Huawei contro USA: il colosso cinese chiede giustizia nei tribunali americani
Huawei non si arrende di fronte ai divieti imposti dagli Stati Uniti e si appella nuovamente alla giustizia americana. La notizia è stata riportata dal Wall Street Journal ed è rimbalzata su tutti i giornali internazionali.
Il gigante delle telecomunicazioni aveva presentato un’azione legale già a marzo. Il 28 maggio, tuttavia, il marchio ha presentato una summary motion per accelerare il processo, volta a far dichiarare incostituzionale il NDAA (National Defense Authorization Act) del 2019. Il decreto impedisce l’utilizzo di apparecchiature straniere che comportano rischi per la sicurezza nazionale ed è finalizzato a penalizzare Huawei per presunti legami con il governo cinese che fanno presupporre “rischi informatici”.
Un duro colpo che è stato riconfermato nel corso del mese di maggio quando la multinazionale cinese è stata inserita nella Entity List americana. Si tratta di una lista nera che limita la libertà per Huawei di acquistare componenti da società americane e determina l’obbligo per le società americane che vogliono avviare un business con Huawei di ottenere un’apposita licenza.
Song Liuping, legale del colosso cinese, in una lettera al Wall Street Journal ha definito il NDAA del 2019 una “violazione della giustizia” in quanto “si applica a Huawei senza dargli possibilità di controbattere o sfuggirgli”. Inoltre ha parlato di “tirannia legislativa” che viola la costituzione americana e ha definito le mosse legali di Washington “un precedente molto pericoloso”.
Più volte, anche in passato, Huawei ha negato ogni interferenza da parte dei servizi segreti cinesi nelle sue strategie commerciali e nella sua progettazione tecnologica. Ma la battaglia economica tra le due potenze economiche mondiali non si arresta e sfugge al mero mondo economico facendo emergere sempre più palesemente una forte tensione di natura politica.
La prima udienza si svolgerà il 19 settembre dinanzi alla Corte federale del Texas orientale.