I VENTI DEL CAMBIAMENTO
Figli del Sogno
Silenzio: il sogno sta riposando. Pazientano ragazzi, che alla fine il sogno si risveglia; e avrà un tale appetito che si vedrà costretto a rimettersi in viaggio per procurarsi il nutrimento necessario, ed essere pronto a confrontarsi con qualunque tipo di realtà. È giusto. È pagato per questo. Per cavarsela però, avrà bisogno di essere creduto e sostenuto; che comunque vada possa contare sulla vostra determinazione. Osservatelo bene, e scoprirete che vi somiglia assai. La ragione è chiara: siete voi che lo avete voluto così; voi che gli avete impresso questi connotati. Peso e statura Pari ai vostri desideri e alle vostre Ambizioni. E quindi, crescetelo bene; non fategli mancare nulla. E quando il vostro viso sarà disseminato di rughe, la vostra anima al contrario sarà ancora fresca e capace di slanci, ciò vorrà dire che avrete lavorato bene. Pertanto Tenetelo lontano da agenti inquinanti, primo fra tutti la gelosia. Somministratelo con cautela, per evitare effetti indesiderati, come l’abitudine. E nel caso foste sprovvisti di un sogno, affrettatevi a procurarvene uno, perché vivere senza è come vivere in bianco e nero.
(Renato Zero)
Le organizzazioni vincenti sono tali perché ottengono risultati che sono determinati da comportamenti di valore. Quindi fattore chiave è la capacità di generarlo. I sistemi più capaci in questa “produzione” sono quelli che attraggono, sviluppano e trattengono i “talenti”, al fine di assicurarsi sul mercato le persone che fanno la differenza in termini di know-how e di potenziale trasformato in prestazioni. Com’è noto, in Italia e soprattutto ora, invece se ne vanno perché attratti da altre realtà che consentono i sogni, anzi, li promuovono. Le imprese che vorrei definire “generative” sono guidate da leader eccellenti nello sviluppare nuovi leader e che considerano questa la loro missione principale.
Oggi c’è da noi una grande mancanza della leadership, non del potere che è presente ma negativo, incapace di produrre valore. Il punto critico è che la leadership non è insegnabile ma rappresenta un dato di carattere, che poi l’apprendimento di tecniche manageriali può affinare, ma è soprattutto una qualità personale. Un leader non gestisce il cambiamento ma favorisce il desiderio che accada, non trasforma le strutture ma permette agli altri di poterlo e volerlo fare, non interpreta da solo la realtà ma lo fa con chi guida e deve poi agire. Sono di esempio comportandosi in modo utile e virtuoso. I leader vivono e guidano la complessità dei “venti” del nostro tempo: il vento della “quotidianità, dove vale il comportamento di ogni giorno; quello della “permeabilità al contesto”, dove vale la capacità di essere ricettivi e interpretativi; quello del “policentrismo” dove vale la capacità di sviluppare visioni d’assieme e lettura delle interdipendenze; e infine il vento delle “competenze”dove vale la capacità di azione intelligente e abile.
Questo nostro periodo storico è in parte gestito, ma certamente è poco guidato. Un’azienda (o un sistema in genere, come una città ad esempio, ma anche una nazione) di successo crede nella “centralità dell’individuo”: la persona è sempre più protagonista, attraverso un crescente coinvolgimento nei processi di valutazione, apprendimento, carriera, comunicazione. Si sente appartenente a un sistema perché ne ha parte, incide nella storia che la riguarda. Altrove, in culture più evolute si affermano con forza i criteri di riconoscimento delle competenze, delle performance, del talento, della tenacia che produce innovazione incrementale e l’accettazione del rischio come condizione inevitabile. Nelle realtà guidate da leader, diventa critica e discriminante la capacità di “capitalizzare sul successo” con l’applicazione di logiche di diffusione e messa in comune delle migliori “prassi” ed “esperienze”, sia ai fini dell’innovazione, sia ai fini dell’allineamento dei comportamenti sugli standard più avanzati.
I “venti” dello scenario del nostro complicato e pericoloso periodo domandano quindi un pot_ere positivo, lievitativo, generativo che promuova azione e condivisione (non semaforico e ripartitivo per vantaggi di pochi a scapito di molti) perché la quotidianità chiede vision e desiderio e azioni forti e convincenti; l’orizzontalità chiede integrazione e fiducia reciproca; la permeabilità chiede innovazione e apprendimento.
Il vero leader impara per insegnare.