Germania, calano il PIL e l’IFO ma per gli esperti non è crisi
La conferma è arrivata solo adesso, il PIL tedesco è in calo: meno 0,1% nel periodo aprile-giugno. A determinare tale dato con ogni probabilità il calo delle esportazioni: – 0,8% rispetto al primo trimestre.
Ad aggravare la situazione ad agosto, per il quinto mese di seguito, l’indice Ifo (indice sulla fiducia delle imprese) è calato e, nel settore manifatturiero, è ai minimi dal 2009. Conseguenze negative si prospettano nei prossimi mesi anche per il terziario.
Tuttavia gli economisti non temono danni irreparabili: quella che sembra una vicina recessione potrebbe essere solo la naturale conseguenza di un lungo periodo positivo. La minaccia di una crisi sembra inoltre scongiurata da una serie di dati positivi: la disoccupazione e ai minimi, la finanza pubblica è solida, gli scambi con l’estero sono proficui.
A causare tale situazione sarebbero gli effetti delle lotte commerciali USA con gli altri Paesi (Cina in primis) che si ripercuotono come effetto collaterale su nazioni dall’economia forte come, appunto, la Germania. In realtà però peserebbero anche gli eventi degli ultimi anni: dal caso Dieselgate circa le emissioni di CO2 da parte delle Volskwagen, alla riduzione degli investimenti nelle tecnologie del settore automobilistico (settore che da sempre in Germania rappresenta il perno della propria economia), fino al venir meno del quantitative easing ossia quel procedimento attraverso cui la banca centrale, in questo caso la BCE, interviene sul sistema economico-finanziario per aumentare la moneta in circolazione.
Da un punto di vista politico, la cancelliera Angela Merkel sta provando a porre in essere provvedimenti legislativi che siano in grado di aumentare la fiducia e diminuire lo scetticismo dei contribuenti: in ultimo sgravi fiscali realizzati tramite un’abolizione della tassa di solidarietà che non dovrà più essere pagata da circa il 90% dei tedeschi a partire dal 2021. Restano invariati invece gli indebitamenti volti a finanziare ricerca e investimenti relativi alla lotta del cambiamento climatico. Non manca chi suggerisce che al fine di intraprendere una veloce ripresa, la Germania chiederà presto agli altri Paesi dell’UE di finanziare tramite il fondo sovrano i propri gruppi tecnologici e mettersi in linea così con gli altri colossi dell’economia globale.