Gelato, un business da 4.2 miliardi di euro

Tra i settori di maggiore rilevanza, soprattutto d’estate, compare uno dei più dolci. La produzione di gelato artigianale, infatti, ad oggi da lavoro a circa 30.000 unità, con un fatturato di 4.2 miliardi di euro. Il dato è stato elaborato dall’Ufficio Studi della CGIA di Mestre. Secondo gli ultimi dati il gelato artigianale conta una vendita diretta al pubblico in 15.589 sedi di imprese attive, delle quali 7.000 dove produzione e vendita di gelato rappresentano l’elemento focale dell’azienda stessa. Sono invece 3000 i Bar Gelateria dove la vendita di gelato rappresenta metà dei ricavi economici. Solo 5.500 le pasticcerie che integrano la vendita dei dolci con il gelato.
La spesa annua di gelato per le famiglie italiane, secondo dati ISTAT, è pari a 1862 milioni di euro, se si aggiunge alla cifra la spesa dei turisti, si arriva a toccare un valore fino a 1964 milioni. C’è da fare, inoltre, una differenziazione della vendita, la produzione di gelati in Italia infatti è pari a 2085 milioni di euro, di cui 1063 prodotti dal settore industriale e 1022 dal settore artigianale. C’è inoltre da tener conto che per la produzione di gelato concorrono diversi settori, i quali, con tali vendite, aumentano i loro introiti. Per il gelato, infatti, vengono usati circa 220 milioni di litri di latte, 64 milioni di chili di zucchero, 21 milioni di chili di frutta e 29 milioni di altri prodotti durante tutto l’anno.
Dati post Covid
Ad infliggere un duro colpo al settore è stata senz’altro la diminuzione di turismo. È ciò che viene spiegato da FIPE:
«Sta crescendo il consumo di gelato da parte dei residenti, ma non al punto da compensare la flessione dovuta agli stranieri. Una previsione sull’estate è di una contrazione di consumi del 10-15% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Mentre le gelaterie erano chiuse, il gelato industriale è stato uno dei prodotti maggiormente acquistati».
Secondo dati Nielsen (multinazionale statunitense), il prodotto industriale, ha infatti avuto un incremento di acquisto, i 2.2 miliardi di pezzi venduti nel 2019, tra i periodi di febbraio ed inizio maggio, hanno subito una crescita del 22% e del 53% durante la fase 2.
Boom per il delivery
Dopo l’esperienza Covid-19, il gelato sembra assumere nuove forme e vesti. Il suo consumo, infatti, non sembra più relegato in riva al mare o ad un tavolo da bar, quanto piuttosto comodamente a casa. È Deliveroo ad aver monitorato gli ordini di gelato durante il periodo coronavirus. Ad oggi c’è stato un incremento nel numero di ordini di circa il 58%, crescita che arriva al 100% se comparato ai numeri dello scorso anno.
Anche per Glovo la categoria che ha subito maggiore crescita è senz’altro quella del prodotto dolciario preferito in estate (+108%).
Un chiaro segno, quindi, che il futuro è collegato alla digitalizzazione dei servizi. Sembra stata quasi futurista la nascita di Gelq, start up completamente digitale che attraverso l’e-commerce opera nel settore del gelato artigianale. È il 2018 quando i due fondatori, Niccolò Pepori e Andrea Quarantini, decidono di dedicarsi al mondo del gelato online.
Lo studio CGIA di Mestre, è primo del suo genere in Italia, avvenuto proprio in Veneto, terra di gelatieri e luogo dove nel 1800 sono partiti due uomini: Cadorini e Zoldani ai quali spesso erroneamente va riconosciuto il merito di aver ideato il gelato. I due pionieri, infatti, non hanno fatto altro che sviluppare e diffondere il settore del gelato nelle città del Nord e centro Italia, fino ad oltre Oceano.
Mentre sui social esplodono i trend del gelato alcolico o gourmet, il gelato si posiziona ancora una volta nella categoria dei comfort food, ovvero tutti quegli alimenti con un grande effetto gratificante e consolatorio. Una carezza al cioccolato che al tempo covid-19 non dispiace a nessuno.