltre 635.4 milioni di euro, per una media mensile di circa 52.2 milioni. Il frutto di sforzi promozionali congiunti dell’industria, soprattutto sui risultati avuti nella stagione estiva. Con un aumento percentuale degli incassi, saliti al 14.4% e delle presenze a +13.6%, dove si evidenzia il miglioramento più significativo, tra i principali mercati europei. Solo nel mese di marzo dello scorso anno l’incasso registrato è stato di 47.2 milioni di euro.
Questo marzo 2020 la stima dei mancati guadagni, potrebbe essere di circa 36.2 milioni di euro. Visto che la disposizione del governo include anche i primi giorni di aprile, sempre riferendoci allo scorso anno, i guadagni dei box office registravano più di 61 milioni di euro. Se il trend fosse lo stesso, i mancati guadagni stimabili nei primi tre giorni di aprile, sarebbero di 6.1 milioni di euro, in media di poco più di 2 milioni al giorno.
Film italiani posticipati
Oggi la conta dei film rinviati ne sono 70 ed entro il 3 aprile ne potrebbero diventare 100, molto probabile, visto la situazione drammatica del virus nel nostro Paese. Molti sono i film penalizzati, tanti anche quelli che non sono stati presenti nella distribuzione in molte regioni, soprattutto quelle del Nord.
I più gettonati sono:
- “Volevo Nascondermi” di Giorgio Diritti con Elio Germano, vincitore “Orso d’argento” a Berlino,
- “Si vive una volta sola” di Carlo Verdone,
- “Ritorno al crimine” di Massimiliano Bruno,
- “Cambio Tutto” di Guido Chiesa.
Anche la famosa fiction ” Il commissario Montalbano Livia Mia” con gli episodi della nuova stagione che sarebbero dovuti andare per la prima volta al cinema, rimandate a data da destinarsi. Per alcuni dei film elencati si studia comunque per un rinvio nei prossimi mesi. Per quanto riguarda le riprese, sono una quarantina i set sospesi, tra i quali anche molti internazionali come Mission Impossible 7 con Tom Cruise bloccato a Venezia proprio all’inizio dell’emergenza a febbraio. Il film avrebbe portato all’Italia un investimento di 50 milioni di euro. Sospese anche le riprese del film “Red Notice” di produzione Netflix, che ha lasciato le location italiane dopo il 10 marzo.
Si fermano anche i David di Donatello
<<Mantenere intatta la celebrazione del nostro cinema, senza perdere di vista l’evoluzione dell’emergenza sanitaria>>.
Così con poche ma significative parole l’Accademia del Cinema Italiano ha reso nota l’intenzione di posticipare la manifestazione. La cerimonia di assegnazione ai premi avrebbe dovuto svolgersi il 3 aprile prossimo, vedrà uno slittamento all’8 maggio, ovviamente monitorando le direttive governative in corso.
Il Fondo Emergenze per gli addetti ai lavori
Nasce il Fondo Emergenze spettacolo dal vivo, cinema e audiovisivo. Stanziati 130 milioni di euro per il 2020 a sostegno degli operatori, autori, artisti, interpreti ed esecutori. Il Fondo sarà adottato per gli investimenti finalizzati al rilancio di questi settori.
Stop anche al Festival di Cannes
Il rapido evolversi degli avvenimenti ha costretto il direttore del Festival di Cannes Thierry Frémaux ad ufficializzare l’inevitabile slittamento della famosa manifestazione cinematografica francese. L’evento avrebbe dovuto tenersi dal 12 al 21 maggio, a ribadirlo una nota diffusa a mezzo stampa.
<<In questo momento di crisi globale, i nostri pensieri vanno alle vittime da covid-19 ed esprimiamo solidarietà, a tutti coloro che stanno combattendo con la malattia. Abbiamo preso la decisione, che il Festival di Cannes non si svolgerà nelle date previste>>.
Monitorando continuamente la situazione, l’evento probabilmente si terrà tra fine giugno o inizio luglio, ma le decisioni definitive saranno prese in accordo con il Governo francese ed il Municipio di Cannes.
Dove tutto è iniziato
La Cina è il secondo territorio più grande al mondo in termine di botteghino, dove la norma di sicurezza anti contagio ha visto circa 70.000 cinema chiusi ancora oggi. Una perdita considerevole che fino allo scorso febbraio, ha visto un crollo di più di 2 miliardi di dollari, e visto la situazione che si è registrata in questi mesi, si prevede che i tempi di ripresa siano abbastanza significativi. Anche la Corea del Sud ha subito forti ripercussioni, in quanto rappresenta il quinto mercato più grande al mondo. A febbraio le entrate sono scese di quasi al 70%.
<<Una situazione decisamente peggiore di quella che abbiamo visto durante l’influenza nel 2015>>, ha dichiarato il funzionario della Korea Film Commission.
Le ripercussioni su Hollywood
La pandemia Covid-19, potrebbe cambiare per sempre gli equilibri geopolitici globali ma soprattutto quelli cinematografici, e non è che sia così diverso in fondo. Il cinema è sempre stato uno degli strumenti più importanti a disposizione degli States, per la diffusione del soft power. La leadership globale americana, risultato della Seconda Guerra Mondiale e del Piano Marshall, è stata sempre basata anche sul pilastro di Hollywood, la cosiddetta “industria dei sogni” e dunque, la risorsa primaria di quell’American Dream, che ha fatto e continua a far sognare, intere generazioni.
Cinema in crisi anche negli States
Anche Hollywood corre ai ripari con le norme anti contagio, e come da protocollo decide di rimandare a data da destinarsi tanti film in uscita, tra questi Mulan, della Disney, film d’animazione con un cast asiatico, costato oltre 200 milioni di dollari. Stessa cosa per GMG/Universal, l’ultimo film di James Bond ” No Time To Die”, rimandato da aprile a novembre 2020. Sia Disney che Universal hanno rimandato anche le prime uscite cinesi. Ancora Disney e anche Pixar hanno rinviato anche l’uscita del film “On ward” in Corea ad aprile. Disney Korea ha cancellato tutte le proiezioni per la stampa.
<<Selezioneremo e annunceremo una nuova data di uscita dopo aver fatto il punto della situazione intorno al coronavirus>> ha dichiarato Disney in una nota.
Il 10 marzo Sony ha spostato Peter Rabbit 2 – Un Birbante in fuga da fine marzo al prossimo agosto. Anche film di alto budget come Black Window, Fast & Furiosi – The Fast Saga e Wonder Woman 1984 film che dipendono interamente dal box office e potrebbero riconsiderare inesorabilmente in largo posticipo le proprie uscite. L’impossibilità degli Studios di distribuire il film della portata di Mulan e 1917 in Cina dove le sale sono chiuse da quasi 3 mesi ha provocato un crollo di 2.15 miliardi di dollari al botteghino internazionale.
Tenendo conto che quando si parla degli Studios Hollywoodiani si contano cifre enormi che possono arrivare anche ad un miliardo di dollari per ogni film prodotto. Nel primo weekend di marzo gli incassi al box office negli States sono iniziati a calare del 50% rispetto al fine settimana del 2019, segno che la paura del contagio stava già iniziando ad influire tra gli spettatori.
Le collaborazioni con la Cina
Hollywood si è accorta da tempo del peso specifico del mercato cinese, che in alcune occasioni rappresenta una fonte primaria a livello di guadagno, delle mega produzioni degli Studios. Le sorti di un film made in Usa, possono essere decise proprio dal pubblico cinese dove la media classe ha superato i 400 milioni di persone, fornendo al cinema un pubblico vasto, interessato, e con forti capacità di far pesare i propri gusti. Le sale cinematografiche cinesi nel 2009 erano 5 mila, diventate oggi 70 mila, e mentre negli Stati Uniti ce né sono 40 mila.
Nel 2019 il 36% del fatturato cinematografico cinese è stato totalizzato da pellicole importate, motivazione per Hollywood nel quale recluta la Cina come miglior mercato estero. Secondo le proiezioni in corso, si evidenzia che entro il 2022 la percentuale di mercato delle produzioni autoctone, supererà quella delle produzioni americane. Non a caso gli Studios hollywoodiani preparano sempre più prodotti pensati per il mercato cinese, ad esempio come Mulan, una ricostruzione in carne ed ossa del cartoon Disney, oppure Shan-chi, ennesima produzione Marvel, che racconta la storia di un supereroe.
A mali estremi, estremi rimedi
Ciò che stiamo vivendo cambierà per sempre la distribuzione cinematografica dove è guadagnare per i film già prodotti é necessario onde evitare di bloccare anche le prossime produzioni. E le Major americane per fare cassa hanno iniziato a distribuire film in streaming. Si chiamano “Premium VOD” video on demand, si chiamano contenuti Premium perché sono prodotti che dovevano andare nelle sale, mentre adesso possono essere visti da casa propria. Disney, Universal e Warner Bros, hanno pubblicato sui principali store online dei film, i primi contenuti, per un costo di 20$ negli Stati Uniti e 16£ in Inghilterra dove possono essere visti per 48 ore, dopodiché non è più disponibile, una sorta di biglietto unico per tutta la famiglia.
I primi film disponibili
The Invisible man, The Hunt, e Emma distribuiti da Universal, e si possono trovare su Apple Tv, Google Movie e Amazon Prime, negli Stati Uniti. Ma non sono gli unici, seguiranno anche la Warner, con Birds of Prey, The Way Back e Just Mercy. Ancora Universal, rilascerà il 10 aprile in Premium Vod, il film Trolls World Tour, il seguito del grande successo Trolls. Anche Sony decide di unirsi al progetto, con Bloodshot, ed è prevista l’adesione di tante altre Major. Solo le grandi produzioni come Mulan, Vedova Nera e ed il nuovo 007 No Time To Die, sembrano al momento resistere a questa soluzione, per poi uscire nelle sale. Al momento la distribuzione dei film elencati è legata solo ad alcuni paesi, molto probabilmente dovuta a questioni di doppiaggio non ancora pronti.
Incassi italiani da Covid-19
Mentre dalla Cina arrivavano notizie sconcertanti, in Italia non si aveva ancora nessuna percezione di crisi cinematografica che sarebbe divenuta poi. Qui di seguito troviamo gli incassi che vanno da febbraio ad inizio marzo, prima della chiusura per il Coronavirus. Al primo posto troviamo il grandissimo successo di Gabriele Muccino con “Gli anni più belli” con un incasso di oltre 2 milioni e 800 euro. Il film di Will Smith “Bad Boys For Life” totalizza 1.4 milioni di euro. Sulla stessa linea troviamo “Il richiamo della foresta” di Harrison Ford con circa 1 milione e 100 mila euro. Mentre “Birds of Prey” raggiunge il fondo della top ten. Il vincitore di più categorie proclamato miglior film agli Oscar 2020 Parasite si piazza al quarto posto con 1.8 milioni di euro.
Un film già visto
In un clima surreale, in balia di una crisi sanitaria così devastante a livello globale, sembra di vivere in un film catastrofico che in realtà già esiste. Parliamo di Contagion il film di Steve Soderbergh uscito nel 2011, solo in Italia fece un incasso di oltre 1.5 milioni di euro, diventato oggi uno dei titoli più noleggiati. Il film negli ultimi giorni è stato preso d’assalto da ogni dove, oggetto di discussione, dove per i più catastrofici il film rappresentava un presagio, per altri invece semplice coincidenza.
Tuttavia il cinema è soprattutto una funzione sociale, un arricchimento culturale, aggregazione. Il cinema è indispensabile nella vita di tutti perché è arte.